Esistono molti metodi diversi per raggiungere l'obiettivo "net zero". Le nostre azioni per il clima si concentrano essenzialmente sullo sviluppo di metriche e obiettivi a livello aziendale e di portafoglio; a questo si aggiunge l'engagement con i dirigenti delle imprese sulle questioni salienti. Anziché ricorrere a esclusioni generalizzate o al disinvestimento come prima opzione, consideriamo quest'ultimo uno strumento della nostra strategia di escalation a cui fare ricorso in caso di insuccesso dell'attività di engagement. In molti casi le imprese che contribuiscono al problema climatico globale possono giocare un ruolo determinante nella sua soluzione, e restare investiti offre l'opportunità di influenzare il comportamento aziendale affinché cambi in meglio. Soprattutto, riconosciamo che le questioni climatiche presentano molte incognite e che non siamo attrezzati per affrontarle tutte al nostro interno. Di conseguenza, dobbiamo valutare quali questioni possono essere affrontate internamente e quali richiedono un aiuto esterno.
Formazione dei team d'investimento
Tutte le nostre attività "net zero" sono radicate nella formazione. In passato, nella maggior parte delle imprese d'investimento, la ricerca sul cambiamento climatico era di competenza degli analisti specializzati nell'energia, poiché il settore era uno dei principali responsabili delle pressioni sul clima. Oggi tutte le aziende di tutti i settori e i comparti produttivi dovrebbero prepararsi ad affrontare il cambiamento climatico. Dall'assistenza sanitaria ai beni di prima necessità ai prodotti industriali, gli analisti che in passato non si sono occupati delle questioni inerenti al cambiamento climatico devono ricevere un'adeguata formazione sull'importanza del clima per le tesi d'investimento relative ai candidati e alle società in portafoglio. Questa è stata un'enorme sfida culturale per la nostra organizzazione.
Le imprese che pensano al clima già da oggi – e che investono nelle relative soluzioni – saranno più preparate ad affrontare il futuro in un mercato in cui i concorrenti possono sviluppare alternative a basse emissioni di carbonio. Vista la rapida evoluzione della regolamentazione, le imprese impreparate potrebbero essere colpite improvvisamente da una carbon tax, da nuovi requisiti per gli edifici o dall'obbligo di ammodernare le proprie attrezzature. Inoltre, all'aumentare della consapevolezza dei problemi climatici, i clienti stanno modificando i loro comportamenti di acquisto. Tutte queste questioni avranno in futuro un profondo impatto sulle quote di mercato, i cash flow e la redditività delle imprese. Per incorporare tali considerazioni nell'analisi finanziaria, abbiamo dovuto innanzitutto formare i nostri team d'investimento sulle questioni sottostanti legate al clima.
Questo genere di formazione richiedeva competenze che non avevamo al nostro interno. Pertanto, nel 2019 abbiamo dato vita a una partnership esclusiva con l'Earth Institute della Columbia University, che è sede di centinaia di climatologi ed esperti di cambiamento climatico, per collaborare allo sviluppo di un corso sul cambiamento climatico per gli investitori. Da allora tutti i nostri gestori di portafoglio e analisti, così come diversi membri del nostro consiglio, hanno partecipato a questo programma di formazione.
Il corso tratta le nozioni scientifiche di base e la direzione del cambiamento climatico; le implicazioni legali, sanitarie, politiche e normative; le potenziali soluzioni; e spiega come incorporare il cambiamento climatico nell'analisi finanziaria. Abbiamo inoltre ampliato la platea di potenziali corsisti, in modo da offrire una formazione anche a clienti e proprietari di asset. A fine novembre 2021, più di 1.100 persone esterne all'azienda avevano partecipato al corso sul clima. Adesso stiamo lavorando con Columbia University per sviluppare progetti collaborativi che permetteranno di attingere all'approccio multidisciplinare della Columbia al cambiamento climatico nell'ambito dei nostri processi d'investimento. Questi comprendono gruppi di lavoro sulle energie rinnovabili, la contabilità del carbonio, gli allevamenti di salmone e la biologia di sintesi. Crediamo che questa partnership esclusiva tra la nostra azienda e un'eminente istituzione scientifica ci assicurerà importanti vantaggi, come la capacità di approfondire un approccio d'investimento consapevole del clima e di attuare un engagement più efficace con le aziende.
