Outlook obbligazionario 2023: trovare il giusto equilibrio

03 gennaio 2023
5 min read

Il 2022 è stato un anno difficile per gli investimenti. Con la lotta all’inflazione delle banche centrali, i tassi di interesse sono saliti e il timore di una recessione si è intensificato. I mercati azionari e obbligazionari hanno rotto gli schemi e sono calati all’unisono. Quasi tutti i settori dell’obbligazionario hanno subito perdite importanti e gli investitori non hanno saputo dove rifugiarsi.

Le banche centrali devono ora rallentare il ritmo dell’inasprimento e calibrare con attenzione un atterraggio morbido, pur adoperandosi con fermezza per contrastare l’inflazione. Di seguito illustreremo le difficoltà associate a un rallentamento globale, i benefici dell’aumento dei rendimenti e le strategie per l’anno prossimo.

Una linea sottile: crescita vs inflazione

Nonostante un evidente rallentamento globale, le banche centrali rimangono focalizzate sul contenimento dell’inflazione. Tuttavia, in ragione dell’effetto ritardato dei rialzi dei tassi, ci aspettiamo che rallenteranno il ritmo per poter valutare le ripercussioni della politica monetaria sull’inflazione fino a questo momento.

Con un ritmo più moderato potrebbero evitare l’atterraggio estremamente duro conseguente a una politica di rialzi ostinatamente aggressiva. Ci aspettiamo invece recessioni poco profonde nell’Eurozona e nel Regno Unito, e una crescita quasi invariata negli USA nel 2023. Ora che i policymaker si stanno orientando verso un approccio attendista, la turbolenza del mercato finanziario potrebbe ridursi.

Tuttavia alcuni fattori trainanti dell’inflazione – come le strozzature della filiera e l’impatto della guerra tra Russia e Ucraina sui prezzi dell’energia – esulano dal controllo delle banche centrali. Di conseguenza, anche se l’inflazione globale potrebbe aver raggiunto il picco e i dati recenti sull’inflazione statunitense sono incoraggianti, le tempistiche per il calo e la stabilizzazione dell’inflazione rimangono vaghe. L’incertezza potrebbe dunque persistere nel 2023.

I rendimenti più elevati fanno la differenza

L’incertezza che contribuisce ad alimentare la volatilità del mercato e a provocare occasionali problemi di liquidità genera anche delle opportunità. I rendimenti sono ora molto più elevati nei mercati investment grade e high yield e molti settori sono ai massimi pluriennali (Grafico). 

Rendimenti obbligazionari vicini a massimi su gran parte del mercato obbligazionario

La performance passata non costituisce garanzia di risultati futuri. 
CMBS: commercial mortgage-backed securities; ME: mercati emergenti; EMG: emergenti; VL: valuta locale; dollaro USA
I dati storici sono forniti unicamente a scopo illustrativo. Investment Grade USA è rappresentato dall’indice Bloomberg US Agg Corporate; Investment Grade globali è rappresentato dall’indice Bloomberg Global Agg Corporate; High Yield USA è rappresentato dall’indice Bloomberg US High Yield Corporate; HY globale è rappresentato dall’indice Bloomberg Global High Yield Corporate; HY paneuropeo dall’indice Bloomberg Pan-European High Yield; HY EMG paneuropeo dall’indice Bloomberg Pan European EMG High Yield; HY tit. Stato 
VL ME dall’indice Bloomberg EM Local Currency Government High Yield; high yield ME USD dall’indice Bloomberg EM USD Sovereign High Yield; ME USD Corp + Quasi-Sov dall’indice Bloomberg EM USD Corp + Quasi Sovereign High Yield; BBB IG CMBS dall’indice Bloomberg CMBS IG BBB.
Al 30 dicembre 2022
Fonte: Bloomberg e AllianceBernstein (AB)

Rendimenti così elevati possono apparire anomali. Ma la vera anomalia nella storia della finanza è stata l’era dei rendimenti quasi azzerati che ha lasciato gli investitori affamati di reddito. Riteniamo infatti di essere tornati a un’era di tassi di interesse strutturalmente più elevati. Gli investitori possono ora attingere a fonti di reddito resilienti che per molti anni sono state estremamente difficili da individuare. E se da un lato la strada per l’aumento dei rendimenti è stata accidentata, ce la siamo comunque lasciata alle spalle.

Gli indicatori creditizi avvalorano la tesi delle obbligazioni corporate

Solitamente lo spettro di una recessione spaventa gli investitori, inducendoli ad abbandonare il debito societario. I fondamentali creditizi tendono a indebolirsi prima di una fase di rallentamento, innescando un ciclo di declassamenti e default quando la crescita e la domanda decelerano ulteriormente. Oggi, tuttavia, la situazione è diversa.

