Difesa e disciplina: come mantenere la calma in fasi di turbolenza

24 aprile 2025
5 min read
| Chief Investment Officer—Strategic Core Equities; Portfolio Manager—Global Climate Transition Strategy

Una buona strategia difensiva può rendere resiliente un portafoglio azionario in un contesto di mercato molto complesso.

La volatilità sui mercati azionari può mettere alla prova anche gli investitori più di lungo corso. Seguire principi strategici difensivi può fornire la direzione giusta al portafoglio in contesti di estrema incertezza.

Il continuo mutamento dell’agenda del presidente USA Trump sul fronte dei dazi ha reso difficile, per imprese e investitori, prevedere l’evoluzione degli utili; il predominio delle Magnifiche sette nei mercati azionari, nel frattempo, sembra venir meno. Per questo la gamma dei possibili scenari per le società si è drasticamente allargata sulla scia dei timori di un rallentamento economico o di una recessione, mentre i rendimenti azionari sono verosimilmente destinati a subire un ampliamento e una divergenza su base geografica.

Il nervosismo degli investitori è comprensibile, ma ridurre la propria esposizione azionaria può rivelarsi controproducente. La nostra sfida, come gestori di portafogli azionari difensivi, è quella di fornire agli investitori la fiducia necessaria per restare investiti nell’azionario a lungo termine.

Volatilità: le due facce della medaglia

Innanzitutto, va ricordato che la volatilità agisce in due direzioni: verso l’alto e verso il basso.

In effetti gli investitori che avessero ridotto la propria esposizione azionaria all’indomani del crollo del 12% dei mercati statunitensi nella settimana successiva al 2 aprile, data dell’annuncio dei dazi da parte di Trump, avrebbero incamerato perdite e rinunciato ai guadagni generati dal rimbalzo del mercato una settimana dopo. Prevedere i punti di svolta del mercato è quasi impossibile anche nei momenti migliori, tanto più quando l’andamento dei mercati dipende da iniziative politiche imprevedibili.

Fasi di estrema paura sono spesso seguite da forti rimbalzi dei titoli azionari. Secondo le nostre ricerche quando il VIX, l’indice della volatilità nel mercato azionario statunitense, ha raggiunto livelli estremi nel corso delle più gravi crisi a partire dal 2000, nei 12 mesi successivi gli indici S&P 500 e MSCI World hanno registrato rendimenti pari in media rispettivamente al 34,4 e al 37,4%.

Anche se non sappiamo come si evolverà la guerra commerciale in corso, riteniamo che non uscendo dal mercato gli investitori abbiano le migliori possibilità di conseguire elevati rendimenti azionari potenziali a lungo termine.

Ridurre le perdite in fasi di flessione è fondamentale

Ovviamente è normale perdere fiducia nel proprio piano strategico in momenti di turbolenza sui mercati. Ma quando gli scenari peggiori non si concretizzano i rendimenti azionari si rivelano spesso maggiori del previsto.

Come si fa, dunque, a non soccombere all’avversione al rischio? La chiave, a nostro avviso, è costruire un portafoglio che miri a evidenziare un andamento dei rendimenti più regolare in contesti di mercato volatili. L’obiettivo? Contenere le perdite assolute quando i mercati scendono incamerando al contempo gran parte dei guadagni (ma non tutti) nel corso della successiva ripresa. Quando un portafoglio perde meno nella fase di discesa del mercato deve risalire molto meno per recuperare le perdite. Le nostre ricerche indicano che una strategia capace di catturare il 90% dei guadagni del mercato ma solo il 70% delle perdite, nel lungo periodo sarebbe in grado di conseguire una sovraperformance rispetto al mercato nel suo insieme (cfr. Grafico). 

Gli investitori possono ridurre le perdite nelle fasi ribassiste e sovraperformare il mercato?
Gli investitori possono ridurre le perdite nelle fasi ribassiste e sovraperformare il mercato?

Le performance passate non garantiscono risultati futuri. I rendimenti mostrati sono solo a scopo illustrativo e non sono rappresentativi di alcun fondo AB. Non è possibile investire in un indice.
*Performance calcolata moltiplicando tutti i rendimenti mensili positivi (0% o superiori) dell'indice MSCI World per il 90% e tutti i rendimenti negativi (inferiori allo 0%) per il 70%; mostrato in scala logaritmica.
† Standanrd deviation annualizzata
Dal 31 marzo 1986 (lancio del MSCI World Index) al 31 marzo 2025
Al 31 marzo 2025
Fonte: MSCI e AllianceBernstein (AB)

Molti investitori si concentrano sul rischio relativo di un portafoglio rispetto a un certo benchmark. A nostro parere, però, il passaggio a un’enfasi sul rischio assoluto (ovvero sulla mitigazione del rischio al ribasso) può contribuire a compensare l’avversione alle perdite, che è alla base della psicologia degli investitori e spesso porta a cattive decisioni quando prevale la paura. E non assumersi rischi è rischioso quanto assumersene troppi, dal momento che si rinuncia al potenziale di crescita.

Attenzione ai fondamentali, anche nel corso di una guerra commerciale

Eppure, oggi conseguire un profilo di rischio/rendimento bilanciato è particolarmente difficile. Per acquisire fiducia sull’evoluzione degli utili di un’azienda e sul potenziale di rendimento di un titolo azionario occorre un qualche grado di certezza sul futuro. A nostro modo di vedere la valutazione dei fondamentali è il pilastro di un investimento azionario attento ai rischi e di una strategia difensiva che miri a società di alta qualità con flussi di cassa robusti. Ma com’è possibile farsi un’idea chiara della qualità di un’azienda quando le politiche commerciali, in grado di minarne istantaneamente i piani, cambiano di continuo?