Engagement sugli obiettivi climatici
Disinvestire dalle imprese è, a nostro avviso, la via d'uscita più facile. Ritirandosi da un settore o da un'azienda controversa, gli investitori perdono l'opportunità di influenzare i comportamenti aziendali affinché cambino in meglio. Le aziende inquinanti con un potenziale di miglioramento hanno minori probabilità di modificare la loro condotta se non ci sono investitori attivisti che premono per un cambiamento. Consideriamo ad esempio la deforestazione. Uno dei nostri portafogli è investito in produttori brasiliani di carne bovina, che sono tra i principali responsabili della deforestazione dell'Amazzonia.
Data l'entità di questa crisi ambientale, potrebbe sembrare controintuitivo investire nei produttori brasiliani. Questo investimento, tuttavia, segue a una logica semplice e lineare. Evitando o smettendo di investire nei produttori brasiliani di carne bovina ridurremmo senz'altro l'esposizione dei nostri portafogli al rischio di deforestazione, ma non contribuiremmo ad arginare il fenomeno. Grazie ai nostri investimenti nei produttori brasiliani di carne bovina, possiamo attuare un engagement efficace con i team manageriali per affrontare i rischi di deforestazione. Dal 2012 studiamo le pratiche messe in atto da ciascuna azienda e, in frequenti incontri di engagement, le spingiamo a migliorare. Restando investiti, possiamo incoraggiare le imprese ad adottare pratiche più sostenibili, con ricadute positive per l'ambiente, per la loro performance e per i rendimenti azionari.
Analogamente, alcune imprese d'investimento potrebbero decidere di tenersi alla larga dalle compagnie di petrolio e gas. Si tratta a nostro avviso di un approccio ingenuo, perché sappiamo bene che nel prossimo decennio il mondo avrà bisogno di idrocarburi in attesa che si concluda la transizione verso le rinnovabili. In questa transizione, alcune grandi compagnie petrolifere hanno operazioni molto meno inquinanti di altre, e alcune giocano un ruolo importante nella costruzione delle infrastrutture per le rinnovabili. Un asset manager che decide di decarbonizzare un portafoglio vendendo tutte le sue posizioni nel settore petrolio e gas non dà alcun contributo alla decarbonizzazione del mondo.
In qualità di investitori attivi, consideriamo l'engagement con i team manageriali delle aziende un elemento centrale della nostra filosofia sulle questioni ambientali, sociali e di governance (ESG). Tramite il dialogo costruttivo con gli alti dirigenti, miriamo a influenzare il comportamento delle aziende, nella speranza che questo incida positivamente sui risultati degli investimenti. Nel 2020 abbiamo lanciato la nostra prima campagna di engagement ESG mirata, incentrata sulle nostre maggiori partecipazioni azionarie che non utilizzavano obiettivi di riduzione delle emissioni di carbonio o metriche ESG nel calcolo delle retribuzioni dei dirigenti, stando alle definizioni di Institutional Shareholder Services e Bloomberg. Abbiamo chiesto a queste imprese di introdurre tali misure nei due anni successivi e abbiamo monitorato il comportamento di questi emittenti nella nostra campagna di engagement ESG 2021. Più in generale, abbiamo tenuto oltre 12.500 incontri con gli emittenti durante il 2020, compresi 835 engagement su temi ESG con 534 aziende. Le discussioni durante questi incontri hanno riguardato prevalentemente questioni legate al clima, tra cui emissioni di carbonio (249 incontri), vulnerabilità al cambiamento climatico (74) e opportunità nel campo delle tecnologie pulite (45)(cfr. Grafico).