Market Matters

Quattro storie di investimento che determineranno l’andamento dei mercati nel 2025

20 Febbraio 2025
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Inigo Fraser Jenkins
Inigo Fraser Jenkins Investment Strategist
Alla Harmsworth
Alla Harmsworth Investment Strategist

Gli investitori si trovano ad affrontare un anno che si prospetta unico, a causa dei cambiamenti politici negli Stati Uniti e del mutamento delle forze macroeconomiche globali. In quest’articolo indagheremo quattro trend d’investimento che guideranno l’andamento dei mercati finanziari, per aiutare gli investitori a valutare il proprio posizionamento in un mondo in rapida evoluzione.

1 Prepararsi agli effetti delle nuove politiche USA

1 Prepararsi agli effetti delle nuove politiche USA

L’elezione di Donald Trump a Presidente degli Stati Uniti è stato un evento politico di enorme importanza, con conseguenze per l'economia, i settori e le imprese a livello globale. Grandi cambiamenti interesseranno le politiche fiscali, commerciali, migratorie, energetiche.

Dal suo insediamento il presidente Trump ha svelato numerosi ordini esecutivi tra cui misure finalizzate a una deregolamentazione del settore energetico, il ritiro dall’accordo di Parigi sul clima e un giro di vite sull’immigrazione illegale.

Ma su tempistiche e dettagli di molte politiche resta una grande incertezza. Come possono prepararsi dunque gli investitori? In base all’agenda del nuovo governo è già possibile elaborare una serie di proiezioni di ampio respiro.

Il mix di politiche trumpiane avrà con tutta probabilità effetti inflazionistici.

I tagli alle imposte spingeranno al rialzo il disavanzo pubblico, con un conseguente incremento del rendimento dei Treasury nel tempo, data la maggior remunerazione richiesta dagli investitori per il rischio di detenere titoli di Stato.

I giganti tecnologici statunitensi dovrebbero trarre vantaggio da un contesto di regolamentazione interna più favorevole.

Una gestione attiva e selettiva sarà cruciale per far fronte alle variabili in via di evoluzione create dalle nuove politiche.

1 Prepararsi agli effetti delle nuove politiche USA

Ci attendiamo che nel breve periodo le politiche espansive e di riduzione della regolamentazione adottate dalla nuova amministrazione favoriscano la crescita. Nel medio-lungo periodo l’agenda Trump potrebbe accelerare il passaggio a un regime caratterizzato da una maggiore inflazione e inasprire i timori sulla sostenibilità dei conti pubblici.

Dazi

I dazi sono tra le principali promesse politiche di Trump, ma nessuno è in grado di dire se le sue minacce in proposito rappresentano una tattica negoziale o un obiettivo politico. Nuovi e maggiori dazi porterebbero a un’ulteriore deglobalizzazione e frammentazione economica che alimenterebbero anch’esse l’inflazione.

Tasse

Trump, con tutta probabilità, prorogherà le disposizioni in scadenza del Tax Cuts and Jobs Act e proporrà nuovi tagli. È insomma possibile un’ulteriore riduzione delle imposte sulle imprese. Il risultato? Un persistente disavanzo di bilancio che spingerà al rialzo il rendimento dei Treasury a lungo termine.

Deregulation

Tra le misure in tal senso potrebbe esserci una riduzione della normativa sul settore bancario e un allentamento degli sforzi antitrust nei confronti delle Big Tech. Nel programma di Trump figurano anche misure volte a favorire la produzione di energia, ad ampliare le infrastrutture energetiche e a ridimensionare parte dell’Inflation Reduction Act. I potenziali vincitori? Energia, finanza e tecnologia.

2 L’inflazione si sta stabilizzando, ma a un livello più elevato

2 L’inflazione si sta stabilizzando, ma a un livello più elevato

Quando si pensa all’inflazione occorre distinguere tra inflazione ciclica e strutturale.

