Mercati emergenti: quali opportunità per gli investitori multi-asset?

24 novembre 2020
6 min read
Karen Watkin, CFA| Portfolio Manager—Multi-Asset Solutions

Nel corso dell’ultimo decennio, i rendimenti delle attività finanziarie dei mercati emergenti sono stati sostanzialmente inferiori a quelli degli omologhi sviluppati. Dall’inizio del 2020, invece, i listini azionari delle economie emergenti hanno tenuto il passo con quelli dei paesi sviluppati. Siamo a un punto di svolta?

Dopo un inizio d’anno impegnativo, i flussi di capitali verso i mercati azionari e obbligazionari dei paesi emergenti sono recentemente tornati in territorio positivo. In effetti, il mese di ottobre 2020 ha marcato, rispettivamente, il quarto e il quinto mese consecutivo di afflussi verso le azioni e le obbligazioni emergenti. Ciò suggerisce che il miglioramento del sentiment sta accelerando, sostenuto dal consolidamento delle prospettive fondamentali per i mercati emergenti e dagli interessanti livelli di valutazione delle azioni e delle obbligazioni emergenti rispetto a quelle dei mercati sviluppati.

Questa tendenza è destinata a durare? E come possono gli investitori sfruttare al meglio l’ampia gamma di opportunità offerte dagli asset dei mercati emergenti?

Svolta positiva degli indicatori chiave

Le economie emergenti hanno iniziato a riprendersi dall’impatto del Covid-19. I paesi dell’Asia settentrionale, tra cui Cina, Corea del Sud e Taiwan, sono i stati i più efficaci nella lotta al virus, e hanno quindi evidenziato un calo più modesto dell’attività economica e una ripresa anticipata rispetto ai mercati sviluppati.

Ad esempio, sia l’attività manifatturiera nelle economie emergenti che le esportazioni dell’Asia settentrionale hanno registrato un aumento significativo nelle ultime settimane. Altre regioni, come l’America Latina, iniziano a seguire le loro orme. Abbiamo visto qualche segnale di questo a ottobre, quando le azioni emergenti hanno sovraperformato quelle dei mercati sviluppati. A nostro avviso, la solida performance dei listini emergenti riflette probabilmente i recenti successi ottenuti nel controllo del virus dai paesi emergenti più colpiti, mentre alcune economie sviluppate, come il Regno Unito e la Francia, hanno dovuto reintrodurre misure di lockdown a livello nazionale. Di conseguenza, prevediamo che l’attività economica nei paesi emergenti sarà decisamente più vigorosa di quella delle regioni sviluppate nel 2021 (cfr. Grafico in basso).

Bar chart with GDP growth forecasts for developed, emerging, and Chinese markets in 2020 and 2021; X-axis shows market categories, Y-axis shows GDP growth rates.



La ripresa è ulteriormente sostenuta dalla politica delle banche centrali, con tagli dei tassi e pacchetti di stimolo mirati a sostenere la crescita. Riteniamo che questo scenario sia sostenibile in quanto l’inflazione dovrebbe restare contenuta, quindi la pressione per un aumento dei tassi sarà probabilmente modesta.

Inoltre, la recente debolezza del dollaro USA sta aiutando le aziende e i paesi emergenti che hanno contratto prestiti in dollari ad accedere ai mercati dei capitali e a rimborsare i loro debiti; soprattutto, allenta le pressioni sui governi indebitati e permette alle rispettive autorità monetarie di mantenere politiche accomodanti. La politica della Fed, improntata a tassi d’interesse “bassi per un periodo prolungato”, potrebbe mantenere il biglietto verde su livelli moderati. Un dollaro debole alimenta la propensione al rischio degli investitori nei mercati emergenti ed è tipicamente associato a solidi rendimenti delle azioni e delle obbligazioni high yield (HY) in queste regioni.

Le valutazioni degli asset emergenti sono inoltre incoraggianti. Con gli utili delle imprese emergenti che dovrebbero crescere di oltre il 30% il prossimo anno, le loro azioni appaiono particolarmente convenienti rispetto a quelle dei mercati sviluppati. Ad esempio, il rapporto tra P/E e crescita, che esprime la valutazione di un titolo rispetto al suo potenziale di crescita, nei mercati emergenti è pari ad appena 0,44, circa la metà del rapporto di 0,82 registrato negli Stati Uniti. Sui mercati obbligazionari emergenti, anche gli spread creditizi dei titoli HY appaiono molto appetibili, vicini ai massimi degli ultimi 10 anni rispetto all’omologo segmento statunitense. Un livello elevato degli spread è un segnale di opportunità, poiché quando i differenziali delle obbligazioni diminuiscono i prezzi aumentano, generando rendimenti per gli investitori.

A nostro avviso, gli asset emergenti hanno ancora ampie possibilità di beneficiare della fase di ripresa. Ciò nonostante, molti investitori rimangono ancora in disparte, soprattutto nell’azionario emergente. L’esposizione degli investitori istituzionali alle azioni dei mercati emergenti è pari attualmente al 7% delle masse in gestione (AUM) complessive, il livello più basso raggiunto da poco prima del forte rally del 2017, quando l’MSCI EM Index ha guadagnato il 37%.

