Prospettive del private credit: evoluzione e opportunità

04 gennaio 2024
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In poco più di un decennio il private credit si è evoluto da asset class di nicchia a componente fondamentale di un portafoglio diversificato.

Un potenziale rallentamento della crescita economica nel corso di quest'anno potrebbe mettere in difficoltà alcuni mutuatari, evidenziando l'importanza per gli asset manager di saper affrontare e gestire in modo proattivo il rischio di credito all'interno di un portafoglio. Al contempo, con l'inflazione statunitense probabilmente sui massimi o quasi e quella dell'Eurozona avviata a ritornare verso il target, ci aspettiamo di osservare una maggiore attività sui mercati dei capitali e un aumento dei volumi delle operazioni private.

In breve, l'anno appena iniziato potrebbe rivelarsi remunerativo per coloro che hanno investito nel private credit. Le opportunità abbracciano l'intero spettro di rischio-rendimento e tutte le asset class del private credit, tra cui prestiti alle imprese, commercial reale estate, transizione energetica e credito al consumo. Le allocazioni degli investitori, peraltro, sono in aumento. Secondo Preqin i patrimoni complessivamente investiti in quest'area sono quasi raddoppiati dal 2020, per un valore attuale di 1.600 miliardi di dollari e questi dovrebbero salire a 2.300 miliardi entro il 2027.

La domanda che gli investitori si porranno probabilmente nel 2024 non è se aumentare l'esposizione al private credit, bensì come.

Banche in ritirata

A nostro avviso, gli investitori avranno a disposizione diverse opzioni. Lo scorso anno le banche hanno ridotto drasticamente l'attività creditizia, poiché all'aumentare dei tassi d'interesse hanno subito un'emorragia di depositi e rilevato perdite mark-to-market sulle proprie posizioni in titoli (cfr. Grafico). Da quando i tassi d'interesse hanno cominciato a salire rapidamente nel 2022, le famiglie statunitensi hanno ritirato dalle banche oltre 1.000 miliardi di dollari di depositi, dando ulteriore slancio alla tendenza verso un ridimensionamento dell'attività bancaria iniziata dopo la crisi finanziaria globale. 

Banche in assetto difensivo dopo il deflusso di depositi

La performance passata non costituisce garanzia di risultati futuri. 
Dati al 30 giugno 2023
Fonte: US Federal Reserve Board 

Le banche dovranno presto conformarsi alle norme globali aggiornate di Basilea 3, che entreranno in vigore nel 2025 e che prevedono una riformulazione del concetto di attività ponderate per il rischio. Prevediamo che questo costringerà molti istituti a ridurre ulteriormente l'attività creditizia e a sbarazzarsi di alcuni prestiti (residenziali, commerciali e corporate) già iscritti nei loro bilanci. 

In altre parole, oggi alcune banche vogliono dedicarsi alla movimentazione di fondi, anziché alla raccolta di depositi. Ciò darà ai finanziatori privati l'occasione di collaborare con gli istituti di credito in diversi segmenti di mercato e aree geografiche nel 2024 e oltre.

Ad esempio, i finanziatori privati potrebbero attingere a interessanti opportunità di investimento, come l'acquisto a sconto di portafogli di prestiti dalle banche o la stipula di accordi di ripartizione dei rischi per acquisire prestiti di nuova emissione che soddisfano determinati requisiti di credito.

Le banche, dal canto loro, trarrebbero vantaggio dalla possibilità di continuare a erogare prestiti, incassando le relative commissioni, senza dover sostenere gli onerosi requisiti patrimoniali associati al mantenimento di questi prestiti nei loro bilanci.

Un percorso accidentato

Il contesto macroeconomico del prossimo anno potrebbe creare qualche difficoltà. I tassi di riferimento delle banche centrali rimarranno probabilmente elevati rispetto ai livelli degli ultimi 15 anni, ma i segnali di un rallentamento della crescita negli Stati Uniti e in Europa suggeriscono che gli istituti di emissione potrebbero iniziare a ridurli prima di fine anno. Ci aspettiamo un atterraggio morbido, ma pur sempre un atterraggio. 

Questo aspetto è importante, perché anche una lieve svolta nel ciclo del credito può essere sufficiente a esercitare ulteriori pressioni su alcuni mutuatari. Ciò finirà probabilmente per accendere i riflettori sulla capacità dei gestori di sottoscrivere, strutturare e prezzare efficacemente il rischio di credito, giocando a favore di quelli che hanno maturato esperienza di gestione in una varietà di asset class e di cicli economici. 

