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Mercati emergenti: trovare opportunità nel reset dell’economia globale

20 maggio 2025
5 min read
Adriaan du Toit| Director—Emerging Market Economic Research; Senior Economist—Africa
Edward Williams| Investment Strategist—Multi-Asset Solutions
Jingting Deng| Senior Equity Investment Strategist and Head—Emerging Market Equities Business Development

I cambiamenti delle politiche statunitensi possono sembrare scoraggianti, ma i mercati emergenti offrono ancora un potenziale di rialzo.

I cambiamenti delle politiche statunitensi stanno provocando un reset dell’economia globale. In questo processo, i mercati emergenti (ME) sono penalizzati su tre fronti: l’aumento dei dazi potrebbe pregiudicare i loro flussi commerciali; la politica USA in materia di immigrazione si ripercuoterà sulle rimesse dei lavoratori esteri verso paesi emergenti come El Salvador e Senegal; infine, i tagli alla spesa degli Stati Uniti hanno già ridotto il flusso di aiuti internazionali, danneggiando soprattutto i mercati di frontiera.

In questo nuovo contesto, la rivalità tra grandi potenze crea ulteriori problemi: per molte economie emergenti sia gli Stati Uniti che la Cina sono grandi clienti, e rabbonire i primi senza irritare la seconda (e viceversa) sembra un’impresa quasi impossibile. Anche se la recente sospensione dei dazi per un periodo di 90 giorni ha allentato le tensioni e dato impulso ai mercati, l’incertezza rimane elevata e la sottostante strategia di reset dell’economia globale sembra destinata a proseguire.

Nel frattempo, all’inizio dell’anno le esportazioni dei mercati emergenti hanno registrato un’impennata, poiché i clienti si sono affrettati ad accumulare scorte in vista di un potenziale aumento dei dazi. Questa tendenza potrebbe continuare fino alla fine del periodo negoziale di 90 giorni, ma se e quando i dazi entreranno in vigore, assisteremo una contrazione significativa dell’attività economica. Per quest’anno, nei mercati emergenti, prevediamo una crescita inferiore al trend, con rischi equamente bilanciati in funzione degli esiti legati ai dazi.

Nonostante la serie di ricadute negative, i cambiamenti delle politiche statunitensi hanno probabili risvolti positivi per i mercati emergenti. Inoltre, considerando la vasta gamma di titoli dei mercati emergenti, insieme a un contesto economico in rapida evoluzione, scorgiamo diverse opportunità per i gestori attivi.  

L’indebolimento del dollaro gioca a favore dei mercati emergenti

Il relativo vigore dimostrato di recente dall’economia statunitense ha impresso slancio al dollaro USA. Tuttavia, adesso che gli investitori percepiscono le vulnerabilità che affliggono l’economia americana a causa dei nuovi dazi proposti e che i dati suggeriscono un rallentamento imminente, il biglietto verde dovrebbe cominciare a scendere da un livello storicamente elevato (cfr. Grafico).

Il dollaro USA è relativamente sopravvalutato
Tasso di cambio effettivo reale del dollaro USA ponderato per l’interscambio
The real effective trade-weighted level is almost two standard deviations away from average, the highest this century.

Solo per scopi illustrativi. La performance passata non costituisce garanzia di risultati futuri.
Al 31 marzo 2025
Fonte: Banca dei Regolamenti Internazionali (BRI)

Dal punto di vista del reset economico globale, l’indebolimento del dollaro USA rende più competitivi i produttori statunitensi, contribuisce a ridurre il disavanzo commerciale degli Stati Uniti e sostiene le iniziative di reshoring e resilienza delle catene di fornitura. Di conseguenza, indebolire il dollaro è in effetti uno degli obiettivi dell’amministrazione Trump, che al suo perseguimento dedicherà probabilmente una costante attenzione. A tale scopo, l’amministrazione potrebbe persino decidere di offrire concessioni sui dazi ai partner commerciali disposti a cooperare nella gestione dei tassi di cambio.

Crediamo che, nel complesso, i rischi siano già orientati verso un indebolimento del dollaro, a causa di fattori quali la valutazione relativamente elevata, l’incertezza sulle politiche e i timori sul debito degli Stati Uniti e modifiche potenzialmente graduali attuate dalle banche centrali nella gestione delle proprie riserve allo scopo di diversificare le proprie esposizioni valutarie.

In generale, un indebolimento del dollaro è uno sviluppo positivo per i mercati emergenti, in quanto offre alle economie emergenti una maggiore flessibilità monetaria e riduce le pressioni legate ai rimborsi del debito estero di questi paesi. Spesso, inoltre, un deprezzamento del biglietto verde coincide con un aumento dei prezzi delle materie prime, con il conseguente rafforzamento dei bilanci di molte economie emergenti esportatrici di commodity. Un indebolimento del dollaro può anche migliorare il potere d’acquisto, dando impulso in linea di principio al commercio internazionale. Questo è un fattore estremamente positivo, considerando che molti paesi emergenti hanno un’esposizione significativa agli scambi internazionali (cfr. Grafico).

Molti paesi emergenti hanno una forte esposizione al commercio internazionale
Scambi di merci in percentuale del PIL
Central Europe, the Middle East and North Africa have the highest exposures of all.

Solo per scopi illustrativi
Gli scambi sono pari alla somma di esportazioni ed importazioni.
Al 15 aprile 2025
Fonte: Banca Mondiale

Nei mercati emergenti, le battute d’arresto sono spesso seguite da rimbalzi

I dazi proposti dagli Stati Uniti nel 2025 si inseriscono nel solco delle politiche varate nel 2018 durante la prima amministrazione Trump. Le imprese dei mercati emergenti avevano già subodorato il pericolo di nuovi dazi e avevano cominciato ad adeguare le loro catene di fornitura per mitigare possibili interruzioni. Al contempo, gli investitori nei mercati emergenti hanno tenuto conto di questi rischi nel loro processo decisionale, per cui gran parte dell’impatto previsto dei dazi potrebbe essere già scontato nelle quotazioni degli asset emergenti.

