Bitcoin: un investimento che risponde ai criteri ESG?

29 aprile 2021
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La sensazionale quotazione di Coinbase ha riacceso le domande sulle implicazioni ambientali, sociali e di governance (ESG) del boom delle criptovalute. Tuttavia, crediamo che i timori circa l’alto consumo di energia nel mining di Bitcoin siano esagerati e che questa tecnologia possa anzi giocare un ruolo poco riconosciuto ma importante nel promuovere l’inclusione finanziaria.

A metà aprile gli investitori azionari sono rimasti affascinati dal debutto sul mercato di Coinbase, che è diventata una delle maggiori istituzioni finanziarie del mondo per capitalizzazione di mercato. Al di là del dibattito sulla valutazione, gli investitori interessati alla sostenibilità si stanno ponendo grandi domande sulle implicazioni ESG del Bitcoin.

Estrarre Bitcoin può essere un pericolo per l’ambiente?

I critici sottolineano l’alto consumo di energia associato al mining delle criptovalute. Il Bitcoin, ad esempio, ha la struttura di sicurezza più controllata di qualsiasi criptovaluta, il che gli conferisce un ampio vantaggio di rete, e consuma grandi quantità di elettricità per mantenere lo status di “Fort Knox” digitale. Detto questo, la rete genera solo lo 0,13% delle emissioni globali di carbonio ogni anno (cfr. Grafico).

Sono in atto diverse iniziative per migliorare l’efficienza energetica. Molti produttori di Bitcoin stanno migrando le strutture di mining mobili verso fonti di energia rinnovabile e aree di eccesso di offerta. In effetti, i minatori di Bitcoin sono costantemente alla ricerca del minor costo marginale dell’elettricità, perché il settore è altamente competitivo. Per alimentare le piattaforme di estrazione del Bitcoin si utilizza ad esempio il gas bruciato nel Nord Dakota, contribuendo in tal modo a ridurre le emissioni di metano. In Cina, dove la stagione delle piogge genera una sovrapproduzione di energia idroelettrica, l’energia in eccesso viene convertita in una “batteria economica” di Bitcoin, che viene reinvestita nell’efficienza della rete. Inoltre, le strutture mobili di estrazione del Bitcoin possono essere spostate in aree remote di energia intrappolata, creando così opportunità di accesso alle fonti rinnovabili. Jack Dorsey, CEO di Twitter e del colosso dei pagamenti Square, afferma che presto o tardi la criptovaluta sarà completamente alimentata da energia rinnovabile e ha investito in questa transizione. Col tempo, iniziative come queste condurranno secondo noi a miglioramenti significativi nell’efficienza energetica del mining di Bitcoin e di altre criptovalute.

Le operazioni in Bitcoin sono trasparenti

Alcuni critici temono che il Bitcoin sia eccessivamente riservato, ma a nostro avviso si tratta di un malinteso. Infatti, ogni operazione che viaggia attraverso la rete viene immediatamente trasmessa al mondo e a tutti i nodi che ne verificano la validità. L’operazione viene poi memorizzata in modo permanente in un blocco assicurato dal miner che ottiene il diritto di “coniare” il gruppo di operazioni.

La proprietà, la fonte dell’indirizzo e l’importo di ogni operazione sono registrati permanentemente nella blockchain. Chiunque abbia una connessione Internet può interrogare ogni operazione e indirizzo sui “block explorer” di Bitcoin. Questo livello di trasparenza costituisce un aspetto rivoluzionario e ha importanti implicazioni per la sicurezza e la responsabilità bancaria. Il sistema non è modificabile e ogni pagamento è definitivo.

Le autorità di regolamentazione stanno prestando molta attenzione agli sviluppi nell’impiego del Bitcoin e cercano di controllarne l’uso improprio nella rete. Chainalysis, una società di analisi dei dati, ha condotto indagini forensi sulla blockchain di Bitcoin, rilevando che l’incidenza delle attività esecrabili è in diminuzione; secondo i dati più recenti, solo lo 0,34% della rete sarebbe utilizzato per attività illecite.

La criptovaluta promuove l’inclusione finanziaria

I timori riguardo alla trasparenza e alle questioni ambientali hanno messo in ombra i benefici del Bitcoin nel promuovere l’inclusione finanziaria. Nel 2019 abbiamo intervistato una serie di persone deprivate delle proprie risorse finanziarie nell’ambito di un progetto di ricerca di base sull’inclusione finanziaria. Abbiamo incontrato una migrante venezuelana che aveva lasciato il suo paese d’origine per sfuggire alla malagestione economica del regime di Maduro, che aveva causato il crollo del Bolívar venezuelano e un’iperinflazione dilagante.

Pur avendo una carriera professionale, la sua famiglia di classe media non aveva avuto altra scelta che andarsene. Come molti migranti in fuga dal loro paese, la donna non aveva potuto portare con sé i propri risparmi. Durante l’incontro abbiamo parlato del tipo di tecnologia finanziaria usata dagli intervistati sui loro iPhone. Una di queste era l’app Coinbase, che permette agli individui di conservare i loro risparmi e inviare rimesse a casa alle loro famiglie.

