L'inflazione, i tassi d'interesse e gli ostacoli alla crescita presentano un andamento diverso in tutto il mondo. Tuttavia, le allocazioni azionarie globali non dovrebbero dipendere dalle condizioni macro delle singole economie. Per trovare le fonti di crescita a lungo termine più promettenti, gli investitori dovrebbero guardare oltre i paesi di origine delle aziende.
Nella crisi economica globale di quest'anno, non ci sono due regioni che abbiano vissuto un'esperienza identica. Anche se l'inflazione tiene banco in gran parte del mondo, in alcuni paesi l'aumento dei prezzi è stato più moderato rispetto ad altri. Analogamente, l'entità dei rialzi dei tassi e i timori di recessione non sono uguali ovunque.
Gli Stati Uniti stanno subendo le dure conseguenze del ciclo di inasprimento prima e più velocemente di altri paesi, a causa della stretta monetaria aggressiva attuata dalla Federal Reserve. In Europa, dove l'inflazione è persino più elevata che oltre oceano, è la crisi energetica a complicare l'azione delle banche centrali e amplificare i rischi di recessione. Il Giappone, per contro, ha un'inflazione contenuta, una politica monetaria accomodante e uno yen indebolito. La Cina, dal canto suo, è intenta a stimolare la crescita, applicando al contempo una politica "zero COVID" e gestendo i rischi del settore immobiliare.
Le allocazioni regionali top down sono sconsigliate
In questo contesto, gli investitori in portafogli azionari globali potrebbero essere tentati di ricercare esposizioni geografiche che rispecchino le condizioni macro regionali. Riteniamo che questo tipo di approccio top down sia controproducente, per tre motivi. In primo luogo, è notoriamente difficile prevedere le tendenze macroeconomiche. In secondo luogo, tali tendenze non sempre si riflettono nei rendimenti del mercato azionario. In terzo luogo, anche se la deglobalizzazione accelera, molte aziende non dipendono esclusivamente dai mercati interni per la generazione di ricavi.
Le imprese europee generano il 58% dei loro ricavi al di fuori della propria regione (cfr. Grafico a sinistra). Anche le aziende giapponesi e statunitensi ottengono una quota significativa di fatturato all'estero. Di conseguenza, in molti casi, il potenziale di crescita dei ricavi e degli utili sarà determinato più dalle dinamiche settoriali globali che dall'inflazione e dal PIL nazionali. Inoltre, in un anno caratterizzato da un deciso apprezzamento del dollaro USA, le performance aziendali sono state notevolmente influenzate dall'esposizione valutaria.