Tre strategie per superare la tempesta nel mercato azionario

29 aprile 2025
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Gli investitori azionari possono superare l’attuale fase di stress con flessibilità, umiltà e processi disciplinati.

Fasi di grave stress sul mercato azionario possono minare la fiducia in un piano d’investimento strategico. Tuttavia, lo studio del passato ci consente di applicare principi collaudati per affrontare nuove sfide. Sebbene la turbolenza del mercato si sia recentemente attenuata un po', l'incertezza rimane elevata e gli investitori dovrebbero essere pronti a ulteriori fasi di volatilità.

I gestori di portafoglio di maggiore esperienza hanno assistito a grandi crisi di mercato nel corso del XXI secolo. Dopo lo scoppio della bolla delle dot-com nel 2000, il sistema finanziario globale si è trovato sull’orlo del collasso nel biennio 2008-2009. Qualche anno dopo, i mercati sono stati colpiti dalla crisi del debito in Europa. Successivamente, nel 2020, la pandemia ha paralizzato l’economia globale.

Potrebbe sembrare un luogo comune, ma quello che non ci uccide ci rende più forti. Ogni crisi presenta caratteristiche uniche. E ogni volta gli investitori ne hanno tratto lezioni preziose, utili per mantenere la concentrazione quando la situazione si complica.

Stavolta le cose sono diverse?

La volatilità di quest’anno appare inusuale. Il rapido mutamento delle politiche statunitensi ha scosso il sistema commerciale globale, rendendo arduo per società e investitori prevedere l’evoluzione futura dei profitti. Le mega cap statunitensi e i titoli tecnologici che avevano trainato i mercati negli anni scorsi stanno subendo una rivalutazione di prezzi e prospettive di crescita. Sono quelle che definiamo le “sfide gemelle” per gli investitori.

Ma ogni crisi, a suo modo, è unica. Per superarle occorre ricordare che i gestori azionari sono innanzitutto gestori del rischio. In un mondo in continua evoluzione, il nostro compito è valutare i rischi in evoluzione per imprese, settori, segmenti e mercati e nell’apportare modifiche ai portafogli che ci consentano di raggiungere migliori risultati a lungo termine per i nostri clienti. Evitare l’occhio del ciclone durante una tempesta nel mercato è fondamentale. Ecco tre suggerimenti per riuscirci:

  1. Andare alla ricerca di società non esposte ai dazi.


    Sembra ovvio, ma vale la pena ribadirlo: in ogni crisi, alcune aziende sono direttamente esposte ai rischi maggiori, mentre altre lo sono molto meno, o per nulla. Quando questi rischi si concretizzano all’improvviso, è fondamentale restare alla larga dalle prime. Si pensi alle banche nel corso della crisi finanziaria globale o alle compagnie aeree durante la pandemia. 

    Individuare i singoli casi di vulnerabilità ai dazi non è sempre semplice, ma nel caso di alcuni settori tale vulnerabilità è evidente. Gran parte delle società di software, degli operatori wireless e delle imprese di servizi orientate al mercato interno, semplicemente, non sono colpite dai dazi.

    Un ottimo esempio è rappresentato dalle aziende statunitensi del settore finanziario. Queste sono infatti immuni ai dazi; molte banche, inoltre, vantano business diversificati, valutazioni interessanti e bilanci in salute. Una deregolamentazione del settore da parte di Trump porterebbe a un miglioramento della situazione patrimoniale degli istituti di credito e a minori costi, premiando così gli investitori. Ovviamente le banche sono vulnerabili a un rallentamento economico o a una recessione. Eppure siamo convinti che specifiche banche dotate di solidi fondamentali possano arrivare alla prossima fase del ciclo economico in buone condizioni. 

  2. Tenersi alla larga dai trend più seguiti.


    La tentazione di seguire i trend più popolari, quando portano a grossi profitti, è forte. Ma spesso si rimane con niente in mano. All’alba di questo secolo gli investitori che si erano accodati al gregge investendo nelle “dot-com”, sopravvalutate e poco redditizie, sono sembrati per un breve istante i grandi vincitori. E ricordate le SPAC (special purpose acquisition company), tanto alla moda nel 2020-2021, fino a che centinaia di esse sono andate in fumo?

    Più di recente, le Magnifiche Sette e i titoli legati all’IA si sono affermati come investimenti estremamente popolari e redditizi. Man mano che le loro valutazioni sono cresciute il trend ha iniziato a invertirsi, mentre una serie di azioni meno popolari ha sperimentato un rimbalzo. Il 1º gennaio pochi investitori avrebbero potuto immaginare che le azioni europee avrebbero sovraperformato quelle statunitensi, o che il mercato USA sarebbe stato trainato dai settori di sanità e beni di prima necessità.

    I trend più seguiti possono sgretolarsi rapidamente, specialmente in fasi di tensione sui mercati. Un titolo popolare può perdere valore a causa di un effetto valanga, dove le vendite iniziali spingono altri a vendere, facendo crollare il prezzo. I gestori attivi, insomma, devono seguire le proprie convinzioni anche se sembrano fuori sincrono rispetto alle mode del momento. Ciò non significa necessariamente che occorre tenersi alla larga da tutte le mega cap o da tutti i titoli legati all’IA. L’importante è assicurarsi che il proprio gestore vi investa per i motivi giusti e al prezzo giusto. 

  3. Restare focalizzati sulle valutazioni.


    Gli investitori devono sempre verificare il prezzo dei titoli che vogliono comprare. In questa fase, a nostro avviso, è opportuno evitare le azioni caratterizzate da valutazioni particolarmente elevate e propendere per i titoli value, che hanno sovraperformato quelli growth nel primo trimestre invertendo un trend di lunga data.

    In passato le azioni value erano fortemente sensibili all’andamento del ciclo economico. Oggi questo non è più necessariamente vero. Gli investitori possono trovare un gran numero di aziende con rapporti prezzo/utili interessanti e di qualità su cui puntare. I titoli con minori valutazioni apportano difesa, perché quando subiscono un repricing nel corso di una tempesta sul mercato difficilmente subiranno una correzione forte come quelli dalle valutazioni più elevate.


Per seguire queste linee guida occorre flessibilità. Man mano che i dazi modificano i meccanismi di funzionamento dell’economia globale gli investitori devono adattarsi. Per noi che investiamo nel mercato azionario statunitense questo vuol dire creare un’esposizione diversificata ad aziende di qualità eccezionali propendendo al contempo per titoli value con attributi di qualità.

Umiltà e flessibilità

Per trovare quest’equilibrio in fasi di mercato così complicate ci vuole anche umiltà. Le cicatrici lasciate dalle crisi del passato ci ricordano di mettere costantemente in dubbio le nostre tesi d’investimento e di chiederci se, alla luce delle mutate circostanze, è necessario un ripensamento.

Il calo dei mercati fa paura. Anche dopo anni di guadagni si scoprono sbagli, eccessi e carenze. E quando le perdite aumentano spesso le emozioni prendono il sopravvento e possono spingere gli investitori a prendere decisioni controproducenti, come vendere nel corso di una discesa del mercato nonostante le azioni sperimentino spesso una ripresa anche dopo le fasi più volatili.

Ma c’è una buona notizia: possiamo combattere queste reazioni umane con l’esperienza. Seguire le lezioni apprese con disciplina e flessibilità può aiutare gli investitori a mantenere il capitale investito con maggiore fiducia riducendo le perdite fino alla successiva ripresa.

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