Gli investitori nel debito europeo che hanno beneficiato dell’oceano di liquidità erogato dalla BCE dovranno adottare nuove strategie, e innovarsi tecnologicamente, se non vogliono ritrovarsi in difficoltà quando la marea del quantitative easing si ritirerà.

La fine dello stimolo monetario si prepara ad essere più movimentata di quella intrapresa, in modo molto graduale, dalla Federal Reserve statunitense nel 2014. Ciò è dovuto, da un lato, alle condizioni della liquidità globale radicalmente diverse. Nel 2014, la Banca del Giappone comprava obbligazioni già da un anno, e di lì a pochi mesi anche la BCE avrebbe iniziato il suo programma di acquisti. Oggi, l’istituto nipponico rimane l’unica banca centrale a inondare i mercati di liquidità, mentre la Fed sta addirittura aumentando i tassi.

Bisogna, inoltre, considerare l’affermarsi delle strategie passive e dei fondi comuni di investimento. Attualmente, le prime sono arrivate a costituire il 20% circa del mercato, quando dieci anni fa non superavano il 5%. In più, anche se sembrano fornire di liquidità e un modo relativamente sicuro di investire in attività illiquide, strumenti come gli ETF possono accentuare le oscillazioni dei prezzi. Se gli investitori iniziano a vendere gli ETF o se un evento come il declassamento di un rating del credito scatena una corsa alla vendita forzata, questi strumenti possono scaricare bruscamente le obbligazioni sul mercato, determinando una pressione al ribasso sui prezzi.

Puntare sui segmenti ignorati dalla BCE

Ovviamente, gli asset su cui la BCE ha concentrato la propria attenzione saranno i più penalizzati dalla conclusione del programma di acquisto.

I titoli di debito societari investment-grade e le obbligazioni sovrane costituiscono la stragrande maggioranza degli acquisti, e l’assenza di tali asset nel mercato può causare un calo della domanda nei relativi segmenti agli attuali livelli di rendimento. Gli interventi della banca centrale sono più lievi nel settore bancario e del tutto assenti nei titoli societari high-yield, e vi sono buone occasioni in entrambi i segmenti. Ad esempio, il differenziale positivo tra le obbligazioni finanziarie e quelle non finanziarie non tiene conto dell’efficace risanamento dei propri bilanci intrapreso dalle banche europee. Inoltre, le obbligazioni high-yield sono quotate a un prezzo relativamente conveniente, i cui rendimenti sono 120 punti base superiori a quelli dei bond con rating tripla B, appena un gradino al di sopra dello status high-yield.

Attenzione alle situazioni “borderline”

Le obbligazioni con una valutazione traballante, prossima al rating high-yield, sono particolarmente vulnerabili alle forti oscillazioni delle quotazioni. Se la situazione di bilancio dell’Italia si aggrava ulteriormente e le agenzie di rating declassano il debito al di sotto di investment grade, i tuoi titoli entrerebbero in una terra di nessuno: non più ben accetti dai fondi investment-grade, ma neanche considerati titoli di mercati emergenti. Nel momento in cui i fondi passivi avviassero una vendita forzata, le obbligazioni non troverebbero un acquirente naturale.

Inoltre, gli investitori del debito societario dovrebbero stare molto attenti ai crediti “borderline”. Con l’avanzare del ciclo del credito globale nei prossimi anni, è prevedibile che le agenzie di rating declassino molti emittenti di obbligazioni societarie con rating tripla-B inferiore a investment grade. Si creerebbe così un disallineamento nel segmento high-yield, i cui investitori sono abituati a scadenze più a breve termine rispetto a gran parte dei titoli investment-grade. C’è un’altra ottima ragione per non trascurare le occasioni presenti nel settore high-yield: il premio che gli investitori stanno pagando per l’investment-grade non sempre è giustificato.

Accertarsi di disporre degli strumenti giusti

Alla fine, i mercati si adatteranno a un’Europa senza quantivative easing, dove un contesto di bassa liquidità potrebbe diventare la nuova normalità. Ora più che mai, gli investitori necessitano di informazioni approfondite che li aiutino a procedere attraverso le potenziali secche della liquidità e a trovare buone occasioni nei mercati soggetti a una maggiore turbolenza.

In un sistema non più inondato di denaro, avere una conoscenza approfondita non significa soltanto avere le migliori idee di investimento, ma anche disporre della tecnologia più adeguata per gestire il complesso dei dati e degli strumenti, integrandoli nell’intero processo di investimento.

In una società sempre più plasmata dalla tecnologia, è sorprendente constatare l’arretratezza del settore obbligazionario, visto che l’80% circa degli ordini su obbligazioni societarie statunitensi (basate sul valore nozionale) è ancora eseguito al telefono.

Per stare al passo con un mercato che assimila e reagisce sempre più velocemente ad ogni nuova informazione, i gestori di successo dovranno utilizzare la tecnologia che unisce tutte le piattaforme esterne di trading del reddito fisso in un unico luogo. Le società di risparmio che adottano tale tecnologia possono essere in grado di determinare il prezzo, anziché subirlo, e di conseguenza arrivare a effettuare migliori esecuzioni, con minori costi di transazione, e un investimento più veloce dei nuovi flussi in entrata.

Riteniamo che in un mondo caratterizzato dalla sovrabbondanza di informazioni, indugiare nello status quo non sia l’atteggiamento giusto. I mercati si evolvono a un ritmo sempre più veloce e le sfide per migliorare l’attività di ricerca, le tempistiche e la rapidità esecuzioni saranno più elevate. La combinazione di intelletto umano e grande potenza di calcolo è di fondamentale importanza per affrontare con successo il 2019.

Le opinioni espresse in questo documento non costituiscono una ricerca, una consulenza finanziaria o una raccomandazione di investimento e non esprimono necessariamente le opinioni di tutti i team di gestione di portafoglio di AB e sono soggette a revisione nel corso del tempo. AllianceBernstein Limited è autorizzata e disciplinata dalla Financial Conduct Authority del Regno Unito.

Fonti: Morningstar, Bloomberg, AB

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