The page you are attempting to view is not available in the site you previously selected. Please review your site selection or proceed to your home page.
 

Outlook 2025 per il credito: solide prospettive nonostante le insidie

15 gennaio 2025
4 min read
Tiffanie Wong, CFA| Director—Global & US Investment-Grade Credit; Director—Fixed Income Responsible Investing Portfolio Management
Will Smith, CFA| Director—US High Yield
Robert Hopper| Director—Corporate Credit and Economic Research

La politica potrebbe provocare turbolenze sui mercati, ma un’ancora può arrivare da rendimenti e domanda di reddito.

Il 2025 si apre con nuovi regimi politici in giro per il mondo accompagnati da una valanga di proposte politiche inedite. In questo contesto potenzialmente dirompente i mercati creditizi sono destinati a nostro avviso a beneficiare di rendimenti di partenza elevati, di fondamentali solidi e di un’elevata domanda repressa.

L’elezione di Donald Trump a presidente statunitense potrebbe far presagire minori aliquote d’imposta marginali, una maggiore crescita del PIL e più protezionismo negli Stati Uniti. In altre parti del mondo, secondo le nostre previsioni, i tassi di crescita risulteranno eterogenei dopo un anno di elezioni che hanno punito i politici precedentemente in carica e immesso incertezza nei mercati creditizi.

Dazi: utili o dannosi? Dipende

Le politiche protezionistiche presentano sia opportunità che rischi. I rigidi dazi promessi dalla nuova amministrazione USA potrebbero danneggiare le imprese con lunghe catene di fornitura al di fuori degli Stati Uniti e favorire quelle con una maggiore presenza produttiva all’interno del Paese. Ma potrebbero anche rivelarsi inflazionistiche, scatenare guerre commerciali e penalizzare gli emittenti europei più dipendenti dalle esportazioni.

Anche se i dazi statunitensi dovessero innescare misure di ritorsione non è chiaro se il resto del mondo abbraccerà appieno il tipo di protezionismo perseguito da Trump. La divergenza politica tra Stati Uniti ed Europa, insieme a un’ampia gamma di possibili esiti, potrebbe alimentare la volatilità dei rendimenti e la dispersione delle performance. Ciò, a nostro avviso, rende particolarmente importanti l’analisi del valore relativo e la selezione prudente dei titoli.

La discesa dei tassi dovrebbe favorire le obbligazioni corporate

Le banche centrali continuano ad allentare le politiche monetarie, seguendo però diverse traiettorie. Alla luce di un’inflazione sempre più sotto controllo nell’Eurozona prevediamo che la Banca centrale europea raggiunga il proprio obiettivo di una politica neutra entro il terzo trimestre. Negli Stati Uniti la Federal Reserve ha già segnalato l’intenzione di ridurre il ritmo dell’allentamento e nel 2025 l’inflazione potrebbe non raggiungere il target del 2% dell’istituto.

Man mano che le banche centrali allenteranno le politiche e i tassi nel mercato monetario scenderanno, ci attendiamo che gli investitori reinvestano la liquidità accumulata, oggi a livelli record, in obbligazioni corporate a maggior rendimento, come avvenuto storicamente in condizioni simili (v. Grafico).

Storicamente nel corso dei cicli di allentamento le masse in gestione sul mercato monetario sono diminuite
Masse in gestione dei fondi monetari (migliaia di miliardi di USD)
Lines showing money-market assets under management declining during three periods of Fed easing since 2000.

L’analisi storica non è garanzia di risultati futuri.
Al 31 dicembre 2024
Fonte: Bloomberg, US Federal Reserve e AllianceBernstein (AB)

Rendimenti elevati, al contempo, offrono agli investitori obbligazionari un interessante punto d’ingresso. I rendimenti dell’investment grade e i relativi breakeven, ad esempio, sono oggi ai propri massimi o prossimi a essi.

Qualità creditizia: perché puntare sulla fascia intermedia

I fondamentali delle società restano generalmente solidi per le obbligazioni corporate sia investment grade che high yield, ma la dispersione tra i diversi settori e rating creditizi è aumentata.

In cima allo spettro, le obbligazioni corporate investment grade di maggiore qualità in assoluto hanno subito un deterioramento dell’affidabilità creditizia sotto forma di un indebolimento degli indici di copertura degli oneri finanziari (v. Grafico a sinistra). I titoli BBB, per contro, vantano margini EBITDA maggiori di quelli delle obbligazioni con rating A o superiore (v. Grafico a destra), trend di lunga data destinato a nostro avviso a proseguire nel 2025.