Di conseguenza, laddove uno scenario di dazi elevati venisse meno, i titoli dei mercati emergenti potrebbero a nostro avviso registrare un deciso rimbalzo, specialmente perché in passato le azioni dei mercati emergenti hanno sovraperformato quelle dei mercati sviluppati dopo i periodi di estrema volatilità.

Restare diversificati, prestando attenzione ai bruschi capovolgimenti

In questo contesto di grande incertezza e volatilità, gli investitori con un approccio fortemente tattico potrebbero trovarsi esposti al rischio di bruschi capovolgimenti. Noi suggeriamo di optare per un portafoglio ampiamente diversificato ed equilibrato, con posizioni azionarie poggiate su fondamentali solidi e un’enfasi sul pricing power e su caratteristiche difensive che permettano di resistere alle pressioni legate ai dazi. Quanto ai titoli obbligazionari, raccomandiamo di privilegiare la qualità (ad esempio, sovraponderando il debito sovrano dei mercati emergenti rispetto a quello in valuta locale).

Prepararsi a diversi scenari

Al tempo stesso, in attesa di una maggiore chiarezza sui dazi, crediamo che gli investitori dovrebbero cercare i possibili vincitori e perdenti in una varietà di scenari. Ad esempio:

  • In uno scenario che vede il ripristino di dazi reciproci elevati, tra i vincitori figurerebbero paesi e aziende poco colpiti dai dazi o avvantaggiati dalla sostituzione delle importazioni. Scorgiamo opportunità rispettivamente nei settori dei consumi e della finanza in Brasile e nei produttori di beni di consumo ciclici in Cina. Tra i perdenti vi sarebbero i grandi esportatori di merci verso gli Stati Uniti, soprattutto nei settori ritenuti più importanti per il successo del settore manifatturiero statunitense.
  • In uno scenario di dazi ridotti, i recenti movimenti dei prezzi hanno già comportato un rimbalzo di molte delle aziende e dei paesi più colpiti. Una ricerca meticolosa dovrebbe aiutare gli investitori a stabilire in quali casi i prezzi hanno subito variazioni eccessive o insufficienti.
  • Dal punto di vista del reset economico globale, tra i perdenti si potrebbero trovare aziende rientranti in catene di fornitura strategicamente importanti che sono vulnerabili al reshoring verso gli Stati Uniti. D’altro canto, i paesi e le imprese che cercano di aggirare i dazi USA con il trasbordo attraverso paesi terzi (“origin washing”) potrebbero essere oggetto di sanzioni da parte degli Stati Uniti. All’opposto, tra i vincitori ci sarebbero le aziende destinate a beneficiare del previsto rilancio dell’industria manifatturiera statunitense, comprese quelle che già possiedono o prevedono di costruire impianti produttivi negli Stati Uniti.

I mercati emergenti offrono una vasta gamma di opportunità

Le vaste dimensioni dei paesi e delle aziende dell’universo emergente, sommate alle inefficienze intrinseche dei mercati, danno ai gestori attivi numerose opportunità di scoprire le anomalie di prezzo, sia tra asset class che al loro interno. In effetti, il gestore attivo mediano operante nei mercati emergenti, tanto in ambito azionario quanto in quello obbligazionario, ha sovraperformato il proprio benchmark nel lungo periodo. Di conseguenza, riteniamo che i mercati emergenti dovrebbero rappresentare una quota significativa dei budget destinati dagli investitori alle strategie attive.

Analogamente, i mercati emergenti potrebbero fornire preziosi vantaggi di diversificazione del portafoglio durante la fase di volatilità che accompagna il reset. Le sole A-share cinesi comprendono circa 5.000 titoli, un mercato vasto e poco efficiente che evidenzia anche una correlazione tra le più basse con i mercati sviluppati (cfr. Grafico).

Le A-share cinesi offrono importanti vantaggi di diversificazione
Correlazioni dei rendimenti settimanali, dal 2015 al 2024
Weekly return correlations from 2015 through 2024 have been 0.35 or lower versus Europe, the US and Japan equities.

La performance passata non costituisce garanzia di risultati futuri.
Al 31 dicembre 2025
Fonte: Bloomberg

A nostro avviso, i mercati emergenti sono una valida scelta per gli investitori multi-asset, che ricercano il miglior valore relativo in un’ampia gamma di azioni e obbligazioni emesse da società. Ad esempio, scorgiamo prospettive economiche favorevoli negli Emirati Arabi Uniti, grazie alla forte crescita del settore non petrolifero e alla solidità dei conti pubblici e delle posizioni sull’estero. Tuttavia, viste le alte valutazioni del debito nella regione, privilegiamo le azioni legate all’immobiliare e alla finanza, due settori strettamente connessi ai principali driver economici ma che, a nostro avviso, offrono un potenziale di rendimento migliore. 

Solo il tempo potrà dire quale sarà l’esito del reset economico globale. Tuttavia, possiamo essere certi che i mercati emergenti offriranno molte opportunità promettenti in una varietà di scenari.

Le opinioni espresse nel presente documento non costituiscono una ricerca, una consulenza di investimento o una raccomandazione di acquisto o di vendita e non esprimono necessariamente le opinioni di tutti i team di gestione di portafoglio di AB. Le opinioni sono soggette a modifiche nel tempo.