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Outlook azionario: lezioni senza tempo per affrontare la volatilità

02 luglio 2025
8 min read
| Head—Equities

Le enormi sfide di quest’anno hanno offerto agli investitori azionari lezioni strategiche da applicare nei prossimi mesi.

Nei turbolenti primi sei mesi dell’anno, gli investitori azionari si sono trovati alle prese con una combinazione sconfortante di disruption tecnologica, incertezza politica e tensioni geopolitiche. Un’analisi degli insegnamenti del primo semestre può aiutare gli investitori a prepararsi ad affrontare la volatilità che probabilmente si riaffaccerà nei prossimi trimestri. 

Alla fine del secondo trimestre, le azioni globali hanno toccato nuovi massimi storici dopo un periodo fortemente altalenante (cfr. Grafico). All’inizio di aprile, dopo l’escalation della guerra commerciale voluta dal Presidente Trump e il successivo deterioramento delle prospettive di utile e di crescita, le borse sono andate a picco. Nel corso del mese, poi, i listini hanno messo a segno un deciso rimbalzo in seguito all’annuncio di una pausa di 90 giorni sulla maggior parte dei dazi.

I mercati azionari hanno toccato nuovi massimi storici dopo un primo semestre volatile
I mercati azionari hanno toccato nuovi massimi storici dopo un primo semestre volatile

La performance passata non costituisce garanzia di risultati futuri. 
*Le date degli eventi sono approssimative.
†Europa escl. Regno Unito rappresentata dall’MSCI Europe ex UK Index, Regno Unito dall’MSCI United Kingdom Index, Mercati emergenti dall’MSCI Emerging Markets Index, Australia dall’MSCI Australia Index, Giappone dall’MSCI Japan Index, Large cap USA (pond. per la capit.) dall’S&P 500, Large cap USA (equipond.) dall’S&P 500 (equiponderato), Cina dall’MSCI China A Index e Small Cap USA dal Russell 2000 Index
Al 30 giugno 2025
Fonte: FactSet, FTSE Russell, MSCI, S&P e AllianceBernstein (AB)

I cambiamenti della politica statunitense in materia di immigrazione, istruzione superiore e finanziamenti alla ricerca scientifica hanno provocato un dibattito globale sul futuro dell’eccezionalità statunitense. Gli infruttuosi tentativi di porre fine alla guerra tra Russia e Ucraina sono stati seguiti da un grave conflitto in Medio Oriente, sfociato in un breve scontro militare tra Israele e Iran che a giugno ha provocato un’impennata temporanea dei prezzi del petrolio. Il 22 giugno gli Stati Uniti hanno bombardato alcuni siti nucleari iraniani, un fatto storico dalle conseguenze geopolitiche potenzialmente drammatiche che ha acuito l’incertezza sui mercati.

Le performance regionali riflettono il mutamento del sentiment

Nonostante il contesto caotico, nel secondo trimestre l’MSCI ACWI Index ha guadagnato l’11,5% in termini di USD, archiviando una performance del 10,0% nel primo semestre. I mercati azionari europei ed emergenti hanno sovraperformato gli omologhi statunitensi nella prima metà dell’anno, anche se l’S&P 500 ha recuperato un po’ di terreno nel secondo trimestre, grazie alla performance delle Magnifiche Sette, sostenute da fondamentali migliori di quanto ipotizzato. La sovraperformance delle azioni internazionali rispetto a quelle statunitensi è stata ulteriormente favorita dall’indebolimento del dollaro USA, che ha ceduto oltre il 9% e il 13%, rispettivamente, rispetto allo yen e all’euro.

In aggiunta, i rendimenti di settori e stili hanno subito importanti variazioni nel primo semestre (cfr. Grafico). Nel secondo trimestre i titoli tecnologici hanno ripreso quota, ma sono rimasti leggermente indietro rispetto all’MSCI ACWI Index sull’intero semestre dopo un inizio piuttosto debole. I titoli industriali hanno evidenziato un buon andamento, mentre energia e sanità hanno sottoperformato. Sempre nel secondo trimestre, le azioni growth hanno registrato un’impennata, superando i titoli value e minimum volatility, con una brusca inversione di tendenza rispetto agli andamenti del primo trimestre.

Titoli industriali e finanziari in testa nel primo semestre; cambiamenti nelle performance a livello di stili
Titoli industriali e finanziari in testa nel primo semestre; cambiamenti nelle performance a livello di stili

Le performance passate e l’analisi del contesto attuale non sono garanzia di risultati futuri.
Al 30 giugno 2025
Fonte: FactSet, MSCI e AB

Le turbolenze di mercato di quest’anno hanno ribadito importanti lezioni per gli investitori su temi quali le reazioni ai ribassi di mercato, la diversificazione e la gestione di cambiamenti imprevedibili delle politiche economiche.