Come si spiega questa riluttanza a investire negli asset dei paesi emergenti? Innanzitutto, gli investimenti nei mercati emergenti sono considerati in genere relativamente rischiosi. È anche vero che ci si può aspettare un aumento della volatilità a breve termine nell’attuale contesto di elevata incertezza riguardo al ritmo della ripresa economica globale, al recente picco dei casi Covid-19 in Europa e al passaggio del testimone alla presidenza degli Stati Uniti. Prevediamo tuttavia che i mercati emergenti beneficeranno di un nuovo coinvolgimento degli USA con istituzioni multilaterali quali l’Organizzazione mondiale del commercio (WTO) sotto Biden. Una maggiore certezza sul fronte degli scambi commerciali, anch’essa probabile sotto un’amministrazione Biden, potrebbe inoltre giovare ai paesi emergenti orientati alle esportazioni.

La potenza di un approccio multi-asset svincolato

A nostro avviso, chi investe in singole asset class potrebbe perdere gran parte delle opportunità offerte dai mercati emergenti. In questo momento cruciale, gli investitori dovrebbero posizionare i loro portafogli in modo da sfruttare tutti gli sviluppi lungo l’intero spettro delle economie emergenti, compresi i paesi e le imprese di minori dimensioni. Coniugando con efficienza le allocazioni in azioni, obbligazioni e valute emergenti, si può accedere in modo flessibile all’ampia gamma di opportunità segnalate da indicatori fondamentali, valutativi e tecnici.

Un portafoglio multi-asset dei mercati emergenti gestito in modo dinamico può fornire a nostro avviso performance paragonabili a quelle delle azioni, con una volatilità molto più bassa e drawdown più contenuti. Può generare anche livelli di reddito interessanti. Considerando l’intero spettro dei mercati azionari e obbligazionari, è possibile selezionare in ogni regione titoli che offrono un appetibile potenziale di rendimento ponderato per il rischio. Ad esempio, riteniamo che le obbligazioni brasiliane con un rendimento del 4% siano molto interessanti rispetto alle più volatili azioni del paese, che hanno un earnings yield inferiore e sembrano molto costose (cfr. Grafico in basso).

Grafico a dispersione con rendimento sullasse X e rischio sullasse Y, che confronta azioni e obbligazioni di Cile, Brasile e Perù nei mercati emergenti.



In ambito azionario, i benchmark dei mercati emergenti sono orientati verso i paesi e le aziende più grandi. Nel contesto attuale, tuttavia, abbondano a nostro parere le opportunità nei paesi e nei titoli di minori dimensioni. Le posizioni in paesi che hanno una ponderazione ridotta in un indice possono comunque offrire opportunità di diversificazione e di crescita. Con un approccio svincolato, gli investitori possono accedere ai paesi con una bassa capitalizzazione di mercato come Cile e Colombia, compresi quelli non inclusi nell’MSCI EM Index, come Panama ed Ecuador. L’investimento in un gruppo più vasto di paesi che si trovano in fasi diverse del ciclo economico e che presentano diversi driver nazionali permette di trovare a nostro avviso un miglior equilibrio di rischio e rendimento.

Il cambiamento genera opportunità per gli investitori multi-asset

Il dipanarsi della crisi del Covid-19 genera opportunità in modi nuovi e inusuali. I paesi dell’Asia settentrionale sono stati finora i più veloci a riprendersi dall’impatto del virus. Le aziende tecnologiche di queste regioni hanno inoltre tratto vantaggio dalle tendenze del lavoro in remoto e dai cambiamenti nel comportamento dei consumatori. Con il passare del tempo, ci aspettiamo che queste aree continuino a trainare i rendimenti, poiché le dinamiche di crescita secolare a lungo termine, come l’implementazione diffusa delle reti 5G, daranno a queste aziende una spinta propulsiva.

Tuttavia, con il miglioramento dei trend fondamentali, anche investimenti selezionati in altre regioni asiatiche e latinoamericane possono offrire opportunità interessanti, soprattutto in seguito alla diminuzione dei casi di Covid-19 in Brasile e in India. Analogamente, mentre i titoli tecnologici hanno brillato durante la ripresa, alcuni settori che hanno sottoperformato appaiono adesso sempre più appetibili. Gli stock picker attivi possono cogliere queste opportunità, ad esempio, privilegiando titoli tecnologici promettenti ma poco conosciuti e aziende accuratamente selezionate in paesi più piccoli che sono ben posizionati in vista di un’accelerazione della ripresa nei mercati emergenti. In ambito obbligazionario, gli emittenti sovrani emergenti ad alto rischio potrebbero essere i principali beneficiari di una ripresa.

Investendo in diverse asset class all’interno di un portafoglio multi-asset flessibile, gli investitori possono ottenere a nostro avviso rendimenti simili a quelli delle azioni emergenti, con un rischio minore di quello associato al solo investimento azionario. Al contempo, questo tipo di approccio svincolato può aiutare gli investitori a conseguire rendimenti relativamente elevati in un contesto globale in cui è straordinariamente difficile trovare reddito.

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