Cambio ai vertici Fed: la politica monetaria ne risentirà?

16 settembre 2021
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In questo momento, i mercati dei capitali sono molto concentrati sull’atteso abbandono del quantitative easing (QE) negli Stati Uniti, ma prevediamo che l’attenzione verrà presto rivolta a un’altra transizione, quella cioè che potrebbe interessare i vertici della stessa Federal Reserve.

Il mandato di Jerome Powell in qualità di Presidente, o Chair del Board of Governors della Fed, scadrà infatti il prossimo febbraio, e probabilmente questo autunno il presidente degli Stati Uniti Joe Biden annuncerà quale sarà il suo futuro. Quella di Powell non è tuttavia l’unica poltrona in fermento: il mandato del Vice Chair (vice-presidente) Richard Clarida scade a gennaio, mentre quello di Randal Quarles in qualità di Vice Chair of Supervision scade il mese prossimo, sebbene non sia in scadenza il suo mandato di governatore della Fed.

Powell bis... o magari Brainard?

Con tre possibili partenze e un posto già vacante, nei prossimi mesi l’amministrazione Biden avrà l’opportunità di selezionare ben quattro dei sette governatori della Fed (non tutte le cariche verranno necessariamente trasferite ad altri). A nostro avviso, ci sono buone probabilità che Powell venga riconfermato, godendo infatti di un ampio sostegno da parte di entrambi i partiti politici grazie alla sua condotta in materia di politica monetaria.

Se, invece, Biden deciderà di sostituire Powell, o se quest’ultimo rifiuterà il secondo mandato, il suo più probabile successore sembrerebbe essere una donna, Lael Brainard, alla Federal Reserve dal 2014 e attualmente in carica come governatrice presso l’istituto centrale. Qualora si concretizzasse l’ipotesi del cambio ai vertici, non prevediamo però una variazione in termini di politica monetaria. La continuità politica dovrebbe essere una prerogativa anche per i candidati esterni: l’attuale approccio è stato d’aiuto all’economia nel corso della pandemia e sembra diretto, molto gradualmente, verso la normalizzazione. È improbabile che un nuovo Presidente sia propenso a destabilizzare questa situazione.

Un approccio più risoluto sul fronte della regolamentazione bancaria

Le critiche mosse a Powell dal Congresso si concentrano fondamentalmente sulla regolamentazione: alcuni detrattori vedono infatti troppa deferenza nei confronti del settore finanziario, in particolare delle grandi banche.

Per questo motivo, vediamo come improbabile la riconferma di Quarles. È invece plausibile la nomina di una figura più pragmatica, e Brainard sembra essere la migliore candidata anche per questo ruolo, laddove non venga nominata Presidente. Molto esperta in materia di politica di regolamentazione, Lael Brainard è a favore di un controllo maggiormente attivo; una presa di posizione, questa, molto apprezzata dai legislatori inclini a un’applicazione più rigorosa della regolamentazione.

Mentre la maggior parte dei membri lascia la Fed alla scadenza dei propri mandati da vicepresidente, Quarles ha comunicato la sua volontà di rimanere almeno in qualità di governatore. Sarebbe una rottura improbabile con quanto accaduto in passato, ma è una possibilità da considerare. Per lo meno, potrebbe scegliere di rimanere fino a quando non verrà nominato un nuovo vicepresidente, evitando di lasciare l’infrastruttura di regolamentazione della Fed troppo a corto di personale.

Il mandato del vicepresidente Clarida scade a fine gennaio, e quasi certamente non verrà rinnovato. Biden potrebbe tuttavia scegliere di riconfermarlo, ma riteniamo più probabile che per quella carica il Presidente guarderà oltre la Fed, così come per l’attuale poltrona vacante. Data l’attuale composizione del consiglio, a nostro avviso qualsiasi ricerca esterna si concentrerà su candidati in grado di offrire una prospettiva diversa al Federal Open Market Committee.

Interrogativi sulle implicazioni politiche

Cosa implicherà per la politica monetaria questo potenziale giro di poltrone?

Dal momento che l’amministrazione Biden sembra apprezzare maggiormente la continuità, ci sono validi motivi per puntare sulla stabilità all’interno della Fed. Di conseguenza, sono scarse le probabilità di un rinnovo ai vertici in grado di provocare un cambio di rotta per la politica monetaria, in particolare laddove Powell venisse riconfermato alla presidenza.

Nel lungo periodo, un nuovo mix nelle file della Fed potrebbe essere più incisivo. Per ora, la banca centrale è disposta a tollerare un’inflazione più alta laddove quest’ultima porti a livelli di occupazione migliori. Se Biden nominerà dei governatori che condividono questa visione, la tolleranza verso l’inflazione potrebbe diventare una politica a lungo termine. Il settore finanziario potrebbe inoltre assistere a una regolamentazione più rigida, in particolare con maggiori vincoli per le grandi banche.

Gli altri effetti del turnover ai vertici della Fed dovranno essere individuati col passare del tempo, ma poiché l’istituto rimane un attore chiave nell’elaborazione delle politiche economiche, le nomine fatte in questo rimpasto saranno certamente determinanti negli anni a venire.

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