L’analisi storica non è garanzia di risultati futuri.
Al 31 agosto 2024
Fonte: FactSet e AB
Market Matters
Nell'ultimo decennio il mercato azionario statunitense ha sovraperformato il resto del mondo sviluppato di oltre il 215%, al netto dei cambi valutari, ed è avviato a piazzarsi al primo posto anche quest'anno. Sarebbe comprensibile se gli investitori, dinnanzi a questo straordinario track record, si domandassero: perché darmi pena di detenere qualcosa di diverso dalle azioni statunitensi? D'altro canto, è improbabile che un margine di vantaggio così ampio permanga anche in futuro, quindi è lecito chiedersi se questo non sia un buon momento per ribilanciare i portafogli riducendo l'esposizione agli Stati Uniti.
Al 31 agosto 2024. Fonte: FactSet e AB
La principale argomentazione a sfavore di un'ulteriore sovraperformance degli Stati Uniti risiede negli alti livelli dei multipli di valutazione, poiché la valutazione iniziale è il principale driver delle performance attese su lunghi orizzonti temporali, come il prossimo decennio.
Al momento le azioni statunitensi sono scambiate con un premio del 51% rispetto al resto del mondo, quasi un massimo storico. I titoli USA sono inoltre sopravvalutati di oltre il 29% rispetto alla loro media storica (cfr. Grafico).
Tuttavia, gli alti multipli di valutazione in termini assoluti possono essere giustificati se gli investitori ritengono (al pari nostro) che i rendimenti reali resteranno probabilmente bassi. Inoltre, riteniamo che il mercato azionario statunitense presenti vantaggi strutturali che giustificano un premio di valutazione e che dovrebbero contribuire a sostenere le future performance azionarie.
L’analisi storica non è garanzia di risultati futuri.
Al 31 agosto 2024
Fonte: FactSet e AB
Le azioni statunitensi sono scambiate con un premio del 51% rispetto al resto del mondo, quasi un massimo storico.
Al 31 agosto 2024. Fonte: FactSet e AB
Le società statunitensi si confermano più redditizie, con un ROE pari al 16% rispetto al 10,3% dell’area EAFE. Sul breve periodo la crescita degli utili è un driver dei rendimenti azionari molto più importante della mean reversion (o ritorno verso la media) delle valutazioni e può giustificare un premio valutativo.
Inoltre, gli Stati Uniti potrebbero essere maggiormente in grado di affrontare alcune forze secolari che dovrebbero ostacolare la crescita, tra cui due delle maggiori sfide economiche e di mercato del prossimo decennio: l'invecchiamento demografico e la deglobalizzazione.
Secondo le proiezioni delle Nazioni Unite, la popolazione globale in età lavorativa dovrebbe diminuire dello 0,2% all'anno nel prossimo decennio. Se la produttività rimane costante, la contrazione della forza lavoro si traduce in un rallentamento della crescita economica. Le carenze di manodopera potrebbero inoltre indurre i lavoratori a chiedere retribuzioni più alte che potrebbero erodere i margini aziendali.
Gli Stati Uniti hanno una popolazione più giovane rispetto agli altri mercati sviluppati e alla Cina. Anche se questo vantaggio è in graduale diminuzione, le Nazioni Unite prevedono che la popolazione statunitense in età lavorativa dovrebbe registrare comunque una crescita dello 0,3% all'anno nei prossimi anni (cfr. Grafico).
ROE
L’analisi storica non è garanzia di risultati futuri.
Al 31 agosto 2024
Fonte: FactSet e AB
Gli Stati Uniti hanno una popolazione nettamente più giovane rispetto agli altri mercati sviluppati e alla Cina, il che dovrebbe comportare un vantaggio demografico.
Anche la deglobalizzazione potrebbe giocare a favore degli Stati Uniti. Questo processo imporrà alle aziende di ripensare le catene di fornitura e di riportare entro i confini nazionali una quota significativa della capacità produttiva. La deglobalizzazione ridisegnerà inoltre le relazioni commerciali consolidate. Anche in questo caso, riteniamo che gli Stati Uniti siano avvantaggiati dal loro ampio mercato interno, che può compensare un calo delle esportazioni. Gli USA dovrebbero beneficiare altresì della loro vicinanza al Messico, con la sua base manifatturiera consolidata e competitiva sul piano dei costi.
Inoltre, gli Stati Uniti sono autosufficienti nella produzione di energia e ricchi di terreni agricoli e altre risorse naturali. Altre grandi economie sviluppate, come la Germania, il Giappone e la Corea del Sud, sono molto più dipendenti dalle esportazioni quale motore di crescita, ma anche dalle importazioni di energia e di altre materie prime.
