Nelle ultime settimane, le tensioni associate alla guerra commerciale globale, l’incertezza sulle politiche economiche e altri timori degli investitori hanno provocato sui mercati oscillazioni così brusche come non se ne vedevano da anni, tanto che il CBOE Volatility Index (VIX) è balzato a quota 52,3 in data 8 aprile.
Quando i mercati battono in ritirata, è comprensibile che gli investitori possano essere tentati di abbandonare la propria strategia a lungo termine per puntare sulla sicurezza percepita della liquidità. Tuttavia, vendere quando la situazione volge al peggio comporta il rischio di perdere il potenziale di rialzo derivante dall’inevitabile rimbalzo di tutte le asset class. Secondo la nostra ricerca, infatti, i recuperi successivi alle fasi di correzione hanno storicamente creato condizioni favorevoli per incrementare l’esposizione a tutte le asset class.
A partire dallo scoppio della bolla delle dot-com nel 2000, un portafoglio diversificato di azioni globali, obbligazioni corporate high yield e titoli di Stato/sovrani ha sovraperformato i T-bill statunitensi a breve termine dopo quattro dei ribassi più pronunciati del mercato (cfr. Grafico). Il contrasto risulta particolarmente evidente nei periodi di ripresa di un anno. Ad esempio, il portafoglio in questione ha reso il 53,5% a fronte dello 0,1% della liquidità nei 12 mesi a partire dal punto di minimo segnato dai mercati nel marzo 2009. Più di recente, nell’anno successivo al sell-off del 2022 (quando i rendimenti degli strumenti del mercato monetario e della liquidità erano storicamente elevati), il portafoglio ha guadagnato il 13,7%, a fronte del +4,7% offerto dalla liquidità.
La turbolenza odierna può essere frastornante, ma storicamente dopo i forti ribassi i mercati hanno ripreso quota. Noi riteniamo che sia preferibile affrontare la volatilità mantenendo un’ampia diversificazione.
In prospettiva, a nostro avviso, una crescita economica ragionevole, un calo dell’inflazione e la normalizzazione della politica monetaria dovrebbero sostenere asset dinamici, come le azioni, il credito e i titoli di Stato; tutti pilastri fondamentali di una strategia multi-asset.