Inflazione: progressi irregolari, ma destinati a proseguire

16 aprile 2024
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L'inflazione rimane elevata, ma in molte economie è in miglioramento
Inflation is dropping globally, as the 3-month run rate pulls down the year-on-year average across more countries.

L'analisi storica non è garanzia di risultati futuri.
OCSE: Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico
Inflazione core nelle principali economie in base agli indici locali dei prezzi al consumo
Al 27 marzo 2024
Fonte: Haver Analytics, OCSE e AllianceBernstein (AB)

L'inflazione, una delle molte variabili prese in considerazione nelle decisioni di investimento multi-asset, è diminuita notevolmente lo scorso anno, ma le sorprese al rialzo registrate negli Stati Uniti e in Europa all'inizio del 2024 fanno temere a molti investitori che il ritorno alla normalità abbia subito una battuta d'arresto. Noi non siamo dello stesso parere. In realtà, l'inflazione continua a calare, e in un maggior numero di grandi economie. 

In Svizzera e in Cina, ad esempio, l'inflazione è già inferiore al 2% su base annua. In Canada, Giappone, Norvegia e Regno Unito l'inflazione su base annua è ancora superiore a tale livello, ma i tassi a tre mesi segnalano un notevole rallentamento anche in questi paesi (cfr. Grafico in alto). 

All'inizio del 2024 i progressi nell'abbattimento dell'inflazione negli Stati Uniti e nell'area euro hanno subito una decelerazione, ma in entrambi i casi l'inflazione core è scesa notevolmente dai picchi del 2022, attestandosi appena al di sotto del 3% in entrambe le regioni (il dato statunitense è basato sul Personal Consumption Expenditures Price Index, la misura dell'inflazione preferita dalla Fed). Inoltre, i potenziali indicatori di un'inflazione sostenuta, come i prezzi delle abitazioni e i salari, rimangono relativamente contenuti. Al contempo, il rafforzamento delle previsioni di consensus sulla crescita mondiale suggerisce un atterraggio morbido in futuro.

La lotta all'inflazione è un processo che richiede tempo; le banche centrali sembrano compiere continui passi avanti, e probabilmente manterranno il proprio orientamento accomodante nonostante i recenti aumenti delle spinte inflazionistiche. La Banca nazionale svizzera (BNS) si è mossa per prima, riducendo i tassi di 25 punti base in marzo, e la BCE sembra avviata a seguirne le orme in giugno. Negli Stati Uniti è probabile che i tagli dei tassi slittino alla seconda metà del 2024, ma siamo del parere che siano comunque in programma. 

L'inflazione e le prospettive economiche sono solo due dei tanti fattori presi in considerazione nelle decisioni di asset allocation tattica e strategica, ma riteniamo che costituiscano un segnale positivo per gli asset rischiosi, comprese le azioni. Naturalmente, gli investitori devono anche restare agili e pronti a reagire a un contesto in evoluzione.  

Le opinioni espresse nel presente documento non costituiscono ricerca, consulenza di investimento o raccomandazioni di acquisto o di vendita, e non rappresentano necessariamente le opinioni di tutti i team di gestione di AB; tali opinioni sono soggette a revisione nel corso del tempo.