L’IA può rilanciare il settore sanitario per gli investitori azionari?

23 settembre 2025
4 min read

L’IA può avvantaggiare le imprese sanitarie, ma la capacità di tenuta si misura dai fondamentali, non dalle ultime novità scientifiche.

Le imprese sanitarie stanno facendo leva su un nuovo motore di crescita che dovrebbe dare agli investitori motivi di ottimismo, malgrado la debolezza accusata quest’anno dal settore. Le applicazioni dell’intelligenza artificiale (IA) nella sanità stanno creando una forza innovativa in grado di fornire nuovo carburante agli utili – e al potenziale di rendimento azionario – di determinate aziende.

Il progresso tecnologico è sempre stato un fattore di cambiamento per il comparto sanitario, la cui operatività dipende notevolmente dalla gestione dei dati e dal miglioramento delle conoscenze scientifiche. L’IA ha dato il via all’ultima ondata di innovazioni, dall’accelerazione delle approvazioni dei farmaci al miglioramento dell’esperienza dei pazienti, dalla chirurgia robotica ai patch per la rilevazione del cancro al seno. Il tema dell’IA viene sollevato sempre più spesso dalle imprese sanitarie (cfr. Grafico), anche se solo una parte relativamente ridotta del settore sta provando attivamente ad applicare questa tecnologia. A nostro avviso, l’IA costituisce un fattore di differenziazione, grazie al quale nei prossimi anni le aziende potranno registrare maggiori successi, generare una crescita sostenuta e offrire un miglior potenziale di rendimento azionario.

Cresce il dibattito sull’implementazione dell’IA nelle imprese sanitarie globali
Percentuali di call sugli utili in cui viene menzionata l’IA
Cresce il dibattito sull’implementazione dell’IA nelle imprese sanitarie globali

Le analisi storiche e attuali non sono garanzia di risultati futuri.
Al 31 agosto 2025
Fonte: UBS e AllianceBernstein (AB)

Forti segnali vitali della crescente potenza dell’IA

L’IA si sta già facendo strada nel settore sanitario, risolvendo bisogni cruciali relativi alla raccolta e allo scambio di informazioni. OpenEvidence, una fonte di dati alimentata dall’IA e dedicata ai professionisti della sanità, sta rapidamente diventando l’OpenAI della professione medica.

Sollecitata da alcuni prompt, la piattaforma aggrega, visualizza e diffonde risposte elaborate a partire dalla sua crescente libreria di letteratura medica e ricerca accademica di prim’ordine, fornendo informazioni vitali per prendere decisioni ben informate.

Primi successi nelle procedure mediche basate sull’IA

Ci vuole tempo per metabolizzare l’idea che un R2-D2 possa eseguire importanti operazioni chirurgiche su pazienti in carne e ossa; eppure, gli sforzi tesi a sviluppare la chirurgia robotica  - senza assistenza umana - stanno aprendo nuove strade. I ricercatori della Johns Hopkins University, per esempio, hanno utilizzato una serie completa di video didattici per addestrare i robot a eseguire interventi sulla cistifellea utilizzando “pazienti-avatar”, ottenendo un tasso di successo del 100% in otto esperimenti. Secondo l’estratto dello studio, pubblicato a luglio su Science Robotics, questo risultato rappresenta “una pietra miliare verso l’uso clinico di sistemi chirurgici autonomi”.

Un’impresa del settore è particolarmente avanti su questo fronte: Intuitive Surgical. Con il suo solido modello di business, l’azienda è diventata leader nei macchinari per la chirurgia robotica assistita e nei servizi di generazione dati. Riteniamo che l’IA imprimerà probabilmente ulteriore slancio alle offerte tecnologiche della società trasformando potenzialmente l’intero processo chirurgico - dalla selezione del paziente alla guarigione.

Virus battuti in astuzia e gestione smart della clientela

L’IA potrebbe contribuire anche ad accelerare la scoperta farmaceutica, gli studi di genomica (DNA) e la ricerca clinica. Certo, i successi, ad oggi, sono limitati. Di recente, il Financial Times ha riferito che le aspettative di una rivoluzione nel processo di scoperta dei farmaci, con un calo dei tassi di fallimento, sono state esagerate e che pochi principi attivi scoperti dall’IA hanno raggiunto la fase avanzata degli studi clinici.

Tuttavia, alcune imprese continuano a sfruttare le analisi avanzate e la tecnologia del gemello digitale (modello virtuale) per simulare l’evoluzione della malattia, ottimizzare le molecole e personalizzare le terapie individuali. Per esempio, la francese bioMérieux, specialista della diagnostica in vitro, utilizza l’IA per potenziare il rilevamento della resistenza antimicrobica in ambito clinico, migliorare i test per l’individuazione di malattie infettive e ottimizzare la sorveglianza sul COVID-19.

Anche gli usi commerciali dell’IA nel settore sanitario hanno fatto grandi passi avanti. Veeva Systems, fornitore di software cloud per le scienze naturali, utilizza l’IA per snellire la gestione degli studi clinici e la conformità normativa per le case farmaceutiche.

Saperci fare con i pazienti: l’esperienza umana dell’IA

Alcuni vedono ancora nell’IA una minaccia, soprattutto al proprio lavoro, ma questa tecnologia potrebbe salvare molte vite senza che gli interessati neppure se ne accorgano. GE HealthCare, per esempio, ricorre all’IA per effettuare radiografie più nitide in meno tempo, migliorando la qualità delle immagini e la possibilità di formulare diagnosi più accurate, e riducendo al contempo l’esposizione complessiva alle radiazioni.

L’IA ha permesso anche di far arrivare ai pazienti nuove cure e trattamenti con maggiore rapidità. Questa tecnologia ha consentito, per esempio, di inventare i patch a ultrasuoni che permettono di rilevare o monitorare le cellule tumorali comodamente da casa. Un altro potenziale beneficio per i pazienti è il contributo dell’IA nell’aiutare gli specialisti a comunicare meglio in un contesto sanitario frammentato. Immaginiamo un caso complesso in cui l’IA favorisca un confronto tra un nefrologo, un cardiologo e un endocrinologo, permettendo di formulare una diagnosi e una risposta più rapide che consentano al paziente di evitare il ricovero: questo, oltre a rappresentare un miglior risultato per i pazienti, può anche ridurre i costi per il settore.

Valutare la crescente diffusione dell’IA nella sanità

Per quanto l’IA possa migliorare molti aspetti del settore sanitario, è importante che gli investitori si focalizzino sui suoi reali vantaggi per le singole aziende. Investire in un’innovazione promettente può risultare sensato, ma non si può presumere che questa, da sola, possa trasformare un’azienda con problemi più grandi.

Ecco perché ripetiamo sempre che gli investitori sanitari devono concentrarsi sul business, non sulla scienza. La stessa logica si è applicata anche per altre scoperte, dall’avvento di Internet allo sviluppo di farmaci e vaccini. Anche la tecnologia più dirompente si costruisce attraverso molti fallimenti, e talvolta serve tempo affinché le idee migliori prendano piede.

A nostro avviso, gli investitori in titoli sanitari devono prestare attenzione a come l’IA contribuisce al modello di business, oltre che al cash flow, alla redditività e alla posizione competitiva delle imprese. Bisogna anche considerare se una determinata società ha caratteristiche durevoli e se reinveste in misura superiore al costo del capitale. Un’azienda solida può prosperare anche se un progetto di IA fallisce. Inoltre, se un’impresa sanitaria ha davvero un modello di business di prim’ordine, il successo nell’IA non farà altro che rafforzarlo, favorendo risultati migliori per gli investitori.

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