Le azioni resilienti vanno oltre la distinzione value-growth

21 aprile 2021
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Gli investitori stanno riconsiderando quali sono le tipologie di imprese destinate a prosperare nella prossima fase di ripresa, in ragione del recente rimbalzo dei titoli azionari value. A nostro avviso, la capacità di generare utili sostenibili, a prescindere dallo stile, sarà un fattore chiave della performance.

Di recente, le azioni value hanno registrato un rimbalzo, trainate dalla speranza che l’uscita dalla pandemia farà rifiorire l’economia globale. Il divario tra emissioni value e growth è stato particolarmente evidente negli Stati Uniti. Settori come i servizi finanziari e l’energia, che sono più sensibili al ciclo, tendono a generare buone performance nelle fasi di ripresa economica e sono maggiormente rappresentati nei benchmark di tipo value. Le azioni growth, invece, possono ritrovarsi sotto pressione a causa del rialzo dei tassi d’interesse, che tendono a incidere sui loro multipli più di quanto non accada con le controparti value.

Il dibattito growth contro value continuerà a dominare la scena. Da parte nostra, siamo convinti che ci siano aspetti più importanti da valutare, al di là delle tradizionali definizioni di stile, anche considerando quanto sarà diversa la normalizzazione post-COVID rispetto alle precedenti fasi di ripresa. Riteniamo dunque che gli investitori debbano ampliare il proprio orizzonte di valutazione e andare oltre la dicotomia value/growth per cogliere il vero potenziale di ogni singola impresa.

Tre indicatori di un elevato potenziale di ripresa

A nostro avviso, il fattore chiave da considerare è se la qualità offerta da un titolo sia disponibile a un costo ragionevole. All’indomani di una crisi senza precedenti, il concetto di qualità è strettamente legato alla rapidità con cui la singola impresa riuscirà a recuperare sul fronte degli utili, di pari passo con il miglioramento delle condizioni economiche. Per identificare le società che sono in grado di muoversi in questo senso, gli investitori dovrebbero ricercare tre fattori chiave di crescita che hanno una particolare attinenza nel contesto odierno:

  1. Lo slancio legato alle riaperture: le società che hanno maggiori chance di trarre vantaggio dalla riapertura delle economie costituiranno ovviamente il principale fattore di crescita nel 2021. Ma l’iter della ripresa non seguirà l’andamento usuale. La forte domanda repressa di beni da parte di consumatori e imprese determinerà un’accelerazione al cambio di passo non appena i lockdown saranno definitivamente revocati, e questa dinamica produrrà effetti sui mercati in tempi piuttosto brevi. Da un lato, molte aziende non avranno difficoltà a registrare una sensibile crescita degli utili rispetto ai livelli depressi dello scorso anno, soprattutto nel settore retail e in quello dei viaggi, che sono stati i più penalizzati nel 2020. D’altra parte, sarà facile identificare le società che faticano a mantenere il trend di crescita del recente passato, perché dovuto essenzialmente al picco di domanda per determinati servizi generato dalla pandemia.

  2. Evoluzione dei comportamenti: i consumatori hanno sviluppato comportamenti diversi rispetto a 12 mesi fa. Ad esempio, acquistano di più online, utilizzano maggiormente le carte di credito e di debito rispetto al contante e attingono diversamente alla visione di film e programmi TV preferiti. Molti di questi cambiamenti persisteranno. Il Regno Unito, dal canto suo, ha da poco innalzato la soglia massima per i pagamenti contactless con carta di credito, che a quota 100 sterline è oggi più che raddoppiata rispetto al recente passato (cfr. grafico a sinistra). Nel caso delle imprese, il lavoro da remoto e la riduzione dei viaggi in trasferta hanno permesso di contenere le spese e contribuito ad ampliare i margini. I fornitori di attrezzature a noleggio per imprese, che di norma vengono penalizzati nelle fasi di recessione, hanno tenuto bene durante la pandemia (cfr. grafico a destra). Tutto considerato, è possibile che i titoli migliori del 2020 continueranno a mietere successi, mentre alcune imprese che aspettano il “ritorno alla normalità” potrebbero non raggiungerla mai più.

  3. Espansione dei margini: la crescita della redditività sarà quindi un fattore cruciale, soprattutto considerando che a molte società è stata già perdonata la compressione dei margini avvenuta nel 2020. Se l’inflazione torna moderatamente ad aumentare, come previsto, superare la prova sarà ancora più difficile nel 2021, considerando le aspettative pre-crisi. Le aziende potranno anche crescere, ma se i margini continueranno a contrarsi, il mercato le penalizzerà. Il potere di determinazione dei prezzi sarà sempre più importante, pertanto le società che offrono prodotti e servizi differenziati o altamente desiderabili di cui c’è penuria dovrebbero conseguire buone performance.



Con l’economia globale in via di guarigione, gli investitori continueranno a riconsiderare i vantaggi relativi tanto delle azioni value quanto di quelle growth. Ma le loro valutazioni devono essere formulate tenendo conto di multipli prezzo-utili che si attestano sui massimi dagli anni Novanta del secolo scorso . Di conseguenza, il profilo di rischio complessivo del mercato aumenta. Ecco perché le aziende di qualità elevata con un rapporto prezzo/utili ragionevole e profitti trasparenti dovrebbero essere avvantaggiate. Concentrarsi in maniera semplicistica sullo stile value o su quello growth impedisce di cogliere il quadro generale: le società con modelli di business resilienti in risposta all’evoluzione delle condizioni economiche e di mercato dovrebbero essere in grado di generare solidi rendimenti nel mondo post-pandemia, a prescindere dallo stile d’investimento a cui viene fatto corrispondere il loro titolo azionario.

Le opinioni espresse nel presente documento non costituiscono ricerca, consulenza di investimento o raccomandazioni di acquisto o di vendita, e non rappresentano necessariamente le opinioni di tutti i team di gestione di AB; tali opinioni sono soggette a revisione nel corso del tempo.