Come gestire il rischio di tasso nei portafogli obbligazionari

21 ottobre 2021
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Come gestire il rischio di tasso nei portafogli obbligazionari

Di Joseph Haag, Brian Resnick

I tassi d’interesse sono in aumento, e gli investitori temono le possibili ripercussioni sui loro portafogli. Non bisogna pensare, però, di essere completamente alla mercé dei mercati. Di seguito presentiamo tre strategie che possono aiutare gli investitori a controllare e mitigare il rischio di tasso d’interesse nei loro portafogli.

1. Ridurre la duration del portafoglio, ma non troppo. In un contesto di tassi in aumento, chi non può assumersi un rischio eccessivo deve limitare, anche se non eliminare, la duration, ovvero la sensibilità alle variazioni dei tassi d’interesse. Riducendo la duration è possibile mitigare la volatilità e le perdite quando i tassi d’interesse aumentano.

Meglio, però, non uscire dal mercato, optare per la liquidità o ridurre drasticamente l’esposizione alla duration. Una strategia basata sulla liquidità potrebbe portare ad accumulare un ritardo sia rispetto alle obbligazioni che generano reddito sia rispetto all’inflazione. Infatti, anche se un aumento dei rendimenti obbligazionari può essere penalizzante nel breve termine perché i prezzi scendono, nel lungo periodo questo rialzo gioca a favore degli investitori obbligazionari, perché il reddito generato dalle obbligazioni sotto forma di pagamenti delle cedole viene reinvestito a tassi nuovi e più elevati.

Proponiamo un esempio per mostrare quale potrebbe essere l’impatto effettivo dell’aumento dei tassi su un portafoglio obbligazionario. Abbiamo modellato un semplice portafoglio di Treasury ipotizzando uno shock dovuto a un improvviso aumento dei tassi di 125 punti base. Quale sarebbe la sua performance immediata? E quale sarebbe il suo andamento negli anni a venire (cfr. Grafico)?



All’inizio il portafoglio registra un calo di prezzo, un’esperienza innegabilmente dolorosa. Nonostante questo, il portafoglio continua a generare reddito, e gli investitori che mantengono la rotta possono reinvestire quel reddito a un rendimento più elevato. In tal modo, il calo di prezzo viene compensato, se non annullato, e in due anni il portafoglio torna in territorio positivo. Nel terzo anno il portafoglio non solo raggiunge il livello a cui sarebbe arrivato se i tassi non fossero mai saliti, ma aumenta persino il suo valore e cresce più velocemente. A questo punto il gioco è fatto.

Ecco, quindi, la nostra regola empirica: nella misura in cui la duration del portafoglio è inferiore all’orizzonte d’investimento, l’aumento dei tassi apporta un vantaggio, indipendentemente dalla sua entità.

2. Inserire in portafoglio obbligazioni ad alto rendimento. Oltre a ridurre la duration del portafoglio, gli investitori dovrebbero orientare una parte di quell’esposizione verso una fonte diversa dai titoli di Stato.

I bond che offrono un differenziale di rendimento rispetto al debito pubblico – ad esempio, le obbligazioni corporate – sono meno sensibili alle variazioni dei tassi d’interesse. Possiamo vederlo mettendo a confronto la duration dichiarata di un’obbligazione con la sua duration effettiva o empirica (cfr. Grafico). Mentre la duration dichiarata serve a prevedere l’andamento del prezzo di un’obbligazione a fronte di una determinata variazione dei tassi, la duration empirica descrive l’effettivo comportamento passato del titolo a seguito di un movimento dei tassi.



La duration dichiarata è un parametro ragionevolmente accurato per misurare la sensibilità dei prezzi dei titoli di Stato e delle obbligazioni corporate di alta qualità. Tuttavia, quanto più basso è il rating di un titolo, e quanto maggiore è il suo spread rispetto al debito pubblico, tanto minore è la sua sensibilità ai tassi d’interesse. Infatti, i prezzi di due bond con la stessa duration dichiarata – un titolo di Stato e un’obbligazione high yield – spesso si muovono in direzioni opposte all’aumentare dei tassi d’interesse.

Questa correlazione negativa tra obbligazioni di alta qualità e titoli high yield suggerisce di detenere asset creditizi nelle fasi di rialzo dei tassi. Tra le strategie attive più efficaci per gli investitori con una moderata tolleranza al rischio, infatti, ci sono quelle che coniugano i titoli di Stato e altri asset sensibili ai tassi di interesse con asset creditizi orientati alla crescita in un’unica strategia gestita in modo dinamico. La capacità di ribilanciare gli asset con correlazione negativa contribuisce a generare reddito, limitando al contempo la portata dei ribassi (cfr. Grafico).



3. Ampliare i propri orizzonti. Agli investitori suggeriamo anche di estendere la propria esposizione al credito sia a livello globale che nell’ambito di una varietà di settori ad alto rendimento. Un approccio multisettoriale globale al credito può offrire ben più che una semplice diversificazione. Un’allocazione multisettoriale globale diversificata nel credito può fornire un rendimento cedolare più elevato, un rendimento totale più solido e una maggiore efficienza del reddito. Ecco come.

Questo approccio attinge a un ampio spettro di asset, quali obbligazioni high yield statunitensi ed europee, debito emergente, debito cartolarizzato, credito asiatico e prestiti bancari. Si tratta di una gamma di opportunità enorme: ad esempio, l’indice high yield statunitense ha un valore di quasi 1.600 miliardi di dollari, che tuttavia impallidisce in confronto a un universo globale multisettoriale del valore superiore a 8.000 miliardi di dollari (cfr. Grafico).



Con un universo così ampio, i gestori obbligazionari possono privilegiare le aree che forniscono il reddito e il valore migliore in ogni dato momento. A fronte del continuo mutamento delle condizioni economiche e di mercato globali, ogni settore ha la possibilità di trovarsi in testa o in coda al gruppo in qualsiasi periodo. Ha senso dunque ripartire il proprio denaro su diversi investimenti, modificando attivamente le esposizioni del portafoglio per focalizzarsi sulle opportunità più appetibili.

Infine, distribuendo l’esposizione su molteplici settori e regioni, gli investitori possono ridurre il danno che potrebbe derivare da un marcato ribasso in un singolo settore. In questo modo, una strategia multisettoriale globale massimizza le opportunità, riducendo contemporaneamente al minimo il rischio di concentrazione.

In breve, gli investitori disposti a ridurre la duration del portafoglio (senza eliminarla del tutto), ad assumere un’esposizione al credito e ad espandere i loro orizzonti hanno a nostro avviso maggiori chance di realizzare i loro obiettivi d’investimento.

Le opinioni espresse nel presente documento non costituiscono una ricerca, una consulenza di investimento o una raccomandazione di acquisto o di vendita e non esprimono necessariamente le opinioni di tutti i team di gestione di portafoglio di AB. Le opinioni sono soggette a modifiche nel tempo.