Infine, i grandi progressi tecnologici nel campo dell'IA, lo sviluppo probabilmente più importante del 2023, potrebbero dimostrarsi rilevanti. È quasi impossibile prevedere nel dettaglio la portata dell'impatto dell'IA, ma si può sostenere che gli Stati Uniti e il loro impressionante settore tecnologico dovrebbero essere idealmente posizionati per trarne vantaggio. Un eventuale miglioramento della produttività favorito dall'IA si tradurrebbe direttamente in una crescita economica più sostenuta e in una maggiore redditività per le imprese statunitensi. Un'automazione più rapida e capillare potrebbe anche contribuire ad alleviare le future carenze di manodopera che scaturiscono dai cambiamenti demografici e dalla frammentazione dei mercati del lavoro globali.
Tradizionalmente, stando alle ipotesi a lungo termine sull'andamento dei mercati, le borse non statunitensi dovrebbero sovraperformare quelle statunitensi. Il motivo sta nel fatto che presentano un rischio maggiore, e dunque gli investitori richiedono quale corrispettivo un rendimento più elevato. Tuttavia, queste argomentazioni sono valide solo in condizioni di equilibrio, per cui non è chiaro in che misura debbano determinare le allocazioni di oggi, considerando che a nostro avviso gli investitori si confrontano con un nuovo paradigma.
Gli Stati Uniti godono di vantaggi strutturali, tra cui un quadro demografico più favorevole, una maggiore resilienza di fronte alla deglobalizzazione e una composizione settoriale che permette di sfruttare al meglio i potenziali guadagni di produttività derivanti dall'IA. Questi vantaggi giustificano un premio valutativo, per cui non ci aspettiamo che la valutazione relativa dei titoli statunitensi rispetto a quelli globali riscenda verso la media storica.
Si tratta invece di contemperare diversi tipi di rischi. I mercati statunitensi presentano un maggiore rischio di mean reversion, quelli non statunitensi un maggior rischio legato alla crescita.
In questa analisi ci siamo concentrati soprattutto sul rendimento, ma la ricerca di diversificazione rivestirà probabilmente maggiore importanza per gli investitori, poiché riteniamo che diversificare tramite i titoli di Stato sarà una soluzione meno efficace rispetto al passato. Ne consegue che un'esposizione regionale diversificata all'interno delle asset class, azioni comprese, avrà un peso maggiore. La deglobalizzazione è un fenomeno per lo più sfavorevole agli investitori, se non, forse, per la possibilità di diversificare più efficacemente a livello regionale. L'aumento della correlazione media tra le regioni registrato negli ultimi decenni ha compromesso in parte l'efficacia di questa tecnica, ma un arretramento della globalizzazione potrebbe invertire questa tendenza. Ciò, a sua volta, potrebbe rendere più vantaggiosa la diversificazione regionale.
Le valutazioni azionarie statunitensi sono elevate, ma gli Stati Uniti godono di vantaggi strutturali tra cui un quadro demografico più favorevole e un profilo settoriale più adatto a sfruttare l'innovazione basata sull'IA.
Di conseguenza, prevediamo che i titoli non statunitensi non saranno significativamente svantaggiati rispetto agli altri mercati, il che giustifica una continua esposizione alle azioni USA.
Quanto alla dimensione del rischio, l'esigenza di una maggiore diversificazione del portafoglio accrescerà l'importanza di un'esposizione diversificata a livello regionale.
Market Matters
Approfondimenti tempestivi e basati sulla ricerca per orientarsi all'interno di mercati dinamici.
Le opinioni espresse nel presente documento non costituiscono una ricerca, una consulenza d'investimento o una raccomandazione di acquisto o di vendita e non esprimono necessariamente le opinioni di tutti i team di gestione di portafoglio di AB. Le opinioni sono soggette a revisione nel tempo.
Si prega di leggere attentamente le presenti termini e condizioni di utilizzo (« Termini di utilizzo ») prima di utilizzare il sito. L’accesso al sito, comporta l’assenso ai seguenti Termini di utilizzo senza limitazioni o riserve. In particolare, si acconsente all’utilizzo di tutti i cookies su questo sito web per gli scopi descritti nei Termini di utilizzo. Se non si accettano tali Termini di utilizzo o l’utilizzo dei cookies, come descritto di seguito, si prega di non utilizzare questo sito. In qualsiasi momento i presenti Termini di utilizzo potranno essere oggetto di revisione.L’utente è vincolato da tali revisioni e, pertanto, deve visitare periodicamente questa pagina per prendere visione dei Termini di utilizzo cui è vincolato.
Questo sito è rivolto a clienti professionali, come definiti dalla normativa MIFID II. Non è destinato ad uso pubblico. Esso ha valore puramente informativo e non è inteso rappresentare un’offerta o una sollecitazione di acquisto di titoli o altri investimenti. I giudizi e le opinioni espressi si basano su previsioni interne di AllianceBernstein e non sono indicative della futura performance di mercato. Le presenti informazioni non sono destinate all’uso da parte del pubblico.
Proseguire?