D'altro canto, è importante rammentare che le operazioni di private credit sono originate, negoziate e strutturate in modo diretto (anche per quanto riguarda i covenant applicabili al mutuatario). Queste operazioni comportano anche una comunicazione regolare tra i finanziatori, i mutuatari e, nel caso dei prestiti diretti, gli sponsor di private equity. Ciò favorisce l'impegno proattivo con i mutuatari e la risoluzione di potenziali problemi.   

Un vuoto da colmare

A cosa dovrebbero quindi puntare gli investitori all'inizio del nuovo anno? A nostro avviso, ci sono diverse aree che meritano attenzione; tuttavia, il 2024 potrebbe rivelarsi l'anno in cui le strategie incentrate su finanziamenti asset-backed, note anche come "specialty finance", inizieranno a rappresentare una quota maggiore delle allocazioni nel private credit.

La specialty finance comprende strategie di nicchia che prevedono l'erogazione di finanziamenti non bancari a fronte di un pool di crediti o asset generatori di cash flow, spesso legati ai consumi o a piccole imprese, come prestiti per l'acquisto di auto o di attrezzature o asset particolari, come i flussi di reddito generati dal pagamento di royalty. 

Siamo dell'avviso che questi tipi di strategie abbiano le carte in regola per fornire un solido potenziale di rendimento, favorendo al contempo la diversificazione dei portafogli e ampliando notevolmente l'universo degli investimenti privati, proprio come hanno fatto i prestiti diretti negli anni successivi alla crisi finanziaria globale.

Non trascurare i prestiti diretti

I prestiti diretti hanno alimentato la crescita del private credit all'indomani della crisi finanziaria globale e rimarranno il fondamento delle allocazioni in questa asset class. All'inizio del 2024 i prestiti diretti rappresentano la quota maggiore del mercato del credito corporate privato negli Stati Uniti e offrono un interessante differenziale di rendimento rispetto al credito societario pubblico. 

Come se non bastasse, i prestiti diretti possono giocare un ruolo importante sia nei mercati rialzisti che in quelli ribassisti. Riteniamo che privilegiando le aziende con solidi profili di ricavo e una clientela diversificata si possano generare rendimenti corretti per il rischio interessanti in qualsiasi contesto di mercato. Oggi le operazioni di private credit sono accompagnate da importanti protezioni strutturali tra cui apporti sostanziosi di fondi propri. Riteniamo che nel nuovo anno gli investitori possano trovare vantaggioso rivolgersi a gestori disciplinati con esperienza nell'investimento in diverse condizioni di mercato. 

Una svolta imminente?

Nel 2023 l'attività nel mercato del commercial real estate è stata limitata, ma i segnali di un possibile picco dei tassi di interesse negli Stati Uniti e in Europa suggeriscono che la situazione potrebbe cambiare. L'accresciuta stabilità dei tassi dovrebbe a nostro avviso favorire un aumento dei volumi delle operazioni e una maggiore scoperta dei prezzi delle diverse tipologie di immobili. 

Un'ondata di prestiti in scadenza detenuti da banche che potrebbero essere restie a rinnovarli potrebbe creare opportunità per i finanziatori privati pazienti e adeguatamente capitalizzati. Come sempre, il rapporto tra rischio e rendimento varia a seconda del tipo di immobile. 

Transizione energetica globale   

Prevediamo che nell'anno a venire i finanziatori privati continueranno a incanalare fondi verso i progetti di energia rinnovabile, e all'inizio del 2024 intravediamo numerose opportunità interessanti. Molte di queste scaturiscono dal repricing degli asset infrastrutturali pubblici e privati a lungo termine seguito ai bruschi aumenti dei tassi nel terzo trimestre del 2023.  

Per gli investitori in grado di adottare un approccio altamente opportunistico, l'attuale contesto di mercato sembra appetibile. La domanda di capitali da parte degli sviluppatori rimane robusta e le tensioni nel settore bancario indicano che il potere negoziale si è spostato verso i fornitori di capitali privati, che possono chiedere forme di credit enhancement e altre misure di protezione. Scorgiamo opportunità nei mercati di Stati Uniti ed Europa.

Mettere i capitali all'opera

Anche laddove la crescita economica dovesse rallentare, è probabile che i rendimenti rimangano al di sopra dei minimi dell'era pre-pandemia. Ci aspettiamo inoltre che le condizioni delle operazioni di finanziamento in tutte le asset class rimangano favorevoli, con bassi rapporti prestito/valore e valutazioni rese appetibili dal repricing degli ultimi 18 mesi dovuto all'aumento dei tassi. A nostro avviso il 2024 sarà un ottimo momento per mettere i capitali all'opera. 

Le opinioni espresse nel presente documento non costituiscono una ricerca, una consulenza di investimento o una raccomandazione di acquisto o di vendita e non esprimono necessariamente le opinioni di tutti i team di gestione di portafoglio di AB. Le opinioni sono soggette a modifiche nel tempo.