Questa storia mostra come l’uso del Bitcoin sia una tecnologia monetaria rivoluzionaria. La criptovaluta non è gestita da alcun governo e richiede solo una connessione Internet per aprire un portafoglio. Come nel caso del contante, gli acquirenti di Bitcoin peer-to-peer non hanno bisogno di un documento d’identità o di un conto bancario e non sono soggetti a una rigorosa verifica della clientela, anche se l’acquisto in borsa richiede una documentazione formale.

In passato, i rifugiati non potevano portare i loro risparmi oltre confine e spesso recavano con sé tutto il contante che riuscivano a prendere. L’oro rischiava di essere rilevato da un metal detector e la polizia di frontiera spesso estorceva denaro. Un portafoglio di Bitcoin, invece, è memorizzato con una passphrase segreta di 24 parole che protegge il saldo con un codice crittografico. L’accesso alla chiave privata è memorizzato e il patrimonio è conservato nella mente dei proprietari.

Superare i limiti statali per salvaguardare la liquidità

Nelle democrazie liberali i sistemi bancari generalmente funzionano bene e non c’è bisogno di denaro anonimo. Tuttavia, a livello globale, circa 4,2 miliardi di persone vivono in regimi autoritari che non rispettano le libertà civili e i diritti umani, e dove i governi possono vietare l’accesso di un cittadino alle reti di pagamento come arma politica. Il Bitcoin sottrae il denaro al controllo dello Stato e assicura il diritto dell’individuo ad avere propri risparmi.

Molti paesi stanno sperimentando l’emissione di valute digitali da parte delle banche centrali. Tuttavia, queste tecnologie sollevano timori per la privacy. Ogni operazione può essere facilmente monitorata, e i governi possono congelare il denaro dei critici o degli oppositori politici. Alcuni pagamenti, poi, devono essere spesi entro determinati limiti di tempo.

Anche il contante è soggetto a controllo politico. Durante il recente colpo di stato nel Myanmar, i militari hanno chiuso il sistema bancario e spento i bancomat. In India, nel 2016, il governo ha demonetizzato l’85% del contante nell’arco di una notte, causando notevoli difficoltà alla popolazione, che si è trovata costretta a scambiare le vecchie banconote. Questi esempi evidenziano i potenziali rischi delle valute a corso forzoso emesse dai governi.

La capacità del Bitcoin di superare i limiti della moneta ufficiale sta contribuendo alla sua rapida crescita. Mentre le banche centrali stampano incessantemente banconote a scopo di stimolo monetario, i risparmiatori hanno innescato una nuova ondata di interesse per le criptovalute, considerate una riserva di valore alternativa alla tradizionale moneta fiat, che non rappresenta più una garanzia ferrea del futuro potere d’acquisto.

Ciò spiega perché l’adozione del Bitcoin sta crescendo rapidamente nell’Africa sub-sahariana e in America Latina (cfr. Grafico), dove la minaccia di iperinflazione e crollo delle valute è più grave. Le operazioni peer-to-peer stanno guadagnando terreno con lo scambio diretto di Bitcoin a livello individuale, mentre alcuni governi tentano di limitare le negoziazioni sulle borse.

Accesso agevolato alle reti di pagamento

Anche nei paesi sviluppati, non tutti hanno facile accesso alle reti di pagamento. I lavoratori a basso reddito, i disoccupati e i migranti senza fissa dimora non fruiscono di servizi bancari adeguati. Secondo le stime della Banca Mondiale, 1,7 miliardi di persone nel mondo non hanno accesso a un conto bancario. Persino negli Stati Uniti, stando alla FDIC, 67 milioni di adulti sono non bancarizzati o sottobancarizzati. Per molti lavoratori a basso reddito, le spese bancarie rappresentano peraltro un’elevata percentuale dello stipendio. Inoltre, inviare denaro a casa oltre confine in assenza di un conto bancario è costoso e complicato. Il sistema Lightning Network di Bitcoin permette di inviare micropagamenti istantanei in qualsiasi parte del mondo, praticamente a costo zero, tramite un’app di portafoglio e una connessione Internet.

La tecnologia di Bitcoin offre quindi una via alternativa alla liquidità finanziaria per le persone non bancarizzate di tutto mondo e per le vittime di oppressione che non hanno accesso ai servizi bancari. Con l’evoluzione della tecnologia, crediamo che i timori per l’elevato consumo energetico si attenueranno grazie agli sforzi volti a migliorare l’efficienza energetica e a sbloccare le fonti di energia in eccesso. Questi benefici ESG dovranno essere integrati in una valutazione del potenziale di crescita delle società di criptovalute quotate in borsa per i portafogli azionari sostenibili.

Le opinioni espresse nel presente documento non costituiscono ricerca, consulenza di investimento o raccomandazioni di acquisto o di vendita, e non rappresentano necessariamente le opinioni di tutti i team di gestione di AB; tali opinioni sono soggette a revisione nel corso del tempo.