Per anni, parlando della composizione dei propri portafogli obbligazionari i emergenti, gli investitori istituzionali si sono focalizzati essenzialmente sulle valute. Alcuni titoli erano denominati in dollari statunitensi, altri nella moneta locale del Paese emittente, come ad esempio il peso messicano o il renminbi cinese; in quasi tutti i casi, tuttavia, si trattava di titoli di Stato.

Le obbligazioni corporate dei mercati emergenti hanno ricoperto storicamente posizioni marginali all’interno dei portafogli a reddito fisso, ammesso che fossero presenti. Al 30 giugno, i capitali investiti in strategie parametrate agli indici corporate emergenti di J.P. Morgan ammontavano a 113 miliardi di dollari, pari a circa un sesto dell’importo impiegato in indici di titoli sovrani in valuta forte e locale.

Questa sottoesposizione era forse comprensibile un decennio fa, quando lo stock del debito in essere era più ridotto e meno diversificato. Ma oggi la situazione è cambiata. Tra il 2012 e il 2018 l’ammontare complessivo di debito corporate sui mercati emergenti è raddoppiato, fino a raggiungere i 2.300 miliardi di dollari, circa il doppio del valore del debito sovrano emergente in valuta forte in circolazione; e il benchmark comunemente usato per replicare l’andamento delle obbligazioni corporate emergenti, il J.P. Morgan CEMBI, comprende titoli obbligazionari di oltre 600 emittenti societari di 52 Paesi diversi (Figura 1).

Ampliamento della gamma di opportunità

Vi sono diversi modi per aggiungere titoli corporate dei mercati emergenti ad un portafoglio obbligazionario esistente, a seconda delle esigenze specifiche e della tolleranza al rischio dell’investitore. Per gli investitori istituzionali con mandati dedicati ai titoli di Stato in valuta forte e locale dei mercati emergenti, la cosa può risolversi facilmente con l’aggiunta di una selezione mirata di obbligazioni societarie.

Un’allocazione nel debito corporate fornisce diversificazione attraverso l’esposizione ad una gamma più ampia di Paesi e a fasi differenti del ciclo del credito; permette inoltre agli investitori di accedere a un ventaglio più ampio di emittenti in diversi settori, spesso con un differenziale di rendimento positivo rispetto al debito sovrano emergente.

Gli svantaggi di un’allocazione limitata ai titoli di Stato

Gli investitori con mandati discrezionali che affidano i propri portafogli a un gestore potrebbero beneficiare di un approccio che unisce obbligazioni corporate ad una strategia mista 50/50 di debito sovrano in valuta forte e locale, utilizzata oggi dalla maggior parte degli investitori.

Diversificazione e protezione dai ribassi sono anche in questo caso fondamentali. Ad esempio, un brusco apprezzamento del dollaro statunitense – e un corrispondente indebolimento delle divise emergenti – ha penalizzato duramente i titoli di Stato in valuta locale tra il 2013 e il 2016, con gravi ripercussioni sulle tradizionali strategie miste 50/50.

Un’allocazione in titoli corporate in valuta forte avrebbe diversificato il rischio di cambio nel portafoglio misto 50/50, permettendo agli investitori di assumere un’esposizione ad aziende con ricavi da esportazioni denominati in dollari. Questi emittenti avrebbero tratto vantaggio dal rafforzamento del biglietto verde, grazie a un aumento dei margini e dei cash flow.

Nel 2015 si è registrata una differenza del 16,7% tra la performance annua delle obbligazioni corporate in valuta forte e dei titoli di Stato in valuta locale. Disparità del genere non sono inusuali.

Qualità elevata e volatilità contenuta

Gli investitori istituzionali con una minore tolleranza al rischio potrebbero valutare la possibilità di ottenere un’esposizione al debito emergente investendo esclusivamente in titoli investment grade, sia sovrani che societari. Tale strategia riscuote un crescente favore tra le compagnie assicurative, i fondi pensione e altri investitori tradizionalmente focalizzati sull’esposizione al credito dei mercati sviluppati.

L’investimento in obbligazioni corporate investment grade dei mercati emergenti può fornire una qualità elevata accompagnata da rendimenti interessanti, più elevati di quelli offerti dal debito di società statunitensi con rating analogo: una considerazione importante in una fase in cui i tassi d’interesse bassi a livello globale rendono quanto mai difficile per gli investitori riuscire a generare reddito.

Negli ultimi anni, peraltro, la qualità creditizia media delle obbligazioni societarie investment grade dei mercati emergenti si è allineata a quella delle omologhe a stelle e strisce. In effetti, non si è mai registrato uno scarto così ridotto tra i rating medi dei due segmenti (Figura 2).

La volatilità dell’asset class è inoltre diminuita notevolmente negli ultimi anni (Figura 3).

Cosa ricercare in un asset manager

Le obbligazioni societarie dei mercati emergenti, ovviamente, non sono del tutto prive di rischio. Nell’ultimo decennio la corporate governance, la trasparenza e le tutele per gli investitori sono migliorate, ma rimangono inferiori agli standard delle economie sviluppate. Ecco perché è importante scegliere il gestore giusto per i propri investimenti in debito emergente.

Innanzitutto c’è la questione delle competenze. Gli investitori o i loro consulenti dovrebbero assicurarsi che i potenziali gestori abbiano una lunga esperienza di investimento in tutti i segmenti del debito emergente e una conoscenza approfondita dei rischi economici, politici, di credito e settoriali associati alle obbligazioni corporate emergenti.

Altrettanto importante è la presenza di un team di analisti dedicati che si occupi esclusivamente degli emittenti dei mercati emergenti in collaborazione con specialisti di settore in grado di apportare importanti contributi nella determinazione del valore relativo di un titolo.

I gestori che mirano a risparmiare sul processo di ricerca probabilmente non hanno una visione a tutto tondo delle obbligazioni in cui investono.

Con il continuo trasferimento di ricchezza dalle economie sviluppate a quelle emergenti, la crescita di queste ultime è destinata probabilmente ad accelerare, dando una spinta ai profitti di un numero crescente di imprese locali. L’analisi delle obbligazioni corporate dei mercati emergenti non è priva di complessità, ma a nostro avviso questi titoli possono portare beneficio a qualsiasi portafoglio obbligazionario grazie alle loro dimensioni e ai benefici di diversificazione che apportano.

Shamaila Khan è Director—Emerging Market Debt ed Elizabeth Bakarich è Portfolio Manager—Emerging Credit in AllianceBernstein.

Le opinioni espresse nel presente documento non costituiscono ricerca, consulenza di investimento o raccomandazioni di acquisto o di vendita e non rappresentano necessariamente le opinioni di tutti i team di gestione di AB.

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