Dal canto nostro, ci avvaliamo di un quadro di riferimento per valutare l’impatto dei dazi sui fondamentali azienda per azienda (cfr. Grafico) fatto di tre componenti: stima dell’esposizione dei ricavi e dei fattori produttivi dell’azienda a diversi tipi di dazi, valutazione dell’impatto diretto dei dazi sulla redditività, che dipende spesso dal potere di determinazione dei prezzi dell’azienda stessa, ed esame dell’impatto indiretto dei dazi sull’azienda, come l’effetto dei cicli economici o di una maggiore inflazione.

Il nostro quadro di riferimento per valutare l’impatto dei dazi sui fondamentali
Il nostro quadro di riferimento per valutare l’impatto dei dazi sui fondamentali

Solo per scopi illustrativi 
Al 23 aprile 2025
Fonte: AB

Tale quadro di riferimento è uno degli elementi di una più ampia iniziativa di ricerca, che comprende una serie di strumenti quantitativi basati sull’intelligenza artificiale (IA), per passare al setaccio il mercato alla ricerca di imprese di alta qualità con bilanci solidi e un management esperto. Le azioni di aziende di qualità, con corsi azionari stabili e prezzi interessanti (caratteristiche da noi riassunte con l’acronimo “QSP”, ovvero qualità, stabilità e prezzo) possono costituire solide fondamenta difensive per affrontare sfide in via di evoluzione. Oggi è possibile trovare alcune di queste società a valutazioni particolarmente allettanti, che ne amplificano il potenziale di apprezzamento futuro.

L’importanza delle valutazioni con la diminuzione della concentrazione nel mercato

Porre attenzione alle valutazioni è sempre importante per gli investitori. Ma negli scorsi anni non è sembrato affatto così: le azioni delle Magnifiche sette sono infatti arrivate a livelli vertiginosi sulla scia dell’entusiasmo per l’IA. Sebbene tra le mega cap ci siano ottime aziende, crediamo che i portafogli azionari debbano detenere singoli titoli sulla base della propria filosofia d’investimento e con ponderazioni adeguate.

Nella fase di alta concentrazione del mercato gli investitori si sono ritrovati a privilegiare i titoli azionari a maggiore capitalizzazione, talvolta involontariamente. Quei portafogli che hanno evitato o investito poco nelle mega cap hanno pagato uno scotto, anche se tali posizioni di sottopeso erano suffragate da ricerche e in linea con il mandato d’investimento.

Da quando il lancio del modello di IA di DeepSeek ha dato uno scossone alle mega cap a gennaio abbiamo assistito a una divergenza tra le performance delle Magnifiche sette. In tutto il settore le valutazioni dei titoli legati all’IA sono significativamente scese mentre la volatilità è aumentata, in parte per il rischio che un utilizzo più efficiente dei chip porti a una minore domanda di semiconduttori. L’ampliamento dei rendimenti tra i titoli delle mega cap USA e non solo, ci ricorda che nell’eventualità di un’ulteriore diminuzione della concentrazione di mercato, gli investitori che si accodano ai trend seguiti da tutti potrebbero farsi male.

Una diversificazione difensiva 

I principi appena esposti possono contribuire a dare luogo a un’efficace diversificazione difensiva in vari modi.

Innanzitutto, tali principi dovrebbero indirizzare i portafogli difensivi verso aziende orientate ai servizi più che verso quelle che producono beni, più suscettibili ai dazi. Le imprese che offrono servizi online legati ai viaggi e specifiche società nel settore finanziario, ad esempio, non si trovano proprio sulla linea di fuoco diretta della guerra commerciale.

Una diversificazione difensiva, in secondo luogo, richiede un approccio selettivo al settore tecnologico. Le aziende di software sono meno vulnerabili ai dazi e offrono l’opportunità di sfruttare l’innovazione nel campo dell’IA all’interno di un portafoglio attento ai rischi. Quelle di semiconduttori e hardware, invece, sono a nostro avviso molto più esposte ai rischi legati ai dazi e rappresentano esposizioni meno difensive.

Terzo, anche in settori che appaiono più suscettibili ai dazi è opportuno andare alla ricerca di eccezioni. Spesso si tratta di aziende che scambiano a valutazioni relativamente interessanti a causa dei rischi percepiti. Tra di esse vi sono imprese industriali che operano principalmente negli Stati Uniti, case editrici digitali o gruppi ingegneristici che beneficiano di megatrend come gli investimenti in infrastrutture a livello globale.

In un’allocazione globale, infine, vale la pena fare attenzione alla diversificazione geografica. Le guerre commerciali avranno un impatto globale, ma le società statunitensi presentano ancora valutazioni elevate in senso relativo e sono più vulnerabili ai dazi, mentre i mercati europei e asiatici offrono valutazioni relativamente interessanti. Nel primo trimestre di quest’anno le azioni europee hanno sovraperformato, ricordandoci i benefici della diversificazione geografica.

Il continuo mutamento del contesto commerciale globale mette in evidenza la necessità di un approccio disciplinato che sia in sintonia con dinamiche di mercato in via di evoluzione. Per avere successo tramite un investimento difensivo in questi tempi imprevedibili, gli investitori devono resistere alla tentazione di reagire impulsivamente ai movimenti del mercato seguendo allo stesso tempo le lezioni strategiche che possono essere tratte dalle crisi di mercato del passato. 

Le opinioni espresse nel presente documento non costituiscono una ricerca, una consulenza di investimento o una raccomandazione di acquisto o di vendita e non esprimono necessariamente le opinioni di tutti i team di gestione di portafoglio di AB. Le opinioni sono soggette a modifiche nel tempo.

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