Il 2022 potrebbe rivelarsi un anno difficile per gli investitori obbligazionari per via delle minacce del coronavirus, l’impennata dell’inflazione, la stretta fiscale e monetaria, l’aumento dei tassi e l’appiattimento delle curve dei rendimenti. Questi fattori avversi, tuttavia, non agiscono in modo indiscriminato. Per prosperare in questo tipo di contesto, gli investitori devono operare una continua distinzione tra regioni, settori e titoli. Di seguito proviamo a decifrare il difficile contesto di mercato di oggi, fornendo qualche indicazione sulla mitigazione del rischio.

Appiattimento delle curve in vista

Con la riapertura delle economie nel 2021, la domanda inespressa ha generato un’espansione globale sostenuta. Di conseguenza, i mercati sviluppati stanno crescendo molto più rapidamente rispetto a prima della pandemia. Ci aspettiamo una crescita ancora superiore al trend nel 2022, poiché le economie dovrebbero mantenere il proprio slancio nei primi mesi di quest’anno per poi rallentare nel secondo semestre e nel 2023.

Le autorità monetarie di tutto il mondo sembrano aver concluso che la pandemia di coronavirus è destinata a provocare un rafforzamento dell’inflazione anziché un indebolimento della crescita economica. In risposta all’inflazione ostinatamente elevata, le banche centrali mondiali stanno optando per una politica più restrittiva. Questa svolta non è uniforme, perché gli orientamenti politici e la gravità dello shock inflazionistico differiscono da un paese all’altro. Ad esempio, mentre la Federal Reserve ha accelerato il tapering del programma di QE ed è ora avviata verso un primo rialzo dei tassi già a marzo, gli istituti di alcuni mercati sviluppati minori hanno già aumentato i tassi e molte banche centrali dei mercati emergenti hanno attuato una stretta significativa. Fa eccezione il Giappone, grazie alla sua inflazione contenuta; in effetti, il paese ha recentemente annunciato un imponente stimolo fiscale mentre altre economie tirano il freno.

Nel corso dell’anno la stretta delle politiche economiche mondiali provocherà probabilmente una decelerazione della crescita globale. Queste condizioni – tassi a breve termine in aumento e crescita rallentata ma ancora sostenuta – creano i presupposti per un appiattimento delle curve dei rendimenti, che impone di esercitare cautela nell’assunzione di rischi. Ecco una serie di strategie attive per affrontare questa sfida.

Adottare un approccio selettivo, e altre strategie per il 2022

In primo luogo, gli investitori dovrebbero operare una distinzione tra i settori, perché i fattori avversi di oggi non influiscono su tutti gli asset in modo uniforme. Inoltre, in questo tipo di mercato, alcuni settori tendono a sottoperformare prima di altri. Ad esempio, il debito emergente in valuta locale presenta il rendimento totale atteso più basso tra i diversi segmenti dell’obbligazionario nei prossimi mesi, ma potrebbe rivelarsi una valida scelta nel resto del 2022, quando il ciclo di rialzi dei tassi dei mercati emergenti sarà quasi concluso. Per il momento, il debito emergente in valuta forte – sia sovrano che societario – è più appetibile.

In secondo luogo, suggeriamo di considerare un’ampia gamma di settori a rendimento più elevato, come i credit risk transfer (CRT) securities statunitensi, che presentano basse correlazioni con i titoli di Stato e tra di loro. I CRT sono obbligazioni a tasso variabile garantite da asset reali – abitazioni – che spesso beneficiano dell’inflazione. Grazie a un vivace mercato immobiliare statunitense, i fondamentali dei CRT sembrano interessanti.

In terzo luogo, non si dovrebbe ridurre drasticamente l’esposizione al credito. Gli investitori high yield dovrebbero in realtà rallegrarsi dell’aumento dei tassi, perché il settore tende a evidenziare un buon andamento durante i cicli di inasprimento. Dal 1994 l’high yield statunitense ha prodotto buoni risultati in 13 cicli di rialzo dei tassi su 13. Inoltre, consumatori e imprese vantano una situazione patrimoniale robusta, che favorisce la resilienza degli emittenti corporate. Le imprese della maggior parte del mondo – compresi gli emittenti high yield e investment grade statunitensi ed europei, come pure molte aziende dei mercati emergenti – si trovano nelle fasi di ripresa ed espansione del ciclo del credito, dove i principali rischi provengono da fusioni e acquisizioni, non da declassamenti e default. In questo contesto, il “carry” – essenzialmente, il reddito offerto dalla cedola dell’obbligazione – la fa da padrone.

In quarto luogo, consigliamo di adottare un approccio tattico alla duration, ossia alla sensibilità del portafoglio ai tassi d’interesse. Ciò significa ridurre leggermente le vele quando i rendimenti scendono e lascarle quando i rendimenti salgono. Meglio, però, non ridurre drasticamente l’esposizione alla duration. Una strategia basata sulla liquidità potrebbe portare ad accumulare un ritardo sia rispetto alle obbligazioni che generano reddito sia rispetto all’inflazione. Infatti, anche se un aumento dei rendimenti obbligazionari può essere penalizzante nel breve termine perché i prezzi scendono, nel lungo periodo questo rialzo gioca a favore degli investitori obbligazionari, poiché è possibile reinvestire le cedole a tassi più elevati.

Infine, bisogna tenersi pronti a muoversi. Gli investitori dovrebbero ricercare diversificazione e opportunità anche al di fuori dei loro mercati nazionali, con particolare riferimento agli Stati Uniti, che registrano buone performance relative da diversi anni. Gli approcci multisettoriali globali all’investimento sono adatti a un contesto in rapida evoluzione, poiché gli investitori possono monitorare attentamente le condizioni e le valutazioni e prepararsi a modificare la composizione del portafoglio quando le condizioni lo richiedono. Tra le strategie attive più efficaci, ci sono quelle che abbinano i titoli di Stato e altri asset sensibili ai tassi di interesse con asset creditizi orientati alla crescita in un unico portafoglio gestito in modo dinamico.

