I falchi saranno ancora dominanti presso le banche centrali europee?

17 gennaio 2024
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Con il rallentamento dell'inflazione i mercati si aspettano un taglio dei tassi, ma le banche centrali mirano a chiudere definitivamente la partita.

Nell'Europa continentale e nel Regno Unito l'inflazione è in calo, e nell'area euro fa registrare la flessione più rapida di tutto il mondo sviluppato (cfr. Grafico). 

Nell'Eurozona l'inflazione sta scendendo più velocemente
CPI core globale (variazione percentuale su base annua)
Nell'Eurozona l'inflazione sta scendendo più velocemente

Le analisi storiche e attuali non costituiscono garanzia di risultati futuri.
Al 31 dicembre 2023
Source: Bloomberg

La diminuzione dei tassi di inflazione ha rinfocolato l'ottimismo degli investitori a livello globale, ma dubitiamo che i principali dati e le politiche delle banche centrali giustifichino un allentamento monetario imminente nel Regno Unito e in Europa. Riteniamo inoltre che i mercati scontino adesso tagli dei tassi più rapidi di quelli che le banche centrali sono pronte ad attuare. 

Riunioni delle banche centrali: l'orientamento rimane restrittivo

Come previsto, la Bank of England (BoE) ha lasciato il Bank Rate invariato al 5,25% nel corso della riunione di dicembre. Il Monetary Policy Committee ha nuovamente votato per una pausa con una maggioranza di sei a tre, con i membri in minoranza favorevoli a un rialzo dei tassi. La dichiarazione successiva alla riunione ha avuto ancora una volta toni intransigenti: la BoE prevede di perseguire una politica restrittiva per un periodo prolungato, riservandosi la possibilità di aumentare nuovamente i tassi. Inoltre, nonostante i dati positivi pubblicati di recente, i principali indicatori di una persistente tendenza al rialzo dei prezzi, come l'inflazione dei servizi e quella dei salari, continuano a destare preoccupazioni. 

Anche la Banca centrale europea (BCE) ha lasciato i tassi invariati, come da attese, senza modificare peraltro in modo sostanziale la formulazione del suo comunicato stampa: l'inflazione core è diminuita, ma l'istituto continua a monitorare le pressioni sui prezzi alla luce della crescita sostenuta dei costi unitari del lavoro. Inoltre, il Consiglio direttivo ha ribadito la propria determinazione a mantenere i tassi di riferimento su livelli sufficientemente restrittivi per tutto il tempo necessario. 

Ha anche anticipato la conclusione di uno dei principali programmi di acquisto di obbligazioni della BCE, il Programma di acquisto per l'emergenza pandemica (PEPP), che cesserà completamente i reinvestimenti alla fine del 2024. Vediamo in questa decisione un'ulteriore mossa in senso restrittivo, poiché il ridimensionamento del bilancio della BCE comporterà un inasprimento delle condizioni finanziarie. In tutto questo c'è stato un segnale accomodante: la BCE ha omesso infatti un precedente riferimento al fatto che l'inflazione sarebbe rimasta elevata a lungo.

Nel corso della successiva conferenza stampa la presidente Christine Lagarde ha confermato che durante la riunione non si era parlato di una riduzione dei tassi e ha definito tale conversazione prematura, con la chiara volontà di contrastare il calo dei tassi di interesse sul mercato. Tuttavia, più recentemente ha indicato che tagli dei tassi saranno probabilmente implementati la prossima estate. 

In Europa si prospetta un taglio dei tassi, ma più lento di quanto scontato dai mercati

La BoE sarà probabilmente l'ultima a ridurre i tassi, ma quando sarà il suo turno interverrà in modo aggressivo. Al momento l'inflazione al consumo nel Regno Unito rimane nettamente superiore al target e la vigorosa crescita dei salari fa temere ricadute sull'inflazione. Tuttavia, riteniamo che nel corso del 2024 le spinte inflazionistiche si attenueranno più velocemente di quanto previsto dalla BoE. 

Ciononostante, il Monetary Policy Committee dell'istituto vorrà probabilmente essere sicuro che l'inflazione al consumo si riporterà in modo sostenibile verso il target del 2% nel medio termine prima di iniziare a ridurre i tassi. Di conseguenza, ci aspettiamo un inizio tardivo, con il primo taglio dei tassi nel settembre 2024 e ulteriori sforbiciate a ogni successiva riunione. 

I mercati, dal canto loro, scontano invece un ciclo di tagli anticipato ma relativamente regolare, con 115 pb di riduzioni di tassi nel 2024 e la prima sforbiciata già a maggio. Siamo del parere che questo suggerisca un calo dell'inflazione core e della crescita dei salari irrealisticamente pronunciato nel primo trimestre di quest'anno. Nel quadro più probabile di una crescita debole ma resiliente nel 2024, crediamo che la BoE eserciterà grande cautela prima di intervenire.

Le previsioni su crescita e inflazione formulate dalla BCE nel mese di dicembre sono rimaste prudenti, suggerendo ulteriori revisioni al ribasso in vista. In particolare, le previsioni indicano che l'inflazione core dovrebbe rimanere al 2,1% nel 2026 a causa della crescita sostenuta dei costi unitari del lavoro e delle pressioni sui prezzi interni. Inoltre, nonostante il ridimensionamento dei dati sulla crescita economica per il 2023 e 2024, si prevede una vigorosa ripresa nel 2025. 

Alla luce di quanto sopra, riteniamo che la BCE continuerà a privilegiare un approccio prudente, anche se le indicazioni di un calo dell'inflazione diventeranno presto sempre più evidenti. Ci aspettiamo un primo taglio dei tassi da parte dell'istituto di Francoforte nel giugno 2024, con una riduzione complessiva di 100 pb nel corso dell'anno. Il mercato ha un orientamento più aggressivo, poiché si aspetta un primo taglio dei tassi già a marzo e 150 punti base di riduzioni nel 2024.

Le opinioni espresse nel presente documento non costituiscono una ricerca, una consulenza di investimento o una raccomandazione di acquisto o di vendita e non esprimono necessariamente le opinioni di tutti i team di gestione di portafoglio di AB. Le opinioni sono soggette a modifiche nel tempo.