Perché gli investitori dovrebbero considerare il settore healthcare nell'attuale contesto di mercato?
La sanità è un settore peculiare in quanto offre agli investitori un mix di caratteristiche difensive e al contempo dinamiche. Dal punto di vista difensivo, il settore beneficia di una domanda costante e anelastica, in quanto i consumatori avranno sempre bisogno di accedere e utilizzare i servizi e i prodotti offerti dal settore. L’healthcare vanta inoltre trend molto dinamici che danno impulso all’innovazione all’interno del settore a un ritmo sempre più sostenuto e offrono agli investitori interessanti potenziali opportunità in tutto il mondo. Nel XXI secolo, stiamo registrando un’impennata dell’innovazione che impatta numerose aree, dalle tecnologie di chirurgia robotica alla medicina preventiva, con l’utilizzo di nuove capacità diagnostiche che possono consentirci, ad esempio, di effettuare un esame del sangue per una diagnosi precoce di alcuni tipi di tumori.
Considerando che l’innovazione sta trasformando la sanità come la conosciamo oggi, quali sono i principali temi cavalcati dal settore nel suo complesso?
Nel corso del nostro processo di investimento e selezione dei titoli, abbiamo identificato tre principali temi che dominano il settore:
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Diagnostica: gli screening precoci potrebbero avere un ruolo chiave in una più efficace diagnosi anticipata delle patologie. La capacità di sequenziamento del genoma umano sbloccherà altri nuovi farmaci e aiuterà a rilevare prima le malattie.
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Robotica/terapie minimamente invasive: i aspettiamo una costante innovazione delle società verso l’esecuzione di interventi con incisioni di piccole dimensioni, minori complicanze e tempi di recupero più rapidi. Ad esempio, la robotica dovrebbe continuare ad acquisire un'importanza crescente nelle moderne sale operatorie dati i vantaggi in termini di efficienza degli interventi, in quanto rende possibile operare con incisioni molto più ridotte e permette al chirurgo una maggiore precisione nei movimenti. Ciò si traduce in minori complicanze e tempi di guarigione e di recupero più rapidi, con degenze ospedaliere abbreviate. Gli ospedali, di conseguenza, possono aumentare il tasso di rotazione dei pazienti, migliorando la propria efficienza e riducendo i costi del sistema sanitario complessivo.
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Tecnologia: la sanità non è riuscita a stare al passo con l’innovazione high-tech - registrata in altri ambiti - in termini di impiego di nuove tecnologie in grado di rivoluzionare la fornitura e l’erogazione dell’assistenza sanitaria. Riteniamo che la medicina sarà trasformata anche dalle nuove tecnologie, ad esempio la telemedicina, che sta diventando sempre più popolare e preziosa dallo scoppio di questa pandemia, dato che consente ai pazienti di interagire con gli specialisti a distanza, mediante l'uso di smartphone o computer.
Quale metodologia adottate per cercare di identificare le società più promettenti e costruire il portafoglio?
Ci concentriamo esclusivamente sull'identificazione di quelle che, a nostro avviso, sono le migliori società del settore mediante la ricerca e l'analisi fondamentale. Per noi un business è di qualità se presenta un rendimento del capitale elevato o in miglioramento e un alto tasso di reinvestimento. In parole povere, investiamo nei business che ci permettono di realizzare rendimenti superiori al relativo costo del capitale, per poi reinvestire nel business stesso i proventi realizzati con l’investimento.
Adottiamo un processo di costruzione del portafoglio di tipo bottom-up ed evitiamo “call” macroeconomiche basate sulle prospettive economiche. In un’ottica di selezione dei titoli bottom-up, ci concentriamo esclusivamente sull’identificazione dei migliori business disponibili per investire nel settore healthcare. Il nostro processo di investimento inizia da uno screening quantitativo che ci aiuta a concentrare l’attenzione sull'identificazione delle opportunità più promettenti per il portafoglio.
Quale impatto hanno avuto sul portafoglio la pandemia di coronavirus e l’impennata della volatilità?
A dispetto dei livelli estremi di volatilità toccati dai mercati azionari nell’ultimo periodo, abbiamo continuato ad adottare il nostro processo disciplinato e la selezione dei titoli bottom-up. In un contesto estremamente volatile, il nostro portafoglio ha realizzato buone performance, mostrando un’ottima partecipazione ai rialzi / protezione dai ribassi che può essere direttamente attribuita alla solidità dei modelli di business delle partecipazioni in portafoglio. Investendo su un orizzonte di lungo periodo, non siamo particolarmente interessati a costruire modelli per stimare le tempistiche di raggiungimento del picco del coronavirus e non diamo eccessivo peso al calo degli utili aziendali nel breve periodo. Con un orizzonte di investimento di 3-5 anni, siamo alla ricerca di business con fondamentali e prospettive affidabili nel lungo periodo in modo da incrementarne l'esposizione all’interno del portafoglio in maniera metodica.
Quali delle partecipazioni in portafoglio stanno lavorando a un vaccino per il COVID-19 o sono in grado di contribuire alla produzione dei prodotti più richiesti, ad esempio mascherine, disinfettanti o respiratori?
Le posizioni in portafoglio non sono state acquistate espressamente per la loro attività di ricerca nell’ambito del COVID-19. In estrema sintesi, questa pandemia potrà finire solo con l'immunità della popolazione, che può essere raggiunta in due modi: mediante lo sviluppo di un vaccino oppure il contagio e la conseguente immunizzazione di un numero sufficiente di persone, uno scenario che naturalmente è la soluzione meno auspicabile.
