Come influiranno sui mercati le imminenti elezioni statunitensi?

18 ottobre 2024
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Negli Stati Uniti un elettorato polarizzato si appresta ad andare al voto. Esaminiamo da vicino le implicazioni per il quadro macro e di mercato. 

Spesso è stata ribadita l'idea che le elezioni statunitensi siano pressoché irrilevanti per i mercati nel lungo termine. Tuttavia, le presidenziali di quest'anno meritano ugualmente attenzione, dato l'aumento della polarizzazione politica. Questa conflittualità, infatti, si traduce in politiche sempre più polarizzate e, in definitiva, in una crescente polarizzazione di vincitori e vinti.

L'aumento della polarizzazione e lo spostamento dell'asse politico

I semi economici della polarizzazione odierna sono stati piantati in un periodo estremamente movimentato per il popolo americano. Dopo la fase di stagflazione e malessere economico che ha interessato gli Stati Uniti negli anni '70, gli anni '80 sono stati caratterizzati da una combinazione propizia di globalizzazione, sviluppo tecnologico, automazione e cambiamenti demografici. L'inflazione è diminuita, i tassi d'interesse sono scesi e i mercati azionari e obbligazionari si sono rafforzati.

Decenni di solide performance dei mercati dei capitali, in particolare dall'inizio degli anni '80 fino allo scoppio della bolla tecnologica, hanno favorito un notevole successo finanziario degli investitori. Tuttavia, questo panorama contrassegnato dalla globalizzazione, dalla tecnologia e dalla finanza ha prodotto ben presto uno sgradevole effetto collaterale: un rapido aumento della disuguaglianza dei redditi e della ricchezza. L'"uomo comune" – rappresentato dalla metà inferiore della distribuzione del reddito negli Stati Uniti – dopo essere stato il massimo beneficiario delle condizioni economiche prevalenti nel trentennio antecedente gli anni '80, nei tre decenni successivi si è trovato a fare i conti con un ristagno dei redditi reali.

Nelle elezioni più recenti, molte delle quali svolte al di fuori degli Stati Uniti, i programmi politici dei candidati hanno offerto ricette diverse per risolvere uno stesso problema: quello della disuguaglianza dei redditi e della ricchezza. Nel riquadro a sinistra del Grafico in basso, in termini generali, la soluzione democratica si concentra sul grande ruolo dello Stato nella ridistribuzione della ricchezza. Nel riquadro in alto si trova la ricetta proposta dai repubblicani, consistente nell'arginare la globalizzazione, chiudere i confini e rimpatriare le catene di approvvigionamento. 

La disuguaglianza è importante perché detta il regime di politica economica
La disuguaglianza è importante perché detta il regime di politica economica

Solo per scopi illustrativi.
Al 30 settembre 2024
Fonte: AllianceBernstein (AB)

Effetti collaterali comuni delle politiche economiche

Se valutiamo i possibili risultati delle elezioni del 2024 e le politiche che ne potrebbero scaturire, gli effetti collaterali saranno probabilmente simili: più debito, più inflazione e minore efficienza della crescita. Dal punto di vista di quest'ultima, le due maggior incognite riguardano il destino del Tax Cuts and Jobs Act (TCJA) in scadenza e dei dazi doganali.

Con una vittoria schiacciante dei Repubblicani (cfr. Grafico) il TCJA sarebbe probabilmente prorogato nella sua interezza, con la possibilità di ulteriori sgravi fiscali, favorendo la crescita. Tuttavia, l'effetto negativo di un potenziale aumento dei dazi potrebbe annullare l'impatto dei tagli alle imposte. In caso di vittoria schiacciante dei Democratici, una parte del TCJA giungerebbe verosimilmente a scadenza nel 2025, con un aumento delle imposte che potrebbe compensare in parte quello della spesa. Una vittoria netta di uno dei due partiti si tradurrebbe plausibilmente in un'espansione economica netta. 

Politica fiscale post-elettorale
Politica fiscale post-elettorale

Solo per scopi illustrativi.
Al 30 settembre 2024
Fonte: AB

Una Casa Bianca democratica e un Congresso repubblicano avrebbero probabilmente effetti neutrali sulla crescita o produrrebbero una lieve contrazione. Una parte del TCJA potrebbe giungere a scadenza, con un aumento dell'aliquota effettiva dell'imposta sulle società. La spesa registrerebbe probabilmente una crescita lenta, senza l'introduzione di nuovi dazi. Con una Casa Bianca repubblicana e un Congresso democratico, il TCJA andrebbe probabilmente incontro a una parziale scadenza, senza ulteriori riduzioni delle imposte e con una lenta espansione della spesa. In questo scenario l'incognita è rappresentata dai dazi: quanto più sono elevati, tanto maggiore è l'effetto negativo sulla crescita.

