Il giro di vite sulle normative cinesi può favorire il credito?

05 agosto 2021
4 min read

Il giro di vite a livello di regolamentazione cinese per le aziende attive nei settori dell’istruzione e della tecnologia ha portato con sé una netta ondata di vendite, partita dall’azionario cinese per poi estendersi ai mercati offshore del credito e valutari. Sebbene le preoccupazioni degli investitori in merito all’imprevedibilità dell’intervento del governo siano comprensibili, intravediamo comunque uno spiraglio di luce in un contesto difficile.

In primo luogo, le società cinesi, attente ai segnali lanciati dal governo, erano pronte già da tempo a una supervisione più rigida e all’inasprimento della regolamentazione. In secondo luogo, se da un lato le aziende che ignorano i segnali di Pechino potrebbero subire gravi conseguenze, quelle che invece li seguono e allineano le loro prassi con gli obiettivi statali saranno probabilmente favorite da un contesto normativo più rigoroso e attendibile, che si tradurrà in margini più ridotti ma flussi di cassa più stabili. Si tratta di un contesto favorevole per investire nel credito.

La regolamentazione cinese: più profonda, più rigida, più rapida

L’importante ondata di vendite registrata a fine luglio è stata innescata dalla nuova regolamentazione introdotta nel settore dell’istruzione privata cinese, in fase di progressiva crescita. Le autorità di regolamentazione cinesi hanno vietato lo scopo di lucro nei servizi di tutoring doposcuola, determinando un collasso delle azioni di istituti privati attivi in tale business, che ha avuto ripercussioni su tutto il mercato.

Questi provvedimenti hanno fatto seguito al giro di vite in materia di regolamentazione introdotto in altri ambiti, soprattutto verso le aziende attive in settori a crescita elevata come l’e-commerce, il food delivery e il ride hailing. Questi nuovi settori hanno avuto grande successo negli ultimi decenni grazie al lassismo normativo, al progresso tecnologico, ai cambiamenti di stile di vita e all’evoluzione demografica, e hanno preso il sopravvento sui settori cinesi più tradizionali come l’immobiliare, i servizi finanziari e le infrastrutture.

Gli investitori potrebbero restare sorpresi dalla velocità e dall’intransigenza della nuova regolamentazione cinese . Ma le preoccupazioni delle autorità dietro a tali decisioni non sono una caratteristica distintiva della Cina, bensì sono molto simili a quelle di politici e autorità di regolamentazione negli USA e in Europa.

Le big tech, ad esempio, sono sotto i riflettori ovunque a causa delle loro enormi dimensioni, delle prassi spesso additate come anticoncorrenziali, del possesso dei dati dei consumatori e del potenziale rischio finanziario. La differenza tra la risposta del governo cinese e quella dei governi nel resto del mondo è che il sistema di governance cinese consente di prendere provvedimenti in maniera più rapida e decisa.

Individuare i rischi normativi chiave

I rischi normativi in Cina possono essere divisi in quattro grandi categorie:

  1.  Antitrust. Per tutelare i consumatori e i dipendenti svantaggiati, il governo sta inasprendo i provvedimenti per le prassi anticoncorrenziali. Questo interessa soprattutto settori come l’e-commerce, il food delivery e i servizi locali di trasporto/logistica, che sono dominati da due o tre operatori soltanto. Di norma, le aziende versano una penale una tantum. Elevati costi di compliance possono eroderne i margini. Eppure queste aziende rimangono redditizie e sono considerate fondamentali ai fini del miglioramento della vita delle persone, della creazione di posti di lavoro e dello sviluppo di una società armonica.
  2. Regolamentazione dei contenuti. Pechino controlla l’espressione pubblica di opinioni: le società di streaming video, i fornitori di contenuti, i social media e le società di gaming sono nel mirino degli enti di regolamentazione dei contenut. Il problema per le aziende è che la definizione del governo di “espressione accettabile” continua ad evolvere e mutare, rendendo più complicato allinearsi.
  3. Maggiori riforme. Il governo cinese ha avviato un ambizioso programma di riforme trainato da fattori strutturali e da obiettivi sociali, ambientali e politici ad ampio raggio. Questo potrebbe generare difficoltà soprattutto per le aziende che si trovano al centro di tali riforme, come i settori dell’istruzione e della tecnologia finanziaria, per due ragioni.
    In primo luogo, nella fase preliminare, il governo spesso definisce delle linee guida ampie che mirano a dare nuova forma alle attività, piuttosto che vietare specifiche prassi. Di conseguenza, le aziende potrebbero non seguire pienamente questi segnali e addirittura aggravare problemi già esistenti. In secondo luogo, il governo è disposto a pagare un prezzo molto elevato per raggiungere i suoi obiettivi sociali e politici, e questo determina un’incertezza in merito alla redditività futura del modello di business di un’azienda.
  4.  Singoli elementi innovativi. Le aziende molto grandi e che rifiutano di ascoltare i segnali normativi possono trovarsi in serie difficoltà. L’app di ride hailing Didi (servizio di passaggi a chiamata), ad esempio, inizialmente era soggetta al solo rischio normativo antitrust perché dominava il suo mercato. Ma avendo ignorato i segnali del governo in merito alla sicurezza nazionale, è stata poi sottoposta a una supervisione ancora più rigida per l’uso improprio dei dati dei clienti. Il governo cinese può accettare le tecnologie innovative, ma le aziende innovative sono un’altra questione.

Percorsi diversi per le aziende cinesi

Dopo aver celebrato il centenario lo scorso 1° luglio, il Partito Comunista Cinese ha più fiducia che mai nella sua capacità di portare l’economia e la società cinese al livello successivo. Il suo obiettivo è già passato da una semplice crescita del PIL basata sulle cifre a un obiettivo multisfaccettato che unisce target politici, sociali, economici e ambientali.

Le società cinesi devono scegliere la loro strada per il futuro. Quelle che si adattano alla mentalità di Pechino saranno probabilmente ricompensate; quelle che invece insistono sul “vecchio modello” di crescita potrebbero precipitare in una crisi più profonda.

La morale della storia? Le società cinesi dovrebbero pensarci due volte prima di eccedere nelle spese in conto capitale o di assumersi rischi normativi non necessari per innescare una crescita incrementale del fatturato. Dovrebbero piuttosto focalizzarsi sulla generazione di flussi di cassa stabili, sul miglioramento della trasparenza e della compliance e sulla sensibilizzazione alle questioni ambientali, sociali e di governance.

Con questo quadro di riferimento in mente, gli investitori possono individuare più prontamente quali aziende avranno maggiori probabilità di successo in questa fase di irrigidimento del contesto normativo in Cina.

Le opinioni espresse nel presente documento non costituiscono una ricerca, una consulenza di investimento o una raccomandazione di acquisto o di vendita e non esprimono necessariamente le opinioni di tutti i team di gestione di portafoglio di AB. Le opinioni sono soggette a modifiche nel tempo.