Outlook obbligazionario europeo 2025: ostacoli, incertezze, opportunità

06 gennaio 2025
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I mercati obbligazionari europei risentono di enormi preoccupazioni. Nonostante ciò, la storia suggerisce un lieto fine.

L'Europa si trova di fronte ad avversità e incertezze. I problemi sono facili da elencare, ma difficili da quantificare: i costi umani e finanziari delle guerre in Ucraina e in Medio Oriente; l'aumento della spesa militare, che potrebbe salire da un minimo dell'1% a un minimo del 3% del PIL; l'aumento dei dazi statunitensi, che potrebbero arrivare al 10-20%, o anche più per alcuni settori come l'automotive; e gliulteriori costi della transizione ecologica, stimati al 2,5% del PIL all'anno per vent'anni.

Gli elevati disavanzi in gran parte dell'Europa e l'instabilità politica in Francia e in Germania limitano la libertà d'azione dei politici, mentre il ritorno di Trump alla presidenza degli Stati Uniti minaccia di aggravare i problemi di competitività e le pressioni populiste nel Vecchio Continente.

In questo contesto a dir poco impegnativo, le prospettive per i mercati obbligazionari europei ci sembrano sorprendentemente rosee. Gli alti rendimenti e il calo dei tassi d'interesse sono storicamente molto vantaggiosi per gli investitori obbligazionari e, salvo sviluppi negativi come un'altra guerra o una pandemia, potrebbero esserlo ancora nel 2025.

Crescita in stallo e tassi in calo si traducono in yield obbligazionari più bassi

Le economie europee stentano ancora a ritornare su una traiettoria di crescita sostenuta dopo la pandemia di COVID, e uno shock esterno potrebbe spingere la regione in recessione. Il mercato prevede che il tasso di riferimento della Banca centrale europea (BCE) si assesterà intorno allo standard pre-pandemia del 2% nei prossimi anni.

Riteniamo che questo livello sia troppo elevato e che i tassi diminuiranno ulteriormente, poiché l'Europa è alle prese con gli stessi problemi strutturali già presenti prima della pandemia. Alla riunione del dicembre 2024 il Consiglio direttivo della BCE ha segnalato la conclusione della politica monetaria restrittiva, spianando la strada a nuovi tagli dei tassi in ogni riunione successiva fino al giugno 2025. Le nuove difficoltà poste dalle politiche di Trump potrebbero indurre la BCE e la Bank of England a ridurre ulteriormente i tassi. Al contempo, queste politiche potrebbero comportare un aumento della crescita nominale e dell'inflazione negli USA e un minor numero di tagli dei tassi da parte della Federal Reserve.

Le prospettive di una marcata flessione dei tassi in Europa e di una crescita più vivace negli Stati Uniti avranno probabilmente effetti positivi di rilievo sui mercati obbligazionari in euro e in sterline nei prossimi due anni. Prevediamo un contesto particolarmente favorevole per le obbligazioni con scadenza da 0 a 10 anni, i cui rendimenti sarebbero spinti al ribasso dai tagli dei tassi effettuati dalle banche centrali. Ci aspettiamo anche un irripidimento delle curve dei rendimenti, poiché i titoli di Stato europei a lungo termine potrebbero risentire del deterioramento dei conti pubblici osservato in tutto il mondo.

ll credito europeo si conferma solido

Gli emittenti investment grade con i profili finanziari più solidi resisteranno meglio all'indebolimento dell'economia e alle pressioni dei dazi, e i loro titoli obbligazionari trarranno a nostro avviso il massimo beneficio dalla diminuzione dei tassi. Gli emittenti high yield sono più sensibili ai cambiamenti delle prospettive economiche e potrebbero essere maggiormente influenzati da un rallentamento della crescita. Ciò nonostante, le società high yield europee partono da una posizione di forza. Attualmente i rendimenti si collocano su livelli interessanti rispetto al passato e, storicamente, si sono rivelati un buon indicatore delle performance future, indipendentemente dalle condizioni di mercato (cfr. Grafico).