Implicazioni per gli investimenti: scegliere le opzioni migliori

Cosa implica tutto questo per gli investitori? A nostro avviso, non si tratta tanto di indovinare i tempi giusti per entrare o uscire dal mercato, quanto di gestire oculatamente le allocazioni di portafoglio. In un certo senso, gli investitori dovrebbero aggiungere la variabile politica alle loro analisi fondamentali e privilegiare le opzioni convenienti o gratuite.

Una crescita in moderazione ma positiva, abbinata a un calo dell'inflazione e a tagli dei tassi d'interesse, è tendenzialmente favorevole per gli asset rischiosi. Considerando i livelli passati di concentrazione degli indici, riteniamo che la distribuzione dei rendimenti potrebbe allargarsi in futuro. Ciò consentirebbe ai gestori attivi di generare performance più elevate.

A nostro avviso è essenziale concentrarsi su settori interessanti da un punto di vista macro e che trarrebbero probabilmente beneficio da un cambiamento di leadership, con un potenziale di ribasso atteso nullo o limitato se si mantenesse lo status quo. Tra questi figurano petrolio e gas, servizi finanziari, sanità e i segmenti caratterizzati da dividendi elevati o in crescita. Quanto all'obbligazionario, sembra sensato proteggersi dall'inflazione, come pure assumere posizioni selezionate sul credito e approfittare del probabile irripidimento della curva dei rendimenti.

In altre parole, suggeriamo di puntare su segmenti di mercato dai fondamentali solidi, sui quali le politiche post-elettorali avrebbero verosimilmente un impatto neutrale, trascurabile o positivo.

Energia: cavalcare il tema della transizione

Soffermiamoci più attentamente su un paio di queste aree, cominciando dal settore energetico. L'esplorazione petrolifera ha giocato un ruolo determinante nel consentire agli Stati Uniti di espandere la produzione quando erano importatori netti di energia. Grazie all'emergere dello shale oil, il paese è diventato il principale produttore di petrolio al mondo ed è quasi autosufficiente dal punto di vista energetico. Oggi le trivellazioni sono dettate più da considerazioni economiche che dalla disperata ricerca di risorse. Nel complesso, crediamo che i piani dei principali produttori di petrolio non cambieranno molto dopo le elezioni.

Sul fronte delle rinnovabili, l'Inflation Reduction Act (IRA) è una misura legislativa voluta dai Democratici che però crea posti di lavoro negli Stati tradizionalmente repubblicani. Di conseguenza, una proroga del provvedimento incontrerebbe un sostegno bipartisan, anche se un cambiamento di leadership alla Casa Bianca potrebbe comportare una parziale modifica della legge.

L'IRA ha stimolato gli investimenti nelle energie alternative e pulite e l'invasione russa dell'Ucraina ha reso ancora più urgente la necessità di emanciparsi dai combustibili fossili e di diversificare l'approvvigionamento a favore di fonti energetiche più rispettose del clima e sempre più competitive dal punto di vista economico.

La transizione energetica continuerà a creare vincitori e vinti. L'attività di ricerca e uno sguardo oculato sono elementi indispensabili quando l'alta marea solleva tutte le barche. Tutto sommato, alcune imbarcazioni reggono il mare meglio di altre. Attualmente, aree come gli investimenti nelle reti energetiche e nelle infrastrutture elettriche sembrano offrire opportunità alle imprese con un posizionamento efficace.

Sanità: vasta portata e complessità, ma anche opportunità

La sanità è un altro settore che sfugge a una valutazione chiara e semplice. La spesa sanitaria negli Stati Uniti si attesta a 4.500 miliardi di dollari all'anno, pari al 17% del PIL USA. I costi dei farmaci sono oggetto di lunghe discussioni in sede legislativa, ma le visite ospedaliere e le parcelle dei medici rappresentano una quota di spesa molto più elevata: dal 50% all'80% del totale dei costi sanitari.

Nonostante il miglioramento dell'efficienza favorito dalla tecnologia, i costi dell'assistenza sanitaria hanno continuato ad aumentare a causa della scarsa trasparenza dei prezzi e dell'assenza di sistemi di pagamento basati sul valore. Per certi versi, al settore sanitario manca un provvedimento che possa fare da catalizzatore di investimenti trasformativi. In questo scenario, le aziende che danno prova di valore e della capacità di produrre risultati migliori dovrebbero prosperare.

In un settore pervaso da provvedimenti di politica pubblica, alcuni segmenti relativamente isolati presentano oggi entusiasmanti opportunità. Ad esempio, la robotica in ambito chirurgico permette di effettuare interventi più precisi e meno invasivi. I progressi nella terapia genetica, nell'editing genico e nella terapia con cellule staminali stanno dando impulso all'innovazione. Infine, non bisogna trascurare l'influenza della tecnologia nella sanità: data la sua capacità di generare efficienza, pensiamo che sia destinata a crescere.

Le opinioni espresse nel presente documento non costituiscono ricerca, consulenza di investimento o raccomandazioni di acquisto o di vendita, e non rappresentano necessariamente le opinioni di tutti i team di gestione di AB; tali opinioni sono soggette a revisione nel corso del tempo.