Sostenibilità e investimento

cosa ci ha insegnato la pandemia

04 novembre 2021
5 min read

La pandemia di coronavirus ha innescato grandi cambiamenti a livello di Paesi, società, persone e aziende. Le problematiche interconnesse sul fronte ambientale, sociale e di governance hanno rafforzato il ruolo delle strategie di investimento sostenibile facendole divenire parte integrante delle allocazioni degli investitori nell’era post-Covid.

Quando la storia del Covid-19 sarà stata scritta, il periodo della pandemia non potrà essere liquidato come una semplice crisi economica e sanitaria. I problemi economici e sanitari hanno contribuito a un risveglio sociale sottolineando in maniera crescente le diseguaglianze presenti nel mondo, mentre l’intensificarsi della crisi climatica globale ha aggiunto nuove e imprevedibili minacce.

Prese nel loro insieme, queste quattro tendenze dell’era pandemica hanno innescato un cambiamento concettuale nell’obiettivo dell’investimento. Prima della pandemia, l’investimento tradizionale considerava le tematiche sociali ed economiche come sfere ampiamente distinte: le aziende esistevano per arricchire i loro titolari, ossia gli azionisti. Oggi queste due sfere sono correlate tra loro. Non possiamo comprendere appieno l’economia di un business senza sapere come l’azienda interagisce con i clienti e la società. I business sono plasmati da forze sociali potenti, che sono fondamentali per maturare informazioni utili in merito al percorso di crescita e al potenziale di rendimento di un’azienda. Ecco quattro lezioni che a nostro avviso rimarranno valide a lungo, anche quando il mondo sarà finalmente guarito dal Covid-19.

1.Le problematiche legate alla sostenibilità sono di ampia portata – e riguardano ognuno di noi. La pandemia ha reso la “sostenibilità” un problema personale di molti. Il Covid-19 non è solo una crisi sanitaria. È una crisi di sostenibilità. Se da un lato il concetto di sostenibilità può assumere significati diversi per ciascuno di noi, sappiamo che riguarda temi sociali come la povertà, la fame, la sanità e l’istruzione, oltre che problematiche economiche come l’occupazione, la sicurezza finanziaria e l’inclusione. Si tratta di tematiche strettamente correlate tra loro.

In che modo il Covid-19 si è trasformato in una crisi di sostenibilità con mille sfaccettature? Nei Paesi membri dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, la disoccupazione è raddoppiata arrivando circa al 10% alla fine del 2020. L’Organizzazione internazionale del lavoro stima che il numero di ore lavorative perse a causa della pandemia corrisponde a 100 milioni di posti di lavoro persi su scala globale, un numero impressionante. Secondo l’UNESCO, il 90% dei bambini che frequentavano la scuola in tutto il mondo ha subito interruzioni nel percorso formativo. Le chiusure dei confini e le restrizioni al commercio hanno esacerbato le problematiche sul fronte alimentare. La pandemia è stata anche una crisi di genere, che ha pesato enormemente sulle donne, le prime a perdere il loro posto di lavoro. Tutti questi problemi hanno penalizzato in maniera sproporzionata le classi più povere, andando ad ampliare ulteriormente le disuguaglianze sociali. L’impatto di queste difficoltà simultanee ha esercitato una pressione senza precedenti sulle persone, le aziende e le comunità di tutto il mondo.

Nella nostra vita non siamo stati mai testimoni di un altro evento di questa portata, che abbia sottolineato quanto i temi legati alla sostenibilità siano interconnessi tra loro in maniera così personale. La sostenibilità è ormai un problema che ci riguarda tutti.

2.Per avere successo, le aziende devono interagire con diversi stakeholder. Le grandi aziende quotate in borsa hanno un’influenza determinante sullo sviluppo sostenibile. Danno lavoro a grandi quantitativi di persone, impiegano la maggior parte delle risorse naturali, generano una porzione sostanziale dell’inquinamento e sono le entità più politicamente connesse sul pianeta. Senza il settore privato, lo sviluppo sostenibile globale non sarebbe possibile.

Fortunatamente, negli ultimi anni, abbiamo assistito all’ascesa del capitalismo degli stakeholder, ossia la nozione in base a cui le grandi aziende creano un valore economico maggiore quando considerano le esigenze di tutti i portatori di interesse e non solo degli azionisti (Grafico). Le aziende dovrebbero avere un successo economico maggiore quando favoriscono il benessere sociale e ambientale delle comunità in cui operano e adottano pratiche aziendali sostenibili.



