La risposta globale alla crisi del coronavirus ha rafforzato l’importanza degli investimenti sostenibili. Con il settore privato impegnato a svolgere un ruolo chiave negli sforzi volti ad arginare il virus e ad adattarsi al mutamento delle abitudini di consumo, gli investitori dovrebbero privilegiare le aziende che possiedono solide credenziali ambientali, sociali e di governance (ESG) per affrontare i drammatici cambiamenti in atto in tutto il mondo.

I titoli sostenibili hanno subito perdite nettamente minori rispetto al mercato nel suo complesso durante la storica correzione del primo trimestre. Tuttavia, un programma di investimenti sostenibili offre molto di più che una protezione dai ribassi. Riteniamo che i portafogli ispirati ai criteri ESG possano generare buoni risultati in un ampio scenario di condizioni di mercato e fornire benefici agli investitori non solo durante la crisi di COVID-19, ma anche in una successiva fase di ripresa.

L’attenzione ai fattori ESG migliora la capacità di tenuta durante una correzione

Le società con le prassi ESG più solide rispetto ai concorrenti sono, per definizione, aziende di migliore qualità. Sono più redditizie, hanno utili meno volatili e, secondo una ricerca di MSCI, sono maggiormente in grado di attenuare gravi rischi aziendali che potrebbero causare grosse perdite finanziarie e fallimenti. Di conseguenza, tendono a fornire una maggiore protezione dai ribassi nelle fasi di tensione sui mercati.

Queste caratteristiche sono state molto richieste durante la recente correzione. Nel corso del primo trimestre, le società con i rating ESG più elevati (AAA e AA) nell’MSCI ACWI Index hanno ceduto in media il 15,6%, sovraperformando di circa 650 punti base quelle con i rating ESG più bassi (B e CCC) (cfr. Grafico). Il differenziale di performance si è rivelato ancora più ampio per le azioni statunitensi, in quanto le aziende leader sul fronte della sostenibilità hanno perso il 10,8% in un mercato che è arretrato del 19,6%. Pertanto, i fondi che privilegiano società ESG hanno evidenziato un buon andamento nel trimestre. Morningstar segnala che nei primi tre mesi di quest’anno il 70% dei fondi azionari sostenibili si è classificato nella metà superiore delle rispettive categorie e il 44% si è collocato nel miglior quartile della propria categoria.

COVID-19 mette alla prova il capitalismo degli stakeholder

La crisi da coronavirus sta ridefinendo la leadership sul fronte ESG. Con l’intensificarsi dell’impatto sociale ed economico della pandemia, assistiamo oggi al primo grande test dell’era del capitalismo degli stakeholder.

L’estate scorsa 181 CEO statunitensi hanno sottoscritto una dichiarazione in cui si affermava che le rispettive imprese avrebbero tenuto conto di tutti gli stakeholder, e non solo degli azionisti. In un comunicato diffuso da Business Roundtable, leader di aziende come Amazon e Xerox si sono impegnati a promuovere la tutela ambientale e il benessere sociale delle comunità in cui operano e ad adottare prassi sostenibili in tutte le loro attività. Iniziative che in passato sarebbero state liquidate come meramente filantropiche o di facciata vengono viste oggi attraverso una lente molto diversa.

Home Depot, ad esempio, ha recentemente congelato i prezzi dei beni considerati molto richiesti durante l’attuale crisi sanitaria. L’azienda ha inoltre esteso il congedo straordinario retribuito ai dipendenti con più di 65 anni, che sono maggiormente a rischio di infezione. Il Gruppo Alibaba ha temporaneamente rinunciato ad addebitare commissioni ai commercianti che si servono della sua piattaforma. PayPal ha istituito un fondo di emergenza per aiutare i dipendenti con esigenze di liquidità a breve termine. Microsoft ha deciso di offrire gratuitamente per sei mesi il proprio software di collaborazione alle organizzazioni non profit.

Gli investitori vedono con favore questo genere di iniziative aziendali. Anche se tali misure potrebbero non giovare direttamente agli utili a breve termine, gli investitori sono sempre più consapevoli che le imprese ispirate da principi ESG sono destinate a rafforzare il proprio posizionamento competitivo riducendo il rischio normativo, potenziando la fidelizzazione dei clienti e aumentando il coinvolgimento dei dipendenti.

Segnale d’allarme per la sostenibilità globale

Le difficoltà create dalla crisi da coronavirus sono un segnale d’allarme per la sostenibilità globale. Proprio come i governi non possono sconfiggere il virus senza l’aiuto del settore privato, così le più grandi sfide ambientali e sociali del mondo non possono essere risolte con le sole politiche pubbliche. I governi possono creare contesti giuridici favorevoli e varare politiche monetarie accomodanti, ma in definitiva hanno bisogno della capacità innovativa e finanziaria del settore privato per produrre un cambiamento significativo. Le imprese con le migliori soluzioni, dal canto loro, possono attingere a importanti opportunità di crescita a lungo termine.

