Oltre alle azioni high dividend, gli investitori dovrebbero puntare sulle imprese redditizie e resilienti che scambiano a valutazioni interessanti. Abbiamo notato che le aziende con utili sostenibili, flussi di cassa stabili e disciplina del capitale tendono regolarmente a sovraperformare, inoltre, viste le incertezze sulla volatilità futura, possono contribuire ad attenuare i ribassi.
Questa combinazione di "qualità, stabilità e prezzo" ha inoltre battuto il mercato nei contesti di inflazione elevata e sostenuta. All'aumentare dei prezzi, le aziende affrontano una serie di pressioni sia sul fronte dei costi che del reddito. Le imprese di qualità elevata con cash flow solidi hanno maggiori possibilità di proteggere i loro margini. Questi titoli costituiscono inoltre una valida integrazione al credito high yield, perché a confronto gli emittenti di obbligazioni ad alto rendimento tendono ad avere livelli di leva più alti e track record non comprovati.
2. Considerare il credito high yield
Un'altra importante fonte di reddito è il credito, soprattutto adesso che i rendimenti sono saliti notevolmente. A seguito degli energici rialzi dei tassi attuati dalle banche centrali globali per contrastare l'inflazione, i rendimenti del credito hanno subito un'impennata e le valutazioni sono molto più appetibili rispetto a un anno fa.
I rendimenti elevati, però, non sono tutto: anche il quadro fondamentale è importante. Di solito è in questa fase del ciclo economico che le pressioni sui profitti si intensificano: gli eccessi a livello aziendale aumentano e la contrazione della domanda e l'inasprimento delle condizioni finanziarie ostacolano la raccolta di capitali a tassi accessibili.
Fortunatamente, nell'attuale contesto di fine ciclo non si rilevano livelli di sofferenza così elevati. Gli emittenti vantano ancora fondamentali solidi e di alta qualità e hanno approfittato dei tassi contenuti durante la pandemia per ristrutturare il debito e allungare le scadenze. Oggi gli emittenti high yield presentano un'ottima capacità di servizio del debito, come non accadeva da molti anni, mentre le valutazioni rimangono estremamente interessanti, soprattutto rispetto alle azioni (cfr. Grafico).