Resistere alla tentazione di vendere in condizioni di mercato estreme

Molti investitori sanno che vendere in un mercato in calo può essere controproducente, perché così facendo si cristallizzano le perdite e si perde spesso l’occasione di partecipare ai rialzi durante una ripresa, dato che prevedere i tempi di una svolta dei mercati è quasi impossibile. Tuttavia, è difficile restare calmi quando i mercati sono dominati dalla paura e dall’incertezza. 

L’estrema volatilità del secondo trimestre ha messo a dura prova anche gli investitori più resilienti. I dazi a tappeto annunciati da Trump il 2 aprile hanno fatto arretrare i mercati del 12% nel corso della settimana successiva. Tuttavia, dopo la pausa sui dazi proclamata il 9 aprile, le borse mondiali hanno messo a segno una rimonta di quasi il 25% fino alla fine del trimestre.

La storia suggerisce che le azioni hanno registrato buone performance dopo i picchi di volatilità sia nei mercati sviluppati che nei mercati emergenti. Come mostra la nostra ricerca, quando l’indice VIX (che misura la volatilità del mercato azionario statunitense) ha raggiunto livelli insolitamente elevati compresi tra 40 e 50, l’MSCI World e l’S&P 500 hanno messo a segno, rispettivamente, rendimenti medi del 37,4% e 34,4% nei 12 mesi successivi. A nostro parere, i livelli estremi del VIX, come quelli osservati a inizio aprile, rispecchiano il timore di scenari estremamente negativi che spesso non si realizzano. Quando i mercati cominciano a scontare condizioni meno estreme, le borse in genere riprendono quota. Ecco perché è importante restare disciplinati, specialmente  in condizioni avverse.

Restare focalizzati sugli utili 

Dal nostro punto di vista, essere disciplinati significa restare focalizzati sui fondamentali. Benché non possiamo controllare i movimenti e le valutazioni di mercato, in qualità di gestori azionari attivi possiamo concentrarci sulla nostra àncora del valore: gli utili.

I cambiamenti delle politiche in materia di dazi influiscono sui risultati societari in modi complessi, e la stagione degli utili del primo trimestre ha fornito indicazioni sugli effetti esercitati sulle aziende. Riconoscendo le difficoltà legate alle catene di fornitura, alcune imprese hanno cominciato a rilevare perdite attribuibili all’aumento dei dazi o a ridurre la guidance sugli utili (cfr. Grafico). Tuttavia, molte aziende si stanno adoperando per alleviare le pressioni mediante la diversificazione o la regionalizzazione delle catene produttive, la concentrazione degli acquisti e la richiesta di sconti sui volumi ai fornitori, l’aumento degli approvvigionamenti interni e i rialzi dei prezzi. Più di recente, con la moderazione delle notizie sui dazi e l’attenuazione delle preoccupazioni geopolitiche, la guidanca sugli utili e l’incertezza sulle politiche economiche si sono mosse in direzioni più favorevoli.

L’incertezza sulle politiche economiche ha spinto le imprese statunitensi a ridimensionare la guidance sugli utili
L’incertezza sulle politiche economiche ha spinto le imprese statunitensi a ridimensionare la guidance sugli utili

La performance passata non è necessariamente indicativa dei risultati futuri. Non vi è alcuna garanzia che eventuali stime o previsioni si realizzino.
EPS: earnings per share (utile per azione)
*Il Profit Outlook Net Index è calcolato come la percentuale di aziende che riportano prospettive di utile più elevate, maggiorata di metà della percentuale di aziende che riportano prospettive di utile invariate, rispetto alle stime di consensus degli analisti. Un dato superiore a 50 è positivo, inferiore a 50 è negativo e pari a 50 indica nessuna variazione.
†L’Economic Policy Uncertainty Index di Baker, Bloom e Davis, che rispecchia l’andamento delle notizie giornaliere, si basa sugli archivi dei quotidiani consultati grazie al servizio Access World News di NewsBank.
Al 24 giugno 2025
Fonte: Bloomberg, Economic Policy Uncertainty e AB

Per altre aziende, come gli editori di software e i fornitori di servizi alle imprese, l’impatto dei dazi è stato limitato. Anche le aziende orientate al mercato interno, come le società finanziarie o le utility, sono rimaste relativamente immuni, al pari di quelle con contratti o catene di fornitura che offrono una maggiore visibilità sui cambiamenti delle condizioni commerciali.

