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Outlook azionario: prepararsi a profondi mutamenti politici

03 gennaio 2025
8 min read
| Head—Equities

Incertezza politica e volatilità creano un terreno fertile per gli investitori attivi.

I mercati azionari hanno aperto l’anno pronti per un cambiamento. L’agenda politica della prossima amministrazione USA, quella del presidente eletto Donald Trump, è destinata a influire su aree geografiche, settori e imprese in modi complessi. Dal momento che tra le promesse fatte in campagna elettorale e le azioni politiche non vi è mai una linea retta, gli investitori devono restare concentrati sui fondamentali aziendali per posizionare i propri portafogli per i grandi mutamenti che ci attendono.

Nel 2024 l’azionario globale ha messo a segno un rally, ma le performance delle diverse aree geografiche sono state variegate. Nell’arco dell’anno l’indice MSCI All Country World (ACWI) ha guadagnato il 17,5% in dollari USA (v. grafico) trainato dall’azionario USA, che ha eclissato i rendimenti dei titoli europei, giapponesi e dei mercati emergenti (ME). Le azioni cinesi hanno sperimentato una ripresa nel secondo semestre dopo le flessioni registrate nel primo.

Nel 2024 i guadagni del mercato azionario globale sono stati trainati dalle large cap USA
Nel 2024 i guadagni del mercato azionario globale sono stati trainati dalle large cap USA

Le performance passate e l’analisi del contesto attuale non sono garanzia di risultati futuri.
*Large cap USA rappresentate dall’indice S&P 500, Cina dall’MSCI China A, small cap USA dal Russell 2000, Giappone dall’MSCI Japan, Regno Unito dall’MSCI United Kingdom, mercati emergenti dall’MSCI Emerging Markets, Australia dall’MSCI Australia ed Europa escl. Regno Unito dall’MSCI Europe ex UK.
Al 31 dicembre 2024
Fonte: FactSet, FTSE Russell, MSCI, S&P e AllianceBernstein (AB)

Settori e stili: un anno diviso in due

I rendimenti settoriali hanno subito un drastico mutamento. Sebbene quello informatico sia stato il settore dalle migliori performance dell’anno (v. grafico), nel secondo semestre i suoi rendimenti si sono fatti più fiacchi. I titoli di beni voluttuari e finanza sono rimasti indietro nel primo semestre ma poi, nel secondo, i due sono stati i settori dai risultati più positivi. Il settore sanitario ha sottoperformato per tutto il 2024.

A mutare direzione sono state anche le performance dei diversi stili. Nel corso dell’anno i rendimenti stilistici a livello globale hanno subito mutamenti ripetuti e generalizzati, ma i titoli growth hanno sovraperformato nell’arco del periodo trainati in buona parte dal mercato USA. Escludendo gli Stati Uniti, i maggiori guadagni nel 2024 sono giunti dalle azioni value e minimum volatility (sulla base degli indici MSCI EAFE).

I titoli tecnologici e le azioni growth hanno continuato a sovraperformare
I titoli tecnologici e le azioni growth hanno continuato a sovraperformare

Le performance passate e l’analisi del contesto attuale non sono garanzia di risultati futuri.
Al 31 dicembre 2024
Fonte: FactSet, MSCI e AB

Prepararsi a una nuova era per le politiche USA 

Il mutamento dei pattern di rendimento rispecchia un mondo in divenire. Lo stress geopolitico resta elevato, con le guerre ancora in corso in Ucraina e Medio Oriente e il crollo del regime siriano a dicembre. Nel 2024 si sono tenute elezioni in oltre 70 Paesi. La vittoria di Trump a novembre ha segnato una svolta storica nella politica statunitense con enormi conseguenze per Paesi, imprese e investitori in tutto il mondo.

La direzione di questo mutamento politico è stata espressa chiaramente dal presidente eletto: aumento dei dazi e riduzione di tasse, regolamentazione e sussidi sono tra gli elementi chiave delle sue politiche economiche. La previsione è quella che Trump apporti alcuni cambiamenti già dal primo giorno alla Casa Bianca tramite ordini esecutivi. Nonostante i Repubblicani controllino sia Congresso che presidenza, però, per formulare e tradurre in legge i dettagli di molte politiche ci vorrà del tempo.

