Obbligazioni corporate IG: un treno in corsa

26 agosto 2022
5 min read

Siamo finalmente entrati in un regime di tassi elevati: il 30 giugno, i rendimenti prevalenti delle obbligazioni corporate investment grade globali hanno raggiunto il 4,3%. Gli investitori creditizi aspettavano da oltre un decennio un livello di rendimento così interessante. Sfortunatamente, a causa del rallentamento della crescita e del timore di una potenziale recessione, alcuni investitori guardano al settore con diffidenza. A nostro avviso sprecano un'occasione. Ecco perché.

Le valutazioni sono interessanti – secondo molti parametri

Non possiamo ignorare il fatto che i rendimenti delle obbligazioni corporate IG globali hanno raggiunto il livello massimo dalla crisi finanziaria globale (cfr. Grafico). I rendimenti delle obbligazioni corporate europee superano di oltre il 2% il livello di un anno fa, quando metà dell’indice stazionava in territorio negativo. Oggi, nessun titolo corporate europeo presenta un rendimento negativo. E nel giro di pochi mesi, i rendimenti delle obbligazioni corporate USA sono saliti dal 13° percentile al 99° percentile rispetto a un decennio fa.

Rendimenti obbligazioni corporate investment grade al massimo degli ultimi 10 anni
Indice Bloomberg Global Aggregate Credit: Rendimento minimo e option-adjusted spread
Rendimenti obbligazioni corporate investment grade al massimo degli ultimi 10 anni

Al 30 giugno 2022
Fonte: Bloomberg

Quando i rendimenti obbligazionari erano ridotti, talvolta gli investitori optavano per le azioni a elevato dividend yield, alla ricerca di asset generatori di reddito con potenziale di rialzo della crescita. Oggi vale l’inverso: le obbligazioni corporate investment grade offrono il più significativo differenziale positivo di rendimento rispetto al dividend yield dell’indice S&P 500 dell’ultimo decennio (cfr. Grafico), mitigando al contempo il potenziale di ribasso degli asset rischiosi.

Le obbligazioni corporate presentano oggi un enorme vantaggio di rendimento rispetto alle azioni
Differenza tra rendimento sulle obbligazioni corporate investment grade USA e dividend yield S&P 500
Le obbligazioni corporate presentano oggi un enorme vantaggio di rendimento rispetto alle azioni

Obbligazioni corporate investment grade USA rappresentate da Indice J.P. Morgan US Liquid (in USD).
Al 30 giugno 2022
Fonte: Bloomberg, J.P. Morgan, S&P e AB

Infine, gli attuali spread creditizi piuttosto generosi compensano ampiamente gli investitori per il rischio di recessione, considerando soprattutto il punto di partenza del settore – fondamentali straordinariamente solidi.

I fondamentali solidi offrono una protezione dalle crisi

Nelle fasi iniziali di un rallentamento, in genere i fondamentali delle imprese sono già deboli. Ma oggi gli emittenti godono di condizioni finanziarie di gran lunga migliori di quelle presentate dai loro omologhi alla vigilia delle recessioni passate, anche grazie alla lunga fase di incertezza che ha accompagnato la pandemia di coronavirus. Questa incertezza ha spinto le aziende a gestire bilanci e liquidità in modo prudente negli ultimi due anni, anche a fronte di una crescita della redditività. Di conseguenza, gli indici di leva finanziaria e di copertura, i margini e i free cash flow sono migliorati.

Per confermare questi dati, abbiamo condotto un'approfondita analisi storica "a universo costante" del mercato delle obbligazioni corporate investment grade statunitensi, modificando il nostro universo di emittenti per eliminare distorsioni quali il bias della sopravvivenza, cambiamenti della composizione e così via. Il risultato di questo esercizio è un "universo costante" che mostra il calo degli indici di leva e l'aumento degli indici di copertura negli ultimi 12 mesi, rispetto al baratro della pandemia di COVID-19 all'inizio del 2020 (cfr. Grafico).

