Mercati emergenti: cinque opportunità per gli investitori azionari

27 settembre 2024
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Le azioni dei mercati emergenti mostrano segni di vita grazie ai primi segnali di un miglioramento degli utili. A quali aree bisognerebbe guardare?

Per gran parte dell'ultimo decennio le azioni dei mercati emergenti hanno segnato il passo rispetto a quelle dei mercati sviluppati. Tuttavia, alcune tendenze sembrano più promettenti di quanto suggerito dai titoli di giornale. Gli analisti stanno finalmente cominciando a rivedere al rialzo le stime sugli utili nei mercati emergenti, in particolare nei settori della tecnologia e dei beni di consumo voluttuari. Crediamo che questo miglioramento del quadro degli utili, segnali potenziali opportunità di lungo termine per gli investitori azionari nei mercati emergenti in cinque aree fondamentali.

1. Mai sottovalutare la Cina 

In qualità di seconda economia e primo mercato emergente a livello mondiale, la Cina è un ingranaggio fondamentale del motore economico globale. Dopo un inizio d'anno all'insegna del vigore, negli ultimi tempi l'economia cinese si è arenata, appesantita dalla debolezza del settore immobiliare e dal rallentamento della spesa per consumi. Tuttavia, la politica monetaria accomodante e le riforme strutturali a lungo termine potrebbero fornire un sollievo imminente.

Alla fine di settembre la banca centrale cinese ha annunciato l'intenzione di ridurre il coefficiente di riserva obbligatoria di 50 punti base (pb) e di abbassare il tasso d'interesse di riferimento di 20 pb, con ulteriori tagli previsti nel corso dell'anno. Questa decisione ci sembra indicare che le autorità cinesi sono seriamente intenzionate a raggiungere l'obiettivo di crescita del 5% fissato per il 2024. Tuttavia, riteniamo che l'entusiasmo del mercato per questi provvedimenti avrà vita breve, a meno che tali misure non siano accompagnate da un miglioramento dei fondamentali.

La Cina sta inoltre procedendo con una serie di riforme volte a richiamare maggiori capitali e a sostenere le quotazioni azionarie. Le sue linee guida in nove punti incoraggiano le imprese a restituire liquidità agli azionisti, mentre l'evoluzione del quadro macroeconomico facilita la distribuzione di dividendi da parte delle società cinesi. All'inizio del percorso di crescita del colosso asiatico molte aziende seguivano un modello di espansione aggressiva, caratterizzato dall'emissione di un gran numero di azioni accompagnate da pochi dividendi. Adesso le imprese ben gestite sono in grado di restituire agli azionisti il capitale in eccesso, il che riveste una certa importanza a fronte del rallentamento macroeconomico.

Ciò potrebbe rivelarsi un catalizzatore per i titoli con un buon dividend yield, ma potrebbe dimostrarsi favorevole anche per le imprese esportatrici e per quelle con quote di mercato in crescita, specialmente alla luce del modesto quadro macroeconomico cinese. Dal momento che il mercato tende ad avere una visione uniforme della Cina, riteniamo che gli investitori possano trovare in tutti e tre questi segmenti società di qualità scambiate a valutazioni interessanti.

2. La rivoluzione dell'IA percorre le vie di Taiwan

Tra i paesi in prima linea nella rivoluzione dell'intelligenza artificiale (IA) c'è sicuramente Taiwan. Dopo tutto, al paese è riconducibile oltre la metà della produzione mondiale di semiconduttori. Taiwan ospita anche il 90% della capacità produttiva globale dei chip avanzati che alimentano gli algoritmi di apprendimento automatico. In qualità di equivalente asiatica della Silicon Valley, Taiwan offre agli investitori un accesso secondario all'IA a valutazioni relativamente appetibili.

Naturalmente l'IA non è fatta solo di chip. A Taiwan hanno sede alcuni dei principali operatori della catena di fornitura globale dell'IA, tra cui aziende di test e misurazione e i produttori dei substrati che permettono di attaccare i chip avanzati ai circuiti stampati. Crediamo che lo sviluppo di infrastrutture per l'IA sia ancora agli inizi. Con lo spostamento della spesa per l'IA dal software all'hardware, intravediamo potenziali benefici per gli enabler di questa tecnologia in tutti i paesi in via di sviluppo. 