Una maggiore inflazione significa che gli investitori avranno bisogno dei titoli azionari

Sebbene l’agenda sia ancora in fase di definizione un esito appare chiaro: il mix di politiche proposto porterà verosimilmente a un’espansione del deficit federale e a un’inflazione più alta di quanto auspicato negli Stati Uniti. Nei mercati finanziari questa previsione è rispecchiata da rendimenti obbligazionari USA in crescita e da un irripidimento della curva dei rendimenti dei Treasury.

Un contesto caratterizzato da un’inflazione potenzialmente più persistente rafforza a nostro avviso la necessità di mantenere un’esposizione significativa all’azionario. I nostri studi dimostrano che le azioni sono riuscite a sovraperformare il tasso d’inflazione, ovvero a offrire rendimenti reali positivi, per oltre un secolo. Gli investitori che si sono preparati a una decelerazione dell’economia, dunque, potrebbero valutare la possibilità di posizionarsi per una possibile accelerazione della crescita USA e per il rischio che la Fed non riesca a riportare l’inflazione al livello target del 2,0% nel prossimo anno; l’indice dei prezzi al consumo USA è sceso dal picco del 9,1% di giugno 2022 fino al 2,6% di ottobre 2024.

L’outlook per l’inflazione apporta ulteriore incertezza all’evoluzione della politica monetaria USA. Il 18 dicembre l’azionario USA ha subito un brusco calo nel corso di una seduta volatile dopo che la Federal Reserve ha segnalato che nel 2025 potrebbe tagliare i tassi d’interesse più lentamente del previsto.

Le politiche di Trump potrebbero inoltre portare a una maggiore divergenza economica a livello globale. L’incremento dei dazi può frenare la crescita, specialmente in Cina e in Europa. Se gli Stati Uniti riducessero il proprio sostegno alla NATO e facessero pressione sui Paesi membri affinché spendano di più, ciò a nostro parere peserebbe su debito e disavanzo di bilancio in tutta Europa.

Come valutare i titoli azionari con il mutamento delle politiche

Gli investitori devono fare i conti con un gran numero di sfide. Innanzitutto i dettagli di questo mutamento politico sono difficili da prevedere. In secondo luogo è possibile che le forze macroeconomiche che potrebbero scatenarsi agiscano in maniera diversa tra un’area geografica e l’altra. Terzo, per comprendere gli effetti di questi cambiamenti su risultati e utili delle imprese ci vorrà del tempo.

In che modo possono prepararsi dunque i gestori di portafoglio? La chiave, a nostro giudizio, è concentrarsi sui fondamentali delle singole società. Anche quando i cambiamenti hanno un’origine top-down (ovvero politica), svolgere ricerche bottom-up per valutare i possibili effetti sulle diverse società può aiutare a distinguere le aziende vulnerabili da quelle ben posizionate per trarre vantaggio dai nuovi sviluppi.

Case study: prepararsi all’aumento dei dazi 

Le tariffe sono un esempio emblematico. A novembre Trump ha annunciato piani per imporre un dazio del 25% su tutte le importazioni da Canada e Messico dopo il suo insediamento, minacciando anche di incrementare le tariffe doganali sui beni cinesi dai livelli attuali. Dal momento che i dazi possono essere imposti tramite ordini esecutivi i dettagli, con ogni probabilità, verranno svelati non appena Trump entrerà in carica. Dal primo mandato del tycoon i dazi sono aumentati, sebbene da un livello di partenza storicamente basso.

I dazi, di primo acchito, sembrano favorire le imprese statunitensi e penalizzare le loro rivali estere. La realtà è decisamente più complessa.

Nuovi dazi incentiverebbero le aziende statunitensi a riportare la produzione entro i confini nazionali; ma le imprese che fanno affidamento su fornitori esteri, nell’immediato, potrebbero dover fare i conti con aumenti dei costi fino a che non avranno portato a termine il “reshoring” delle proprie attività fondamentali. Le aziende cinesi sembrano vittime ovvie dei nuovi dazi. Eppure le nostre ricerche mostrano che nonostante a partire dalla prima ondata di dazi nel 2018 le importazioni statunitensi dalla Cina siano diminuite, le esportazioni cinesi verso il resto del mondo sono cresciute. Ciò è dovuto al fatto che molte imprese cinesi hanno riconfigurato le proprie catene di fornitura trasferendo la produzione in Messico e in Vietnam.

Al contempo molte società globali con sedi negli Stati Uniti potrebbero trarre vantaggio dai dazi. Tra queste vi sono case automobilistiche e aziende di elettronica e beni di consumo europee e giapponesi con una forte presenza dal punto di vista produttivo negli Stati Uniti.