Per gli investitori, tuttavia, non è sempre facile individuare le aziende in grado di beneficiare di queste tendenze sostenibili. A nostro avviso, gli Obiettivi di sviluppo sostenibile (SDG) delle Nazioni Unite costituiscono una buona guida all’investimento nelle imprese sostenibili, in quanto indirizzano verso cambiamenti strutturali a lungo termine destinati a favorire la crescita. Per realizzare l’ambizioso programma delle Nazioni Unite serviranno più di 90.000 miliardi di dollari su un periodo di 15 anni, la maggior parte dei quali forniti dal settore privato.

Individuare temi di crescita a lungo termine

I temi di investimento derivati dagli SDG offrivano un’ampia gamma di opportunità di investimento anche prima che scoppiasse l’epidemia di coronavirus. Adesso la crisi sta modificando i comportamenti e generando nuove opportunità, oltre ad accelerare alcune tendenze già in atto.

Le tecnologie dell’informazione e della comunicazione erano già di vitale importanza per l’agenda degli SDG quale mezzo per condividere le conoscenze, collegare le comunità e fornire autonomia economica. Nell’odierno contesto di distanziamento sociale, le tecnologie di comunicazione digitale che supportano la “virtualizzazione universale” stanno guadagnando un enorme slancio. Le aziende che forniscono l’hardware e il software di cui abbiamo bisogno per lavorare, fare acquisti, studiare e ricevere assistenza sanitaria in maniera digitale stanno chiaramente beneficiando di un’impennata della domanda a breve termine. Ad esempio, gli utenti giornalieri di Zoom sono balzati a oltre 200 milioni nel mese di marzo da un livello di appena 10 milioni a dicembre. Riteniamo probabile che questo dinamismo sia sostenibile anche su un orizzonte di più lungo periodo.

Le società specializzate nella tecnologia finanziaria e nei pagamenti contribuiscono ad abilitare la crescita delle piccole e medie imprese (PMI), un altro obiettivo chiave degli SDG. Per quanto alle PMI sia riconducibile una quota significativa dell’occupazione e della crescita economica, queste aziende sono spesso scarsamente servite dagli istituti finanziari tradizionali. Le soluzioni di fintech ampliano il raggio d’azione delle realtà produttive di minori dimensioni, accrescono la loro redditività e assicurano loro un migliore accesso ai capitali a condizioni favorevoli. La crisi attuale evidenzia l’importanza vitale delle PMI e delle imprese che le sostengono.

La salute sotto riflettori

La necessità di affrontare una pandemia ha ovviamente spostato i riflettori sui temi legati alla salute. Promuovere la salute e il benessere è un obiettivo fondamentale degli SDG, e le esigenze globali sono vaste, specialmente nei paesi in via di sviluppo e nelle comunità più povere. Tuttavia, la recente crisi ha messo in luce la fragilità dei sistemi sanitari globali, anche nelle nazioni più ricche.

La soluzione definitiva a questa crisi risiede nello sviluppo di un vaccino, che molto probabilmente sarà fornito da una società innovativa del settore privato. Ciò non toglie che anche altre soluzioni saranno importanti. La telemedicina, la scoperta di farmaci e i test diagnostici stimolano l’innovazione, riducono il costo delle prestazioni sanitarie e ne estendono la portata, contribuendo a rafforzare la resilienza delle società globali.

Privilegiare i titoli sostenibili

Le imprese sostenibili vantano a nostro giudizio una buona capacità di tenuta, avendo chiaramente dato prova della loro resilienza nelle fasi di debolezza dei mercati. Anche se una ripresa potrebbe favorire, almeno temporaneamente, i titoli più sottovalutati che hanno maggiormente sottoperformato durante la correzione, riteniamo che le prospettive a lungo termine per le azioni sostenibili siano molto promettenti. A nostro parere, la crisi sta creando nuovi catalizzatori per le aziende in grado di fornire soluzioni innovative per affrontare le crescenti sfide ambientali e sociali cui ci troviamo di fronte. Grazie ad una rinnovata enfasi sugli SDG, mentre il mondo emerge dallo shock del coronavirus gli investitori possono identificare le imprese che contribuiscono a migliorare la resilienza e la salute a lungo termine della nostra società e dei portafogli azionari.

Dan Roarty is Chief Investment Officer—Thematic and Sustainable Equities at AB.

Le opinioni espresse nel presente documento non costituiscono ricerca, consulenza di investimento o raccomandazioni di acquisto o di vendita, e non rappresentano necessariamente le opinioni di tutti i team di gestione di AB; tali opinioni sono soggette a revisione nel corso del tempo. AllianceBernstein Limited è autorizzata e regolamentata dalla Financial Conduct Authority nel Regno Unito.

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