I fondamentali del settore immobiliare sono solidi
Al mutare delle dinamiche del mercato immobiliare, si sarebbe tentati di fare un paragone con la crisi finanziaria globale, quando i mutui subprime e l'aumento esponenziale dei default fecero scoppiare la bolla dell'inflazione immobiliare. È plausibile che un crollo analogo si verifichi anche questa volta? A nostro avviso, no. Questa considerazione scaturisce in gran parte dal miglioramento delle condizioni del credito e dagli insegnamenti appresi dalla crisi finanziaria globale.
In primo luogo, standard creditizi rigorosi hanno impedito ai mutuatari a basso reddito e con un basso merito di credito di acquistare case troppo costose rispetto al loro reddito. Nel 2008-2009, per contro, gli standard creditizi accomodanti contribuirono al crollo del mercato immobiliare. Attualmente la quota preponderante dei mutui ipotecari statunitensi è costituita da prestiti a 30 anni e a tasso fisso, sicché pochi mutuatari esistenti sono esposti all'aumento dei tassi; gli istituti di credito ipotecario, dal canto loro, hanno innalzato gli standard per la concessione di mutui a tasso variabile.
Inoltre, gli alti prezzi di oggi hanno incrementato notevolmente il patrimonio immobiliare netto dei proprietari di casa, il che dà a questi ultimi un forte incentivo a restare al passo con il rimborso del mutuo. Infine, a dispetto dell'inflazione persistente, i salari hanno continuato ad aumentare, mentre il reddito reale statunitense rimane in territorio positivo, sostenendo ulteriormente la capacità dei mutuatari di pagare le rate mensili dei mutui.
Di conseguenza, i tassi di morosità sui mutui ipotecari sono oggi storicamente bassi, a differenza di quanto accaduto durante la crisi finanziaria, quando le morosità registrarono un'impennata e sorsero come funghi organizzazioni dedite alle gestione delle insolvenze sui mutui.
Potrebbero persistere sacche di debolezza
Questo non vuol dire che non vedremo sacche di debolezza. Se l'accessibilità economica delle abitazioni rimane problematica, i mesi di offerta di abitazioni monofamiliari potrebbero aumentare dagli attuali 2,5 circa finanche a 5 mesi entro la fine del 2023. Ciò potrebbe raffreddare la corsa dei prezzi delle abitazioni a livello nazionale, ma non dovrebbe provocare un calo dei prezzi su base annua.
Come sempre, la domanda e il conseguente impatto sui prezzi dipenderanno probabilmente in misura significativa dalle regioni e dalle fasce di prezzo, ma prevediamo che il mercato immobiliare statunitense nel suo complesso si troverà nel mezzo di un costante tiro alla fune tra tassi in aumento e offerta limitata.