Per quanto la volatilità legata ai dazi di recente sia diminuita, la guerra commerciale è tutt’altro che conclusa. Con l’evolversi della situazione, il nostro compito è quello di trovare le imprese maggiormente in grado di resistere alle pressioni dei dazi. Queste differiranno a seconda della filosofia e del processo di selezione dei titoli del singolo portafoglio. In generale, però, sappiamo che giocare alla roulette con i titoli di giornale è una strategia inefficace per gli investitori con un orizzonte di lungo periodo. Bisogna invece condurre una ricerca fondamentale approfondita per scoprire le aziende in grado di proteggere la propria redditività e identificare quelle esposte ai maggiori rischi.

Espandere gli orizzonti

Imprese con capacità di tenuta si possono trovare ovunque. E’ da notare tuttavia che le valutazioni in Europa, in Asia e nei mercati emergenti sono molto più basse rispetto agli Stati Uniti. La straordinaria performance dei mercati azionari statunitensi dal 2011 è stata trainata dalle mega cap; ciò ha prodotto nei mercati globali una notevole concentrazione e squilibri significativi che potrebbero andare incontro a un’inversione di tendenza. Come se non bastasse, anche dopo aver escluso le Magnifiche Sette, scopriamo che l’MSCI EAFE Index continua a evidenziare i multipli più bassi degli ultimi vent’anni (cfr. Grafico).

Oltre che negli Stati Uniti, riteniamo che vi siano molte possibilità di trovare aziende altamente redditizie anche in altre aree. Tra i catalizzatori di una ripresa delle azioni non statunitensi figurano potenzialmente l’aumento della spesa pubblica in Europa e in Giappone, le preoccupazioni per la vulnerabilità delle aziende statunitensi ai dazi, l’indebolimento del dollaro USA e l’erosione della fiducia nel ruolo degli asset statunitensi quali beni rifugio. Queste tendenze potrebbero innescare flussi di fondi verso mercati diversi dagli Stati Uniti.

In seguito all’impennata pluriennale dei titoli USA, le azioni internazionali sono fortemente scontate
In seguito all’impennata pluriennale dei titoli USA, le azioni internazionali sono fortemente scontate

Le performance passate e l’analisi del contesto attuale non sono garanzia di risultati futuri.
*Gli indici S&P 500 TR USD e MSCI EAFE NR USD sono ribasati a 100 al 31 dicembre 1999.
†Rapporto prezzo/utili prospettici (12 mesi successivi) dal gennaio 2000. L’analisi esclude i titoli delle Magnifiche Sette da tutti i periodi in cui non erano presenti nell’S&P 500. Microsoft, Apple e NVIDIA sono incluse per l’intero periodo di analisi. Alphabet Inc. è inclusa dall’aprile 2006, Amazon dal giugno 2006, Meta Platforms (già Facebook) dal dicembre 2013 e Tesla dal dicembre 2020. 
Grafico a sinistra al 30 giugno 2025. Grafico a destra al 31 maggio 2025. 
Fonte: FactSet, LSEG I/B/E/S, MSCI, S&P e AB

L’andamento dei rendimenti di quest’anno ci dà un’idea di come potrebbero configurarsi questi movimenti di capitali. Tuttavia, come abbiamo visto nel primo semestre, la variazione dei flussi di rendimento a livello regionale non avverrà in modo lineare. Inoltre, secondo J.P. Morgan, a fine giugno la crescita degli utili attesa dal consensus nel 2025 per l’MSCI Europe e il giapponese TOPIX si attestava rispettivamente al 2,5% e al 4,1%, ossia ben al di sotto del 9,0% previsto per l’S&P 500. Ecco perché, a nostro avviso, gli investitori dovrebbero cercare aziende di qualità con un potenziale trascurato di crescita degli utili e valutazioni appetibili. Vista la deglobalizzazione dell’economia mondiale, questo è un buon momento per diversificare le esposizioni regionali.

Mantenere un’esposizione selettiva alle mega cap statunitensi

Le azioni statunitensi meritano ancora un posto di rilievo nei portafogli, e il mercato a stelle e strisce continuerà a offrire opportunità eccezionali agli investitori azionari selettivi. Tuttavia, al mutare delle circostanze, il predominio del mercato USA potrebbe affievolirsi.