Qual è, insomma, il morale della favola? Che fare ipotesi generali sugli effetti di nuove politiche sulle aziende è rischioso. Le imprese statunitensi e globali che hanno affrontato abilmente i dazi del passato e la pandemia riconfigurando le proprie catene di fornitura saranno meglio posizionate per far fronte alle nuove tariffe doganali. E per individuare davvero i rischi e le opportunità creati dai dazi, a un analista occorre una solida comprensione del posizionamento competitivo, della struttura aziendale e delle competenze gestionali dell’azienda in questione. In tal modo i team d’investimento possono valutare in tempo reale il possibile effetto dei dazi sull’evoluzione a lungo termine di utili e rendimenti, modificando di conseguenza tassi di attualizzazione e posizioni in portafoglio.

Le politiche “America first” non trasformeranno le imprese USA più deboli 

Dal momento che l’agenda politica di Trump mira a mettere al primo posto l’America non sorprende che, stando alle previsioni, le azioni USA siano destinate a prosperare.

Ma guardare all’intero mercato statunitense con eccessivo ottimismo sarebbe un errore. Prendiamo ad esempio le politiche fiscali. Sì, ridurre le imposte sulle imprese (come promesso da Trump) vuol dire più ricavi per tutte. Ma minori tasse non trasformano una società debole in una di qualità. I tagli delle tasse, semmai, consentono alle aziende più solide di rafforzare ulteriormente la propria posizione, specialmente in settori altamente competitivi.

I possibili tagli dei sussidi, allo stesso modo, potrebbero produrre effetti inaspettati. Anche se la nuova amministrazione dovesse autorizzare un incremento delle attività di trivellazione per estrarre combustibili fossili, i sussidi ai progetti legati alle energie rinnovabili non sparirebbero dall’oggi al domani; alcuni hanno infatti portato alla creazione di posti di lavoro in Stati repubblicani. Il sostegno di Trump allo sviluppo infrastrutturale potrebbe far sì che determinati sussidi dell’era Biden rimangano in vigore.

L’impatto delle politiche sui rendimenti azionari può essere sorprendente. Di fatto le azioni USA dei settori energia, finanza e beni industriali hanno sottoperformato nel corso del primo mandato di Trump per poi mettere a segno le migliori performance durante quello di Biden (v. grafico). I titoli del settore sanitario hanno evidenziato performance leggermente migliori nel corso della prima amministrazione Trump che durante quella di Biden.  

Azioni USA: due motivi per operare in ottica selettiva
Azioni USA: due motivi per operare in ottica selettiva

Le performance passate e l’analisi del contesto attuale non sono garanzia di risultati futuri.
*Rendimenti misurati dal mese di determinazione dell’esito delle elezioni, non dalla data di insediamento di ciascun presidente nel gennaio successivo. †2T: gli utili per il secondo semestre sono quelli comunicati dal 16 maggio 2024 al 15 agosto 2024. †3T: gli utili per il terzo semestre sono quelli comunicati dal 16 agosto 2024 al 15 novembre 2024. Le cifre nella colonna “Accelerazione/decelerazione” potrebbero non corrispondere alla differenza tra 2T e 3T per via dell’arrotondamento.
Grafico a sinistra al 31 ottobre 2024. Grafico a destra al 15 novembre 2024. 
Fonte: Bloomberg, S&P e AB

Nella maggior parte dei settori dell’S&P 500, negli ultimi mesi, la crescita degli utili ha subito una decelerazione, perfino nel tanto lodato settore tecnologico (v. grafico in alto). Ciò significa che gli investitori azionari devono operare in maniera particolarmente selettiva per scovare quelle società che stanno sfidando l’indebolimento tendenziale del proprio settore e ben posizionate per trarre vantaggio dagli imminenti mutamenti politici.

Perché diversificare a livello globale? 

Nonostante l’indebolimento della crescita di alcuni settori, nel complesso l’outlook per gli utili negli Stati Uniti è relativamente solido. Ad apparire robuste, però, sono anche le stime di consensus sulla crescita dei profitti in Europa e in Giappone, seppure inferiori che negli Stati Uniti. Nei ME, invece, stando alle previsioni nel 2025 la crescita degli utili dovrebbe risultare maggiore che negli USA (v. grafico).