Il rendimento attuale è un buon indicatore delle performance future
Yield-to-worst e performance annualizzata nei cinque anni successivi (%)
Il rendimento attuale è un buon indicatore delle performance future

Le analisi storiche e del contesto attuale non costituiscono garanzia di risultati futuri.
Le performance indicate si riferiscono al Bloomberg Pan-European High Yield (Euro) Index.
L'acronimo GFC indica la crisi finanziaria globale.
Al 31 dicembre 2024
Fonte: Bloomberg e AllianceBernstein (AB)

La domanda di credito high yield in euro rimane sostenuta rispetto all'offerta e, nonostante gli spread per lo più ristretti, gli attuali livelli di rendimento offrono un margine sufficiente a mitigare eventuali flessioni (cfr. Grafico).

È necessario un aumento significativo dei rendimenti perché gli investitori vadano in perdita
Yield Breakeven (punti base)
È necessario un aumento significativo dei rendimenti perché gli investitori vadano in perdita

Le analisi storiche e del contesto attuale non costituiscono garanzia di risultati futuri.
Il livello di pareggio indicato si riferisce al Bloomberg Pan-European High Yield (Euro) Index. Il rendimento di pareggio è calcolato come rapporto tra il rendimento dell'indice e la duration effettiva dello stesso.
Al 31 dicembre 2024
Fonte: Bloomberg e AB

Dato il livello attualmente molto appetibile dei rendimenti, riteniamo probabile un andamento laterale degli spread.

Benché non si possa escludere un deterioramento con l'inasprirsi delle condizioni, i fondamentali degli emittenti high yield europei sono per la maggior parte solidi: il 65% circa del mercato high yield ha rating BB e gli emittenti di questo gruppo non necessitano di una crescita vigorosa per onorare i propri debiti. Per contro, gli emittenti con rating CCC e inferiore, più indebitati, avranno probabilmente bisogno di un'economia in crescita per sostenere le loro strutture di capitale e sono vulnerabili a un rallentamento.

Alla luce delle incertezze macroeconomiche, crediamo anche che gli emittenti corporate saranno relativamente poco inclini ad appesantire i propri bilanci con aggressive operazioni di M&A o di buyback, a ulteriore vantaggio degli investitori obbligazionari.

A fronte della continua diminuzione dei tassi, gli investitori europei che si tengono alla larga dalle obbligazioni e rimangono investiti in liquidità potrebbero sostenere secondo noi un costo-opportunità considerevole. Nel 2024 il travaso di capitali dai fondi comuni monetari ai mercati del credito è stato considerevole, e prevediamo una continuazione di questa tendenza con l'ulteriore allentamento da parte della BCE e il nuovo irripidimento delle curve. 

L'importanza della selezione di titoli e settori

Nel complesso, riteniamo che nel 2025 i mercati obbligazionari europei continueranno a beneficiare degli stessi fattori fondamentali, tecnici e valutativi che si sono dimostrati favorevoli nel 2024.

Tuttavia, crediamo che i mercati saranno molto sensibili alle notizie politiche ed economiche e in particolare alle novità sulle proposte statunitensi in materia di dazi. Al momento i mercati si stanno interrogando sui probabili impatti di un'ampia gamma di possibili scenari; all'aumentare della chiarezza sull'impatto effettivo, i corsi obbligazionari potrebbero variare notevolmente, in particolare per i settori e gli emittenti più colpiti.

Le tensioni finanziarie e il rischio di perdere le elezioni potrebbero anche costringere i governi europei a fare marcia indietro su alcuni impegni "net zero", con importanti ripercussioni su un'ampia gamma di emittenti europei. Gli investitori dovranno stare attenti all'evolversi di questi eventi e alle variazioni dei prezzi dei titoli, che potrebbero sopravvalutare o sottovalutare gli impatti dei cambiamenti.

A tale scopo sarà essenziale utilizzare strumenti in grado di analizzare in modo oggettivo e valutare in maniera coerente le metriche ESG finanziariamente rilevanti e applicare sistematicamente la ricerca quantitativa e fondamentale a un gran numero di emissioni obbligazionarie. Sviluppando queste capacità, gli investitori potranno valutare appieno l’impatto di cambiamenti dalla portata potenzialmente ampia, mitigare i rischi e cogliere le opportunità nel 2025 e oltre.

Le opinioni espresse nel presente documento non costituiscono ricerca, consulenza di investimento o raccomandazioni di acquisto o di vendita, e non rappresentano necessariamente le opinioni di tutti i team di gestione di AB; tali opinioni sono soggette a revisione nel corso del tempo.