Dopo un primo semestre complesso, le Magnifiche Sette meritano un esame più approfondito. Nei primi tre mesi dell’anno le mega cap hanno registrato performance divergenti, poiché il mercato è diventato più avveduto riguardo al loro potenziale di utile in seguito alle minacce dirompenti sul fronte dell’IA poste dalla cinese DeepSeek (cfr. Grafico). Quindi, nel secondo trimestre, l’intero gruppo ha segnato un rialzo e l’S&P 500 Equal Weight (che rappresenta il mercato nel suo insieme) si è indebolito rispetto al suo omologo ponderato per la capitalizzazione di mercato. In un’ottica futura, riteniamo che un approccio selettivo all’investimento nelle Magnifiche Sette sarà un ingrediente importante per generare migliori rendimenti corretti per il rischio.

Le Magnifiche Sette non sono state risparmiate dalla volatilità di mercato
Le Magnifiche Sette non sono state risparmiate dalla volatilità di mercato

La performance passata non costituisce garanzia di risultati futuri.
I riferimenti a specifici titoli non devono essere considerati raccomandazioni da parte di AllianceBernstein L.P.
*2023-2024 indica il rendimento totale annualizzato nel corso del periodo, ipotizzando il reinvestimento dei dividendi nel titolo.
Il grafico a destra mostra la performance relativa cumulativa anno su anno dell’S&P 500 Equal Weight Total Return Index rispetto all’S&P 500 Total Return Index.
Al 30 giugno 2025
Fonte: Bloomberg, S&P e AB

L’allargamento dei rendimenti di mercato al di fuori del gruppo delle mega cap non avverrà in modo lineare. Le mega cap comprendono aziende eccellenti, ma detenere passivamente l’intero gruppo è rischioso e le posizioni dovrebbero essere calibrate in base alla filosofia del relativo portafoglio, con ponderazioni adeguate su base corretta per il rischio. La storia insegna che, dopo i periodi di concentrazione del mercato e sovraperformance dei portafogli passivi, i gestori attivi hanno realizzato performance migliori in presenza di un allargamento dei mercati. Ad esempio, all’inizio degli anni 2000, dopo un periodo in cui i maggiori guadagni sono stati messi a segno dai primi fornitori di accesso a Internet, i mercati si sono allargati e sono passate in testa le aziende che beneficiavano della nuova tecnologia. Crediamo che dinamiche simili si registreranno anche oggi.

Le strategie difensive aiutano a restare fiduciosi 

Di fronte alla concentrazione del mercato, alle guerre commerciali e alla volatilità, gli investitori possono avere difficoltà ad attenersi a piani di investimento a lungo termine. Le allocazioni azionarie difensive possono aiutare gli investitori più avversi al rischio a mantenere la rotta.

Con una strategia di diversificazione difensiva e coerente, gli investitori possono assumere un’esposizione ad aziende relativamente immuni ai dazi e a società tecnologiche che beneficiano dell’innovazione dell’IA con un rischio più basso rispetto alle onerose mega cap. Un portafoglio che mira attivamente a comprendere i rischi derivanti dalle mutevoli dinamiche di mercato in modo disciplinato può aiutare a ridurre le perdite nelle fasi di ribasso e a cogliere la maggior parte dei guadagni in una fase di ripresa. Questo tipo di strategia avrebbe aiutato gli investitori a far fronte alla volatilità di aprile. Limitare le perdite quando i mercati sono in calo aiuta a contrastare l’istinto comportamentale di vendere nel momento sbagliato e infonde la fiducia che serve a rimanere investiti per partecipare a una successiva ripresa.

Qual è il filo conduttore che lega tutte queste osservazioni? Un’idea molto semplice, ma utile in tempi complessi: quella di restare attentamente focalizzati sui risultati di lungo periodo, come investitore, analista o gestore di portafoglio. Le reazioni impulsive a notizie caotiche e movimenti erratici del mercato non aiutano a risolvere le sfide strategiche di chi vuole investire in un mondo caratterizzato da una maggiore inflazione e minori rendimenti attesi. Che si tratti dei propri obiettivi di investimento personali o di prospettive di utile, il miglior antidoto all’eccessiva enfasi sul breve termine è quello di adottare una prospettiva coerente a tre-cinque anni, che funga da bussola affidabile per orientarsi negli investimenti. 

Le opinioni espresse nel presente documento non costituiscono ricerca, consulenza di investimento o raccomandazioni di acquisto o di vendita, e non rappresentano necessariamente le opinioni di tutti i team di gestione di AB; tali opinioni sono soggette a revisione nel corso del tempo.

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