I bilanci delle imprese sono oggi molto più solidi
"Universo costante" di società statunitensi con rating investment grade
I bilanci delle imprese sono oggi molto più solidi

Le analisi storiche e attuali non sono garanzia di risultati futuri.
Al 31 maggio 2022
Fonte: AB

Grazie alla relativa solidità dei bilanci, gli emittenti corporate sono in grado di sostenere la pressione e non stanno affrontando un ciclo di downgrade pronunciato, con il rallentamento di crescita e domanda.

Oltre al benessere generale delle aziende, la loro propensione ad assumere rischi è chiaramente ridotta. Nelle fasi di espansione, le aziende spesso contraggono ulteriori debiti per finanziare fusioni e acquisizioni (M&A) o incrementare le distribuzioni agli azionisti. Quando il ciclo entra in fase discendente, le aziende possono ritrovarsi eccessivamente indebitate o con liquidità troppo scarsa. Oggi però sono poco propense a contrarre prestiti per finanziare operazioni di M&A.

In effetti, ci sono i margini per un aumento di tale propensione, senza che questo si ripercuota sui rating. Anche se la politica finanziaria collettiva delle aziende diverrà probabilmente più aggressiva nei prossimi 12 mesi, ci aspettiamo che i miglioramenti nei profili creditizi supereranno i deterioramenti in quasi tutti i settori investment grade. Questa previsione si pone in continuità con una tendenza recente: nella prima metà del 2022 le revisioni al rialzo dei rating hanno superato i declassamenti di oltre 2 a 1.

I fattori tecnici sono destinati a migliorare

Oggi le dinamiche di domanda e offerta sono un pezzo meno ovvio del puzzle delle prospettive generali. Ma in base alla nostra analisi, le crescenti preoccupazioni legate alle vendite di asset delle banche centrali potrebbero essere infondate. Ad esempio, la Federal Reserve non è mai stata molto attiva nel mercato delle obbligazioni corporate investment grade USA, pertanto con l’abbandono del quantitative easing è improbabile che le sue vendite si ripercuotano sui mercati.

Per contro, la Banca Centrale Europea (BCE), se liquiderà il suo enorme portafoglio di obbligazioni corporate investment grade, potrebbe inondare il mercato del credito europeo. Ma lo farà? Secondo noi no. Nel 2018, le banche centrali hanno prematuramente concluso i loro programmi di acquisto di titoli di Stato, per poi doverli riprendere poco dopo. La BCE non vorrà ripetere questo scenario, che minaccerebbe la stabilità del mercato in un contesto di rallentamento della crescita. Piuttosto, la BCE potrebbe mantenere le sue obbligazioni corporate investment grade e addirittura reinvestire il flusso di cassa nel mercato del credito IG, offrendo ulteriore stabilità al settore creditizio europeo.

E per quanto riguarda la domanda? Molti investitori rimangono in disparte, avendo sottopesato per anni l'obbligazionario nelle loro asset allocation a causa dei rendimenti eccezionalmente bassi. Ci aspettiamo che le obbligazioni corporate investment grade saranno il primo naturale passo degli investitori nel mercato, grazie al livello di rendimento molto più interessante che offrono attualmente. Questo posiziona il settore corporate per un rally. Di fatto i flussi di obbligazioni corporate si sono già stabilizzati e potrebbero essere sull’orlo di un’inversione.

Molti elementi a favore

In breve, anche in caso di una possibile recessione, ci sono segnali molto promettenti per le obbligazioni corporate IG globali. Le valutazioni sono interessanti. I bilanci sono solidi, i free cash flow sono in espansione, la redditività è in aumento, le politiche finanziarie delle imprese sono relativamente prudenti. Di fatto, i fondamentali non sono mai stati così robusti alla vigilia di un rallentamento economico. Perfino le dinamiche di domanda e offerta potrebbero essere favorevoli.

A nostro avviso, gli investitori creditizi dovrebbero fidarsi dei segnali e saltare a bordo. Raramente abbiamo visto un momento migliore per investire in obbligazioni corporate investment grade.

Le opinioni espresse nel presente documento non costituiscono ricerca, consulenza di investimento o raccomandazioni di acquisto o di vendita, e non rappresentano necessariamente le opinioni di tutti i team di gestione di AB; tali opinioni sono soggette a revisione nel corso del tempo.