3. L'India potrebbe colmare un vuoto importante

La nazione più popolosa del mondo si sta adoperando su diversi fronti per diventare più competitiva a livello globale. Tra le recenti iniziative varate da New Delhi figurano il potenziamento dei trasporti interurbani, lo snellimento della notoriamente onerosa burocrazia nazionale, il miglioramento delle infrastrutture fisiche e lo sviluppo di un'infrastruttura digitale sempre più avanzata. Riteniamo che nel tempo le migliorie infrastrutturali e l'aumento dell'efficienza delle imprese si ripercuoteranno su tutta l'economia indiana, creando nuove opportunità per gli investitori. Nel frattempo, l'India continua a registrare una solida crescita del PIL grazie alla robusta spesa per consumi. Attualmente il PIL pro capite indiano si colloca su un livello simile a quello in cui si trovava la Cina quando la sua crescita ha cominciato ad accelerare (cfr. Grafico).

India: Sulle orme della Cina?
PIL pro capite (USD costanti del 2010), 1964-2029S
India: Sulle orme della Cina?

L’analisi storica non è garanzia di risultati futuri.
Al 31 agosto 2024
Fonte: Banca Mondiale e AllianceBernstein (AB)

Col tempo, l'India potrebbe giocare un ruolo più importante nelle catene di fornitura globali. Il paese viene considerato sempre più spesso un potenziale polo manifatturiero dalle aziende internazionali che cercano di ridurre la loro dipendenza dalla Cina. Se la crescita economica di quest'ultima continuasse a rallentare, l'India potrebbe offrire un solido potenziale di crescita agli investitori azionari nei mercati emergenti.

4. Corea del Sud: riduzione delle barriere, aumento del valore?

Dai suoi inizi nel gruppo delle quattro tigri asiatiche al suo attuale status di leader manifatturiero globale con un'economia ben diversificata, la Corea del Sud è da tempo una grande potenza dei mercati emergenti. Adesso le autorità di Seoul stanno cercando di attirare ulteriori investimenti offrendo agli azionisti delle società sudcoreane quotate in borsa un'esperienza ancora migliore. Il programma “Corporate Value-Up” varato dal governo mira a dare impulso ai corsi azionari migliorando le informative finanziarie delle imprese e incoraggiando i riacquisti di azioni e le distribuzioni di dividendi.

Queste misure, che potrebbero sembrare proposte di buon senso, possono essere di difficile attuazione in un paese dominato da conglomerati a conduzione familiare (chaebol): un motivo fondamentale per cui le società sudcoreane sono scambiate a valutazioni persistentemente basse. Il processo di riforma richiederà tempo, ma crediamo che alla fine apporterà vantaggi agli investitori sotto forma di un aumento del valore per gli azionisti, in particolare nei settori dell'auto, della finanza e dell'industria.

5. Nei paesi in via di sviluppo le gemme nascoste abbondano

Nell'insieme i mercati emergenti e i paesi non sviluppati rappresentano circa la metà del PIL globale e quasi il 90% della popolazione mondiale. Inoltre, nonostante le performance irregolari, molte economie emergenti continuano a crescere più velocemente delle omologhe sviluppate, mentre le stime sugli utili mostrano una tendenza al rialzo (cfr. Grafico).

Divario di crescita persistente, revisioni delle stime sugli utili tendenti al rialzo
Divario di crescita persistente, revisioni delle stime sugli utili tendenti al rialzo

L’analisi storica e le previsioni non sono garanzia di risultati futuri.
ME: Mercati emergenti
Grafico a sinistra al 30 aprile 2024; grafico a destra al 31 agosto 2024
Fonte: Bloomberg, Fondo Monetario Internazionale, MSCI e AB

Interessanti opportunità di investimento nei mercati emergenti si possono trovare in ogni parte del mondo. I mercati al di fuori di Cina, India, Taiwan e Corea del Sud rappresentano oltre il 25% dell'MSCI EM Index e, a nostro parere, meritano maggiore attenzione da parte degli investitori. Ciò comprende il Medio Oriente, dove l'Arabia Saudita è seriamente impegnata a diversificare la propria economia rispetto alla produzione di energia mentre gli Emirati Arabi Uniti cercano di rafforzare il proprio status di paese neutrale. Scorgiamo un potenziale anche in altre regioni, dal risanato settore bancario della Grecia alle società fintech in Kazakistan e agli operatori di e-commerce in America Latina.

Riteniamo che per cogliere al meglio le opportunità offerte dall'azionario dei mercati emergenti serva un approccio attivo che incorpori sia la ricerca fondamentale che quella quantitativa. Un gestore competente è in grado di individuare imprese di qualità sia nei settori in forte crescita che nei comparti in difficoltà e nei contesti macroeconomici deboli. Con la ripresa degli utili e le valutazioni ancora interessanti, crediamo che questo potrebbe essere il momento opportuno per considerare più attentamente un investimento in azioni dei mercati emergenti.

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