Sebbene le banche centrali siano state abili a domare l’inflazione ciclica esplosa dopo la pandemia, le forze che trainano l’inflazione strutturale sono rimaste all’opera. Tra queste vi sono deglobalizzazione e demografia, dal momento che la riduzione della forza lavoro spinge al rialzo i salari. La transizione energetica globale è proseguita più lentamente del previsto, il che implica potenziali shock meteorologici e una maggiore volatilità dell’inflazione.

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La nuova agenda politica statunitense rafforza potenzialmente le prospettive di un’inflazione più elevata nel breve periodo.

2 L’inflazione si sta stabilizzando, ma a un livello più elevato

Fin dal 2022 l’inflazione è uno dei fattori predominanti nei mercati finanziari. Nel corso del 2024 l’inflazione è scesa da livelli record. Ma è importante non farsi ingannare da questi trend disinflazionistici. L’inflazione non sta sparendo; sta solo mutando. Per comprendere perché, occorre distinguere tra inflazione ciclica e strutturale.

L’inflazione ciclica dipende dalle oscillazioni del ciclo macroeconomico. Le banche centrali sono state piuttosto abili a far scendere l’inflazione ciclica dai picchi del 2022 tramite politiche monetarie aggressive.

L’inflazione strutturale è trainata da trend più a lungo termine come deglobalizzazione, demografia e transizione energetica. Gli shock alle catene di fornitura possono rendere l’inflazione più volatile. Mettendo da parte il Giappone, unico Paese a sperimentare un processo deflazionistico, l’invecchiamento della popolazione nei mercati sviluppati è di natura inflazionistica dal momento che vi sono in proporzione meno lavoratori e più pensionati che consumano ma non producono.

Anche le forze deflazionistiche giocano un ruolo importante, come ad esempio la tecnologia, e in particolare l'intelligenza artificiale, che potrebbe aiutare le aziende a ridurre i costi.

Le forze strutturali alla base dei trend inflazionistici

Fonte: AB. Solo a scopo illustrativo.

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A prescindere dall’acceso dibattito a cui abbiamo assistito nel corso del 2024 sul tipo di “atterraggio” con cui sono alle prese gli Stati Uniti (duro, morbido o nessun atterraggio), le prospettive di crescita degli utili restano robuste.

3 L’attrattiva dell’azionario, in chiave tattica

3 L’attrattiva dell’azionario, in chiave tattica

L’azionario globale appare attrattivo nell’anno di fronte a noi date le prospettive di crescita negli Stati Uniti ancora solide. Secondo le stime di consensus, nel 2025 è attesa una crescita degli utili nei mercati sviluppati a livello globale pari a un apprezzabile 12,1%, la crescita che negli Stati Uniti dovrebbe attestarsi al 14,7%*.

I titoli azionari statunitensi godono anche di elevati margini di profitto.Questo trend è destinato a proseguire? A un certo punto avremmo potuto aspettarci un’ondata di riprovazione sociale nei confronti del livello estremamente elevato dei margini di profitto negli Stati Uniti. Da allora è cambiato tutto.

Un’amministrazione Trump determinata ad allentare la regolamentazione, a nostro avviso, consentirebbe ai margini di restare elevati ancora a lungo. A favorire un incremento dei margini, poi, ci sarebbero anche politiche fiscali espansive.

*Fonte: J.P. Morgan, MSCI e AB (v. grafico alla pagina successiva).

3 L’attrattiva dell’azionario, in chiave tattica

E le valutazioni? È vero, il mercato azionario globale appare sopravvalutato. Ma ciò non significa che le quotazioni siano destinate a scendere. Il livello elevato delle valutazioni, a nostro avviso, potrebbe contribuire a una maggiore volatilità dei mercati azionari, ma gli utili influiranno sulle performance molto più delle valutazioni.