I fondamentali aziendali evidenziano dispersione
Indice Bloomberg US Corporate
Lines showing interest coverage ratios declining for As since 2022 and EBITDA margins rising for BBBs in late 2024.

Le analisi storiche e del contesto attuale non costituiscono garanzia di risultati futuri.
EBITDA: utile al lordo di interessi, imposte, deprezzamento e ammortamento
Al 30 settembre 2024
Fonte: Bloomberg, J.P. Morgan e AB

Grazie a questi solidi fondamentali ravvisiamo alcune tra le opportunità più interessanti tra i titoli BBB e BB, segmenti con le caratteristiche ideali affinché gli investitori possano incamerare rendimento senza un corrispondente sacrificio in termini di qualità creditizia. Tra questi vi è una serie di fallen angels, “angeli caduti”, ovvero obbligazioni che hanno perso il proprio status investment grade, stabilizzatesi come high yield o sulla traiettoria per tornare in zona investment grade. E a differenza dei crediti high yield CCC, tra quelli BBB e BB i tassi di default sono storicamente contenuti. Ma anche in quest’ambito la selezione dei titoli è comunque cruciale.

Trovare valore nel tratto centrale della curva

L’attuale livello ridotto degli spread, a nostro avviso, non dovrebbe scoraggiare gli investitori dal detenere credito. Differenziali contenuti, storicamente, hanno esibito la tendenza a rimanere tali per diverso tempo.

Alle porte del 2025, però, le valutazioni appaiono eterogenee, rendendo necessario un attento posizionamento sulla curva dei rendimenti. Le valutazioni appaiono particolarmente generose nel tratto a lungo termine, dove la domanda è trainata dagli investitori istituzionali, restringendo lo spread di rendimento tra obbligazioni corporate e Treasury USA.

Scendendo lungo la curva i differenziali risultano più ampi e le valutazioni più attrattive. Il tratto centrale, quello compreso tra i 5 e i 10 anni, ci appare particolarmente interessante, offrendo un buon equilibrio tra spread e rendimenti attrattivi senza il rischio di duration che caratterizza i titoli a maggior scadenza.

Solidi fattori tecnici dovrebbero fornire supporto ai prezzi dei titoli obbligazionari

Le condizioni di domanda e offerta, secondo le nostre previsioni, dovrebbero rimanere favorevoli in tutto il segmento delle obbligazioni corporate investment grade e high yield globali grazie anche all’irripidimento delle curve dei rendimenti, al disinvestimento dai fondi monetari e a livelli gestibili di emissioni nette.

In Europa nel 2024 gli afflussi verso l’investment grade hanno rallentato verso fine anno ma sono comunque risultati ben al di sopra dei livelli del 2023. Negli Stati Uniti hanno invece chiuso il 2024 ai massimi dal 2020 (v. Grafico), nonostante i quasi 7000 miliardi di liquidità ancora fermi nei fondi monetari.

Gli afflussi verso le obbligazioni corporate sono superiori alle norme storiche
Afflussi verso l’investment grade USA (miliardi di USD)
Bars showing 2024 US investment-grade inflows of $137 billion through September 30.

L’analisi storica non è garanzia di risultati futuri.
Al 31 dicembre 2024
Fonte: J.P. Morgan e AB

Se gli investitori con le maggiori riserve di liquidità torneranno sul mercato nel 2025 la domanda di credito potrebbe accelerare. Ma i fattori alla base di questa domanda sono in via di mutamento. Con la crescita del mercato del private credit , quello dell’high yield si sta restringendo; allo stesso tempo una quota via via maggiore della domanda di high yield proviene da investitori con mandati misti high yield e investment grade. Queste dinamiche sono destinate a nostro avviso a rafforzare la domanda di credito e a far sì che gli spread restino confinati entro un intervallo ben definito.

I prossimi anni presenteranno un gran numero di rischi e una forte incertezza politica, potenziali portatori di una volatilità che riteniamo possa essere affrontata al meglio tramite una gestione attiva, un posizionamento appropriato sulla curva dei rendimenti e una selezione dei titoli prudente. A prescindere da ciò, a nostro parere, il calo dei tassi, fondamentali robusti e la domanda repressa rappresentano ottimi motivi per investire nei mercati globali del credito nel 2025.

Le opinioni espresse nel presente documento non costituiscono una ricerca, una consulenza di investimento o una raccomandazione di acquisto o di vendita e non esprimono necessariamente le opinioni di tutti i team di gestione di portafoglio di AB. Le opinioni sono soggette a modifiche nel tempo.