Questo approccio può aiutare gli asset manager a gestire l’interazione fra rischio di tasso e rischio di credito e a prendere decisioni migliori su come procedere in un dato momento. La capacità di ribilanciare gli asset con correlazione negativa contribuisce a generare reddito e rendimento potenziale, limitando la portata dei ribassi quando gli asset più rischiosi vengono venduti.

Non perdere di vista i trend a lungo termine

Queste strategie dovrebbero aiutare gli investitori ad affrontare le sfide a breve termine, ma crediamo che valga sempre la pena adottare una prospettiva di lungo periodo. A nostro parere, i tre maggiori trend da considerare al giorno d’oggi sono il ruolo della Cina nel mondo, i fattori ambientali, sociali e di governance (ESG) e i progressi delle tecnologie di investimento obbligazionario.

Il rallentamento della crescita cinese ha destato timore negli investitori, che lo considerano una minaccia al PIL globale. Siamo dell’avviso che ciò sia dovuto all’equivoco che si è creato intorno alla recente attività normativa del governo. Gli interventi nei settori dell’istruzione e della tecnologia, ad esempio, sono stati percepiti come sfavorevoli per i mercati azionari e obbligazionari e per la crescita a breve termine. Tuttavia, sono perfettamente ragionevoli nell’ambito di una strategia a lungo termine volta a promuovere una crescita di alta qualità eliminando le distorsioni del mercato, e come tali vanno interpretati. Dovremmo peraltro aspettarci ulteriori azioni su questo fronte, in quanto la Cina sta attuando riforme strutturali con maggiore determinazione che in passato, per conseguire una traiettoria di crescita più sostenibile ed equilibrata.

Tra le principali preoccupazioni degli investitori figurano anche il clima e altri rischi ESG. Gli investitori desiderosi di acquistare obbligazioni che contribuiscano a creare un mondo migliore e più sostenibile possono iniziare a studiare le caratteristiche dei green bond e di altre strutture obbligazionarie collegate a fattori ESG. Gli investitori attivi possono anche giocare un ruolo chiave nell’azione per il clima, monitorando le imprese per assicurarsi che siano ben avviate a realizzare ambiziosi obiettivi climatici. Spesso questo richiede un dialogo costante con il team manageriale di un’impresa allo scopo di comprendere l’impatto dei fattori ESG sugli investimenti, sollecitare cambiamenti nei comportamenti e nelle pratiche aziendali e chiamare le imprese a rispondere del loro ruolo nella protezione dell’ambiente. Inoltre, crediamo che gli investitori dovrebbero indurre gli emittenti a collegare esplicitamente gli obiettivi ESG ai propri risultati economici, ad esempio tramite obbligazioni step-up, le cui cedole aumentano se l’emittente non consegue una metrica dichiarata, o mediante prezzi di riscatto più bassi in caso di successo. Questi tipi di strutture obbligazionarie hanno il potere di richiamare gli emittenti alle loro responsabilità.

La mitigazione dei rischi ESG, tuttavia, non si ferma qui. Per cogliere e gestire appieno i rischi e le opportunità creati dall’investimento ESG, i gestori devono incorporare completamente i fattori ESG nelle analisi obbligazionarie e nei processi d’investimento. Anche gli investitori che non danno priorità ai temi di sostenibilità possono beneficiare dell’integrazione dei fattori ESG nel processo d’investimento. Da eventi ambientali catastrofici a condizioni di finanziamento più favorevoli, i fattori ESG incidono sui profitti di qualsiasi emittente obbligazionario.

Infine, la tecnologia degli asset manager non è tra i primi pensieri degli investitori, ma dovrebbe esserlo. Le soluzioni tecnologiche avanzate possono aiutare i gestori obbligazionari a setacciare l’intero mercato in tempo reale, suggerire potenziali operazioni, costruire operazioni in pochi secondi e investire nuovi portafogli più rapidamente, risparmiando ai clienti tempo e denaro. La tecnologia all’avanguardia permette ai trader di ignorare le informazioni non rilevanti relative alla negoziazione di migliaia di titoli, per trovare opportunità e liquidità, anche quando i mercati sono frammentati e volatili. La trasformazione digitale, dal canto suo, permette di soddisfare le mutevoli esigenze dei clienti riguardo a maggiore trasparenza e personalizzazione del portafoglio.

In breve, mette le informazioni giuste nelle mani giuste al momento giusto, lasciando le persone libere di dedicarsi alle attività che sono loro più congeniali: engagement, analisi e formulazione di strategie. I gestori che perdono questa barca di troveranno in alto mare nel mondo post pandemia.

Affrontare il 2022 con gli occhi ben aperti

Il 2022 si prospetta come un anno pieno di sfide. Con qualche accorgimento, tuttavia, gli investitori e i gestori obbligazionari possono superare l’incertezza con serenità, prepararsi ad affrontare l’inflazione e l’appiattimento delle curve dei rendimenti, e posizionare i portafogli per prosperare nel corso di quest’anno.

Scott DiMaggio e Gershon Distenfeld sono Co-Head of Fixed Income presso AB.

Le opinioni espresse nel presente documento non costituiscono ricerca, consulenza di investimento o raccomandazioni di acquisto o di vendita, e non rappresentano necessariamente le opinioni di tutti i team di gestione di AB; tali opinioni sono soggette a revisione nel corso del tempo.

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