Gli utili attesi restano solidi nonostante le incertezze
Gli utili attesi restano solidi nonostante le incertezze

Le performance passate e l’analisi del contesto attuale non sono garanzia di risultati futuri.
Stati Uniti rappresentati dall’indice MSCI USA, Eurozona dall’MSCI Eurozone, Giappone dall’MSCI Japan, mercati sviluppati dall’MSCI World e mercati emergenti dall’MSCI Emerging Markets
Previsioni sui mercati sviluppati al 9 dicembre 2024. Previsioni sui mercati emergenti al 17 novembre 2024.
Fonte: J.P. Morgan e AB

L’andamento dei mercati azionari non rispecchia sempre il contesto macroeconomico. Anche nella più debole economia europea, ad esempio, gli investitori possono trovare società globali con posizioni settoriali dominanti e interessanti prospettive di crescita slegate dal quadro economico della propria area geografica di riferimento.

I ME potrebbero andare incontro a maggiori ostacoli a causa delle politiche di Trump. Eppure durante il primo mandato del tycoon l’indice MSCI Emerging Markets ha offerto un rendimento annualizzato del 14,1% in dollari USA sovraperformando il 13,3% dell’MSCI World. Anche nell’eventualità che i rendimenti dei ME risultassero inferiori a quelli dei mercati sviluppati, i portafogli attivi incentrati sui ME troveranno a nostro avviso interessanti opportunità di generare alfa, ovvero rendimenti superiori a quelli del mercato. Il consiglio è quello di andare alla ricerca di società poco apprezzate, favorite da trend regionali e settoriali e relativamente resilienti alle ripercussioni delle politiche statunitensi.

Valutazioni in primo piano

Le valutazioni dei diversi mercati azionari regionali sono degne di nota. Le azioni statunitensi sovraperformano quelle non statunitensi da oltre un decennio, spingendo le valutazioni USA a livelli vicini ai propri massimi dal 1996 (v. grafico). Nel mercato europeo e in quello giapponese, invece, le valutazioni sono relativamente contenute.

Tenere d’occhio le valutazioni azionarie
Tenere d’occhio le valutazioni azionarie

Le performance passate e l’analisi del contesto attuale non sono garanzia di risultati futuri.
ME: mercati emergenti
P/FE: price to forward earnings (rapporto prezzo/utili prospettici)
*Sulla base dei rendimenti in dollari USA dell’MSCI USA rispetto all’MSCI World ex USA
†Percentile di riferimento basato su osservazioni mensili. Stati Uniti rappresentati dall’indice S&P 500, Europa dall’MSCI Europe, Asia escl. Giappone dall’MSCI Asia ex Japan, Giappone dall’MSCI Japan e mercati emergenti (ME) dall’MSCI Emerging Markets 
Al 31 dicembre 2024
Fonte: FactSet, MSCI, S&P e AB

Le valutazioni negli Stati Uniti sono state spinte al rialzo da quelle delle mega cap. Nel corso del 2024, infatti, le società appartenenti al gruppo delle Magnifiche sette hanno continuato a cavalcare l’ondata di entusiasmo nei confronti dell’intelligenza artificiale. Le modifiche ai regolamenti (e la possibile deregolamentazione) sono considerate una manna per le mega cap. Eppure gli esiti, a nostro parere, non saranno monodimensionali e potrebbero favorire una vasta gamma di società in tutti i settori. Siamo convinti che un’esposizione azionaria diversificata a un gruppo più ampio di società statunitensi possa permettere di cogliere il potenziale di utile e rendimento che potrebbe essere liberato nei prossimi anni.

Una vasta gamma di esiti significa opportunità

Le trasformazioni politiche possono risultare spiazzanti, determinando tipicamente volatilità e, potenzialmente, una gamma più vasta di esiti per imprese e titoli azionari che in contesti di mercato più tranquilli.

Eppure per gli investitori attivi si tratta di condizioni favorevoli. La confusione sul mercato può portare a valutazioni errate che consentono ai gestori di portafoglio guidati dalla ricerca di individuare le opportunità offerte da aziende resilienti. Posizionare il proprio portafoglio azionario investendo in società di qualità può aiutare gli investitori ad assicurarsi che il percorso verso il raggiungimento dei propri obiettivi finanziari a lungo termine non venga sviato dall’incertezza politica.

Le opinioni espresse nel presente documento non costituiscono una ricerca, una consulenza di investimento o una raccomandazione di acquisto o di vendita e non esprimono necessariamente le opinioni di tutti i team di gestione di portafoglio di AB. Le opinioni sono soggette a modifiche nel tempo.

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