ESG in azione: Le imprese di Stato cinesi sono essenziali per la neutralità carbonica

29 settembre 2022
12 min read

ESG in azione:

La Cina si è impegnata a raggiungere la neutralità carbonica entro il 2060 e le imprese di Stato (SOE) sono responsabili della metà delle emissioni di CO2 del paese. Tuttavia, le SOE sono anche importanti operatori nel campo delle rinnovabili e in altri settori energetici a basse emissioni di carbonio. È importante che gli investitori comprendano l'ecosistema in cui operano le SOE cinesi per avere un quadro delle sfide micro e macroeconomiche che determineranno le probabilità di successo dei programmi di neutralità carbonica a lungo termine della Cina.

Il problema
Le SOE sono responsabili della metà delle emissioni cinesi e sono parte integrante degli sforzi tesi a raggiungere la neutralità carbonica. Gli incentivi di mercato alle riforme verdi, come le imposte sul carbonio, potrebbero non essere molto efficaci nel contesto cinese.
La tesi d'investimento
Capire come si inseriscono le SOE nel programma di riforme verdi della Cina può aiutare gli investitori a identificare le aziende che si pongono alla testa del cambiamento e che dovrebbero beneficiare delle iniziative per combattere il cambiamento climatico.
Obiettivi di engagement
I colloqui con i team manageriali delle SOE e delle imprese private cinesi forniscono indicazioni utili sui comportamenti ESG. Pur essendo soggette a controllo statale, le SOE sono spesso sensibili alle preoccupazioni ESG degli investitori esteri.

Le imprese di Stato cinesi (SOE) sono grandi produttori di CO2, ma sono anche un elemento essenziale degli sforzi tesi a ridurre le emissioni di gas serra nella seconda economia mondiale nonché maggior produttore di emissioni al mondo. Gli investitori devono comprendere il ruolo delle SOE nell'economia e le motivazioni alla base dei loro comportamenti per poter acquisire informazioni sulle opportunità create dai piani di neutralità carbonica della Cina.

Gli sforzi globali per combattere il cambiamento climatico saranno vani senza la Cina. Dall'inizio del XXI secolo, il rapido sviluppo economico della Cina si è tradotto in un aumento costante del suo consumo di energia, a differenza di quanto accaduto negli Stati Uniti e nell'Unione europea, dove il consumo si è stabilizzato e ha addirittura iniziato a diminuire (cfr. Grafico) Le SOE hanno generato circa sei miliardi di tonnellate di CO2 all'anno, pari a circa la metà delle emissioni cinesi, molto più di quelle prodotte complessivamente da Stati Uniti o UE. 

La Cina è parte integrante della lotta globale contro il cambiamento climatico
Left chart shows total final energy consumption for US, Europe and China since 1990. Right chart shows CO2 emissions for China and it’s SOEs versus other countries for 2020.

L'analisi attuale non è garanzia di risultati futuri.
*L'Europa si basa sulla definizione di paesi europei data dall'OCSE. 
†Compresa Hong Kong
Grafico a sinistra al 31 dicembre 2019, grafico a destra al 31 dicembre 2020
Fonte del grafico a sinistra: Agenzia internazionale dell'energia e AllianceBernstein (AB)

Fonte del grafico a destra: Global Carbon Project. La fonte delle stime sulle emissioni delle SOE cinesi è il Columbia University Center on Global Energy Policy.

Decifrare l'agenda ambientale

La buona notizia è che il governo cinese ha messo le questioni ambientali in cima all'agenda nazionale. Nel 2020 il presidente Xi Jinping ha annunciato i piani della Cina per raggiungere il picco delle emissioni di CO2 entro il 2030 e la neutralità carbonica entro il 2060. Tuttavia, decifrare i dettagli delle iniziative ambientali in un'economia di grande dimensioni e a controllo statale non è facile; e dato che le SOE rappresentano una quota significativa dell'attività aziendale cinese e una quota ancora maggiore delle sue emissioni, esse sono parte integrante degli sforzi tesi a raggiungere la neutralità carbonica.

Per comprendere gli sforzi di decarbonizzazione della Cina, AllianceBernstein (AB) ha collaborato con la Columbia Climate School della Columbia University a una serie di workshop intitolato The Making of a Green Giant: Decarbonization with Chinese Characteristics (La nascita di un gigante verde: decarbonizzazione in salsa cinese). I webinar intendono aiutare gli investitori a esplorare l'intersezione tra tecnologia, opportunità di investimento e transizione energetica in Cina. Esperti della Columbia University e di AB affrontano temi come la politica energetica, l'energia solare ed eolica, i veicoli elettrici e la produzione industriale. Il workshop è iniziato a giugno nell'ambito della collaborazione in corso tra AB e la Columbia Climate School, dove AB è il membro fondatore del Corporate Affiliate Program dell'istituto. La collaborazione si prefigge l'obiettivo di aiutare gli investitori ad acquisire familiarità con la scienza del cambiamento climatico, che promette di influenzare le aziende di tutto il mondo.