Il sentiment è un altro fattore cruciale per l’attrattiva tattica dell’azionario. Nel 2024, secondo dati forniti da EPFR, i fondi azionari globali hanno goduto di afflussi per 712 miliardi di dollari. I flussi verso gli Stati Uniti sono stati particolarmente robusti, mentre a sperimentare deflussi è stata solo l’Europa. Dopo un periodo di afflussi eccezionalmente elevati è possibile attendersi una certa debolezza da parte dell’asset class. Tenendo conto di tutti i fattori in gioco la nostra lettura del sentiment indica che gli investitori possono aspettarsi un’alta volatilità; ciononostante il nostro pronostico è ancora quello di rendimenti positivi per l’azionario nel 2025.

A rafforzare l’attrattiva di un’esposizione all’azionario è anche l’aumento dell’inflazione. Le nostre ricerche indicano che le azioni possono vantare un solido track record, avendo offerto rendimenti reali positivi (ovvero superiori al tasso d’inflazione) per tutto l’ultimo secolo.

Gli utili attesi nel 2025 restano solidi nonostante le incertezze

Previsioni di consensus sulla crescita degli utili per azione (%)

Le performance passate e l’analisi del contesto attuale non sono garanzia di risultati futuri.

Stati Uniti rappresentati dall’indice MSCI USA, Eurozona dall’MSCI Eurozone, Giappone dall’MSCI Japan, mercati sviluppati dall’MSCI World e mercati emergenti dall’MSCI Emerging Markets. Previsioni sui mercati sviluppati al 9 dicembre 2024. Previsioni sui mercati emergenti al 17 novembre 2024. Fonti: J.P. Morgan e AB

4 Il private credit offre vantaggi in termini di diversificazione

4 Il private credit offre vantaggi in termini di diversificazione

Gli asset non quotati stanno divenendo una componente sempre più importante di un’allocation diversificata per gli investitori. In cosa consiste la loro attrattiva? Gli asset non quotati offrono vantaggi in termini di diversificazione fornendo esposizione a settori non rappresentati nei mercati regolamentati oltre a una certa protezione dall’inflazione. Oggi, inoltre, una quota via via maggiore dei capitali raccolti nell’economia nel suo insieme si presenta sotto forma di asset non quotati, rafforzando l’attrattiva dell’asset class sotto il profilo dell’offerta per quegli investitori che intendano allocarvi una porzione più consistente del proprio portafoglio. Eppure i timori, legati ad esempio a illiquidità (ovvero il fatto che non sia possibile disinvestire in qualsiasi momento) e commissioni, non mancano. Gli asset non quotati, però, non sono tutti uguali. Siamo relativamente negativi nei confronti del private equity a causa degli elevati multipli delle operazioni di buyout e della possibilità che un maggior costo del debito limiti i rendimenti nei prossimi due decenni.

4 Il private credit offre vantaggi in termini di diversificazione

Il private credit, a nostro avviso, è più attrattivo che in passato. Alcuni rischi permangono, come il fatto che non sia stato ancora messo alla prova in un vero ciclo di default. L’asset class, tuttavia, offre agli investitori un premio di illiquidità che può essere misurato in anticipo valutando il suo rendimento rispetto ai mercati regolamentati prima di aprire una posizione. Il tasso variabile offerto dal private credit rappresenta per giunta un cuscinetto efficace contro l’aumento dell’inflazione. Nel caso del private equity, per contro, in sostanza l’investitore deve prendere per buona una spiegazione di natura relativamente ipotetica del perché l’investimento dovrebbe rivelarsi redditizio nel decennio successivo.

In sintesi…

Ci troviamo in un contesto caratterizzato da enormi mutamenti politici che influenzeranno mercati finanziari e asset in maniera complessa. Gli investitori, di conseguenza, devono adeguare le proprie aspettative alla luce della nostra previsione che l’inflazione rappresenterà una caratteristica persistente del contesto macroeconomico globale insieme a tassi di crescita reali più bassi. Un tale quadro rende opportuna una significativa allocazione all’azionario oltre che una diversificazione tramite l’esposizione al private credit.

Inigo Fraser Jenkins
Inigo Fraser Jenkins Investment Strategist
Alla Harmsworth
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