Di recente i prezzi delle obbligazioni britanniche sono crollati, dopo che il netto sell-off dei titoli di Stato (gilt) è stato aggravato dalle vendite forzate dai fondi pensione britannici in crisi. Dall’inizio dell’anno, i segmenti del mercato dei gilt più duramente colpiti hanno ceduto 15 anni di utili. Hanno perso molto terreno anche le obbligazioni corporate in sterline, ora molto economiche rispetto alla media storica (cfr. Grafico in alto).
Con il sell-off dell’intero mercato denominato in sterline, due categorie di obbligazioni corporate appaiono particolarmente interessanti:
- le obbligazioni di emittenti statunitensi con operazioni globali, meno sensibili alle prospettive di crescita del Regno Unito e dell’Europa, e
- le emissioni di aziende di settori meno ciclici, meglio posizionate per affrontare le oscillazioni economiche
Gli spread delle obbligazioni in sterline possono rimanere così ampi? A nostro avviso, sono già arrivati al massimo.
Per ora le vendite forzate proseguono, perché i fondi pensione britannici a prestazione definita non riescono a soddisfare le richieste di margine sulle strategie di copertura dei tassi di interesse tramite leva finanziaria istituite nell’ambito di programmi di liability-driven investing (LDI). Questi fondi pensione non sono riusciti a raccogliere garanzie in contanti, soprattutto perché le loro partecipazioni sui mercati privati e gli immobili non possono essere liquidate tempestivamente. E questo ha esacerbato la pressione alla vendita degli asset cedibili dei fondi pensione, nello specifico gilt e titoli di credito britannici.
A nostro avviso, tuttavia, i mercati obbligazionari britannici sono destinati a stabilizzarsi. Il governo britannico ha già compiuto una sostanziale marcia indietro sui tagli fiscali non finanziati che avevano messo in dubbio la stabilità finanziaria del Paese. Inoltre, la Bank of England ha agito prontamente, mettendo temporaneamente in pausa il suo programma di irrigidimento quantitativo per agire da acquirente di ultima istanza per i fondi pensione in crisi. Il messaggio del governatore della Banca Andrew Bailey è stato chiaro: gli amministratori fiduciari hanno poco tempo per mettere in ordine le loro strategie e il programma di supporto della banca è stato tempestivamente interrotto la scorsa settimana. Questa dinamica di vendite forzate dovrebbe dunque concludersi, e abbiamo già visto i primi segnali di stabilità sul tratto a più lungo termine del mercato del credito.
Secondo le stime, le perdite correlate alle vendite a carico dei fondi pensione britannici dovute alla crisi hanno totalizzato £150 miliardi. Una cifra notevole, che tuttavia sottolinea l’ampiezza dell’opportunità per gli acquirenti all’estremo opposto del trade.