La pandemia ha messo alla prova questa teoria. Alcuni produttori hanno convertito la loro capacità produttiva, iniziando a fabbricare attrezzature mediche critiche come mascherine e ventilatori. Altri hanno temporaneamente fornito assistenza finanziaria ai clienti e ai dipendenti in difficoltà. E tutte le aziende sono state chiamate a creare condizioni di lavoro più sicure per i loro dipendenti.

Nel 2020, uno studio del professore della Harvard Business School George Serafeim e di tre ricercatori di State Street Associates ha dimostrato che le aziende che hanno usato il loro potere per attività positive durante la pandemia sono state premiate dal mercato azionario. Tramite l’elaborazione del linguaggio naturale, lo studio ha valutato i comportamenti favorevoli agli stakeholder che le aziende hanno adottato in ambiti come la gestione della manodopera e della filiera e le operazioni. Ha rilevato che le aziende che hanno adottato comportamenti positivi nei confronti degli stakeholder hanno beneficiato di flussi monetari istituzionali più solidi e di rendimenti migliori. Anche la nostra ricerca indica che le aziende che presentano rating ESG più elevati sono state più resilienti durante la prima correzione del mercato indotta dal Covid-19 nel primo trimestre 2020 (Grafico). Perfino gli azionisti stanno iniziando a prendere atto dell’importanza del capitalismo degli stakeholder.



3.I consumatori possono punire i comportamenti aziendali scorretti.
 Lo possono fare tramite le loro scelte di acquisto, le loro preferenze di investimento, le loro decisioni di impiego e i boicottaggi. La confluenza delle diverse crisi (sanitaria, economica, sociale e climatica) è stata la ciliegina sulla torta che ha indotto le persone a ribellarsi al potere delle grandi aziende. I social media hanno poi amplificato le voci dei singoli in tutto il mondo, aprendo la strada al boicottaggio delle aziende che maltrattano i dipendenti, tollerano il razzismo o il sessismo o arrecano un danno all’ambiente (Grafico).



I lavoratori hanno sempre meno paura di licenziarsi quando i loro datori di lavoro agiscono in maniera non sostenibile. E sempre più consumatori stanno prendendo decisioni di acquisto sulla base delle caratteristiche di sostenibilità dell’azienda. Il Covid-19 ha in un certo senso risvegliato le persone, inducendole a comunicare i loro bisogni al settore privato. Le aziende dovranno ora ascoltare e rispondere, pena l’allontanamento di consumatori e investitori.

4.L’ESG rimarrà al centro della scena per gli investitori. Gli investitori stanno assimilando queste lezioni. È ormai chiaro che non possono più ignorare le decisioni delle aziende sul fronte ambientale e sociale. I temi ESG erano una volta considerati dei rischi da evitare. Per molti investitori un portafoglio ESG altro non era che l’esclusione passiva di settori percepiti come particolarmente problematici, come il tabacco o le armi.

Ma ora non più. La pandemia ha dimostrato che anche i temi ESG possono presentare delle opportunità e ha portato sotto i riflettori una serie di questioni legate alla sostenibilità come l’accesso alla sanità, l’innovazione medica, la sicurezza alimentare, la scarsità d’acqua, la sicurezza e l’inclusione finanziaria e la parità di genere. E gli investitori hanno potuto toccare con mano le potenzialità del settore privato nel fornire soluzioni alle grandi sfide del pianeta. Le aziende che si occupano di diagnostica hanno prodotto i test per il Covid-19. Le aziende farmaceutiche hanno inventato i vaccini. Le aziende di comunicazione ci hanno consentito di virtualizzare le nostre vite in modo da poter lavorare, imparare, fare acquisti e ginnastica da casa. Le aziende fintech hanno aiutato i business ad accedere al mondo online.

Il dialogo sull’investimento sostenibile è cambiato. Sebbene permangano alcune difficoltà, dalla regolamentazione delle informative ESG all’eradicazione del greenwashing, riteniamo che gli investitori debbano incorporare nei loro processi i temi legati alla sostenibilità, perché sono ormai diffusi e importanti per ogni azienda. Integrando le lezioni strategiche apprese dalla pandemia nella ricerca fondamentale sulle aziende, e con il supporto di un engagement efficace con il management, gli investitori saranno in grado di generare risultati migliori per i clienti e favorire al contempo un cambiamento positivo nelle aziende che offrono alla società dei benefici tangibili.

Le opinioni espresse nel presente documento non costituiscono ricerca, consulenza di investimento o raccomandazioni di acquisto o di vendita, e non rappresentano necessariamente le opinioni di tutti i team di gestione di AB; tali opinioni sono soggette a revisione nel corso del tempo.