Gli emittenti sono in una situazione finanziaria migliore rispetto alle recessioni del passato, in parte perché il mercato corporate ha attraversato un ciclo di default solo due anni fa, con l’arrivo della pandemia. A sopravvivere sono state le imprese più forti, che negli ultimi due anni hanno gestito bilanci e liquidità in modo prudente, anche a fronte di un miglioramento della redditività.

I tassi di copertura degli interessi per le società investment grade e high yield sono i più solidi registrati negli ultimi 15 anni. Anche gli altri indicatori di solidità dei fondamentali – indici di leva, rapporto tra flussi di cassa disponibili e debito e margini EBITDA – sono eccezionalmente solidi in base alla media storica. Pur prevedendo un indebolimento di questi indicatori, non ci aspettiamo un calo tanto drammatico da determinare un’ondata violenta di default e declassamenti.

Oltre a questo, dall’inizio della pandemia gli emittenti high-yield sono impegnati ad estendere il proprio ventaglio di scadenze. Questo significa che non vi è a breve il rischio per le imprese di ritrovarsi con una grossa parte delle proprie emissioni obbligazionarie che giunge a scadenza e la conseguente necessità di contrarre nuovi debiti ai tassi prevalenti. In effetti, solo il 20% del mercato arriverà a scadenza entro la fine del 2025, mentre la maggior parte delle emissioni scadrà tra il 2026 e il 2029. Questo consentirà di avere una sorta di valvola di sfogo su cui contare all’aumentare dei rendimenti, perché le scadenze graduali ed estese attenuano l’impatto del rialzo dei rendimenti sulle imprese.

Strategie per il 2023: pazienza, flessibilità, equilibrio

Ecco come gli investitori attivi possono affrontare con successo il contesto attuale:

1. Cercare protezione dall’inflazione. Gli strumenti di protezione esplicita dall’inflazione, come i Treasury Inflation-Protected Security e i CPI swap, possono avere un ruolo utile all’interno dei portafogli. Se le banche centrali avranno successo, l’inflazione potrebbe attestarsi su un intervallo compreso tra il 2% e il 4%, più alto dei decenni passati ma molto inferiore rispetto al 2022. In altre parole, il 2% di inflazione che veniva generalmente considerato un tetto massimo dalla US Federal Reserve e dalla Banca Centrale Europea diverrebbe nei prossimi anni una soglia minima.

2. Orientarsi verso il credito. Oggi gli asset rischiosi offrono rendimenti molto più elevati rispetto agli ultimi anni: un’opportunità che gli investitori aspettavano da tempo per fare il pieno. Gli “strumenti con spread” come le obbligazioni corporate investment grade e high yield e i titoli cartolarizzati, tra cui CMBS e CRT, possono offrire protezione dall’inflazione fornendo un flusso di reddito corrente più elevato.

Ma non tutti gli asset rischiosi sono ugualmente interessanti. Ad esempio, se da un lato le valutazioni del debito dei mercati emergenti appaiono interessanti, i mercati emergenti sono particolarmente in difficoltà per il rallentamento della crescita globale e l’aumento dell’inflazione. Un’attenta selezione dei titoli rimane dunque fondamentale.

3. Non abbandonare la duration. Orientarsi verso il credito non significa azzerare la duration, o il rischio di tasso d’interesse, che nella giusta misura può contribuire alla performance.

4. Privilegiare un approccio bilanciato. Tra le strategie attive più efficaci, ci sono quelle che abbinano i titoli di Stato e altri asset sensibili ai tassi di interesse con asset creditizi orientati alla crescita in un unico portafoglio gestito in modo dinamico. Questo approccio può aiutare gli asset manager a gestire l'interazione fra rischio di tasso e rischio di credito e a prendere decisioni migliori su come procedere in un dato momento. La capacità di bilanciare gli asset con correlazioni negative fra loro contribuisce a generare reddito e rendimento potenziale, limitando la portata dei ribassi quando gli asset più rischiosi vengono venduti.

5. Essere agili. I gestori attivi dovrebbero prepararsi a operare in modo dinamico per trarre vantaggio dalla rapida evoluzione delle valutazioni e delle opportunità mentre altri investitori reagiscono alle notizie del momento. In generale, gli approcci multisettoriali globali all’investimento sono adatti a un mercato economico e finanziario dinamico, poiché gli investitori possono monitorare le condizioni e le valutazioni e prepararsi a modificare la composizione del portafoglio quando le condizioni lo richiedono.

L’anno che ci aspetta sarà ricco di sfide e opportunità. Affrontando il mercato con tranquillità, gli investitori obbligazionari possono gestire serenamente l’incertezza, sfruttare i rendimenti più elevati e posizionare i portafogli per prosperare nel corso dell’anno.

Le opinioni espresse nel presente documento non costituiscono ricerca, consulenza di investimento o raccomandazioni di acquisto o di vendita, e non rappresentano necessariamente le opinioni di tutti i team di gestione di AB; tali opinioni sono soggette a revisione nel corso del tempo.