A nostro avviso, non è il caso di essere troppo ottimisti sulla società che riuscirà a sviluppare un vaccino efficace dato che la redditività complessiva e l’opportunità di commercializzazione del farmaco saranno modeste. Il nostro portafoglio include una posizione in Pfizer, che collabora con una società di biotecnologie allo sviluppo di un vaccino. Regeneron, un’altra partecipazione in portafoglio, ha tra i suoi prodotti un preparato di anticorpi profilattici in fase di sperimentazione e un farmaco già approvato sul mercato che contribuisce alla riduzione dei sintomi. Abbiamo inoltre in portafoglio società di prodotti diagnostici come Roche, Quest Diagnostics e Fleury in Brasile che, a nostro avviso, trarranno vantaggio dai test diagnostici in corso di sviluppo o dal maggior utilizzo delle rispettive strutture, data la necessità di effettuare test sulla popolazione. Sul fronte dei dispositivi medici, abbiamo in portafoglio Fisher-Paykel, che produce maschere respiratorie, e il produttore di ventilatori Medtronic.
Il coronavirus avrà un effetto dirompente sul settore, stimolando cambiamenti, l’utilizzo di nuove tecnologie/innovazioni e opportunità di investimento? Quali società si trovano nella posizione migliore per trarne vantaggio?
Naturalmente la crisi sta facendo emergere alcune chiare tendenze e alcune società si trovano in posizioni migliori per trarne vantaggio. La telemedicina è un esempio perfetto di questo fenomeno in cui la tecnologia affiancata all’assistenza sanitaria guida il cambiamento. Questa tendenza è accelerata dalla pandemia di coronavirus in quanto la telemedicina permette agli operatori sanitari di fornire consulenza medica e diagnosi in maniera sicura, arrivando virtualmente nelle case dei pazienti. All’interno del nostro portafoglio troviamo la società di informatica per la sanità Veeva, che produce software per il settore sanitario, tra cui una soluzione CRM leader nel settore appositamente progettata per le società di scienze biologiche. La società che più le assomiglia è salesforce.com. Tra i prodotti di Veeva c’è “Engage” che consente agli informatori scientifici di dialogare virtualmente con i medici e permette l’invio di materiali di marketing approvati, la pubblicazione di webinar, l’organizzazione di conference call o la predisposizione di videoconferenze. Stando alle ultime dichiarazioni del CEO, la società avrebbe registrato un’impennata dei tassi di utilizzo (nell’ordine di 10x) durante la pandemia di coronavirus. Naturalmente riteniamo che il crescente utilizzo della tecnologia nel settore sanitario e in tutti gli aspetti correlati sarà uno dei modi in cui questa pandemia modificherà in maniera importante e permanente il comportamento delle persone.
Quali sono le prospettive per il portafoglio e il settore in un contesto di mercato tanto incerto?
Siamo ancora fiduciosi che le nostre principali partecipazioni abbiano tutte le carte in regola per realizzare rendimenti superiori alla media nel lungo periodo. Cerchiamo di applicare un approccio anticiclico al mercato, mentre molti investitori tendono a operare come “acquirenti di liquidità” (cioè quando i mercati salgono, acquistano azioni e quando i mercati scendono, vendono azioni). Al contrario, noi tendiamo a comportarci come “fornitori di liquidità”, per cui quando i mercati salgono, spesso cerchiamo di ridimensionare la nostra esposizione e ridurre il rischio, mentre quando i mercati scendono, cerchiamo alcune interessanti opportunità di investimento per aumentare il rischio o potenziare il portafoglio. Il progressivo avanzamento della crisi di mercato indotta dal coronavirus farà emergere chiare opportunità di acquisto. In alcuni casi, abbiamo incrementato posizioni già in portafoglio e aperto alcune nuove posizioni in presenza di una correzione dei prezzi e di una nostra view positiva sui fondamentali di lungo termine di una società.
Come riassumerebbe la sua filosofia di investimento e il suo approccio alla gestione del rischio?
La nostra filosofia è concentrata esclusivamente sull'identificazione delle società migliori e dotate di solidi modelli di business, mentre non aspiriamo a identificare o prevedere i risultati delle ricerche o della scienza medica. Mediante questo approccio si ottengono, a nostro avviso, performance e rendimenti a lungo termine molto più regolari e giustificati. Dato il nostro approccio di investimento, tendenzialmente registriamo performance inferiori al mercato in presenza di forti rally di titoli di bassa qualità o rally della propensione al rischio; ad esempio, se small cap e biotecnologie sovraperformano, potremmo realizzare risultati leggermente inferiori al mercato in quanto non investiamo in queste società. Ragioniamo in termini di rendimenti e reinvestimento, e non solo di crescita pura dell'EPS in quanto può essere generata facilmente. Infatti, per noi, le modalità di crescita di un business sono importanti tanto quanto il fatto che un business cresca o meno.
Il rischio del portafoglio è gestito in maniera attiva con un overlay del rischio. In pratica, non guardiamo solo alle ponderazioni attive, ma verifichiamo altresì che il portafoglio non abbia una concentrazione eccessiva su alcuni titoli promettenti. Inoltre ci assicuriamo di costruire un portafoglio bilanciato in cui i rendimenti complessivi siano il risultato di molteplici investimenti, evitando che il portafoglio dipenda da pochi titoli caratterizzati da una sovraperformance isolata.
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