Per la Cina, le considerazioni sulla decarbonizzazione sono strettamente legate allo sviluppo economico e alla crescita continua. La Cina è una "superpotenza ibrida", ossia ha molti attributi sia di un'economia avanzata che di un'economia in via di sviluppo.[1] Questa combinazione di attributi e in particolare le sue caratteristiche di paese in via di sviluppo sono importanti per il consumo e la politica energetica, poiché le proiezioni delle agenzie specializzate in materia segnalano regolarmente un ulteriore aumento della domanda di energia in Cina, in netto contrasto con le economie avanzate.

SOE in ogni dove

Le imprese di Stato sono la chiave delle riforme verdi in Cina.  Ovunque si guardi nell'economia cinese, dove le emissioni di carbonio sono preponderanti, si trovano SOE in abbondanza, dalle aziende elettriche a carbone ai produttori di petrolio, dagli operatori dell'industria pesante ai gruppi di trasporto e alle società finanziarie.

Tuttavia, le SOE sono dominanti anche nel campo delle rinnovabili e in altri settori basati sull'energia pulita. Senza di loro non sarebbe possibile una rapida proliferazione dell'energia solare, eolica e idroelettrica in Cina.

I critici potrebbero affermare che le SOE sono inefficienti e gestite male, ma questa reputazione non coglie il punto essenziale: le SOE giocano un ruolo di primo piano nei programmi di decarbonizzazione della Cina e, come le imprese private, non sono tutte uguali e dovrebbero essere giudicate in base ai loro meriti. Inoltre, le SOE rappresentano circa un terzo delle azioni cinesi quotate in borsa, per cui non possono essere evitate dagli investitori che desiderano assumere un'esposizione ai mercati azionari cinesi.

Quando si parla di riforme verdi, l'ecosistema in cui operano le SOE è costituito da una rete di società interconnesse che sostengono l'attuazione delle politiche pubbliche. I meccanismi di interazione tra il governo, le autorità di regolamentazione, gli azionisti e i team manageriali delle aziende definiranno i connotati della riconversione ecologica.

Nelle economie dominate da aziende private, incentivare le riforme è relativamente semplice. Gli azionisti delle imprese private desiderano massimizzare i profitti, per cui politiche come i sistemi di scambio delle quote di emissione e le imposte sul carbonio possono essere molto efficaci. Le aziende che non si adeguano in modo proattivo al cambiamento ne pagano il prezzo, con ricadute negative sugli utili.

Gli azionisti delle imprese di Stato hanno obiettivi molto più ampi. Pur avendo compiuto grandi passi avanti in tempi molto rapidi, la Cina è ancora alle prese con le enormi sfide di un'economia in via di sviluppo, tra cui ampie disparità di reddito tra una regione e l'altra e la mancanza di accesso a una cucina pulita per 400 milioni di persone. Gli obiettivi politici del governo comprendono lo sviluppo economico, lo sviluppo sociale e l'accesso all'energia, che devono essere considerati insieme agli sforzi tesi a ridurre le emissioni di CO2. Di conseguenza, riteniamo che le politiche basate sul mercato siano troppo unidimensionali per il sistema cinese e che potrebbero non conseguire gli obiettivi desiderati.

Case study: asset non recuperabili e analisi economica di una centrale elettrica cinese

Queste differenze possono essere esaminate più chiaramente analizzando i principi economici di una centrale elettrica cinese e il rischio di asset non recuperabili ("stranded assets").

Gli asset non recuperabili sono un tema ricorrente nell'analisi degli investimenti legati alla transizione energetica globale. Questo termine si riferisce alla possibilità che gli investitori investano somme eccessive nei combustibili fossili e che non riescano poi a recuperare gli investimenti a un tasso ragionevole se la normativa ambientale limita l'attività degli impianti inquinanti. Tuttavia, per gli investitori in società quotate i timori riguardo agli asset non recuperabili si manifestano in modo molto diverso rispetto al caso delle SOE partecipate dallo Stato. Queste differenze contribuiscono a spiegare perché la Cina continua a costruire centrali elettriche a carbone, pur intensificando gli sforzi di decarbonizzazione.

In Cina, la costruzione di una centrale elettrica a carbone di proprietà statale richiede il contributo di molte SOE (cfr. Grafico). Tra queste, una banca, un'impresa edile locale, un fornitore di carbone e un acquirente di elettricità. Le relazioni tra questi operatori devono essere prese in considerazione nell'analisi finanziaria della centrale elettrica condotta dal governo.

Analisi economica a livello nazionale di una centrale elettrica cinese
Illustrative diagram shows the intricate ecosystem of China’s state-owned enterprises involved in building and operating a power plant.

Solo per scopi illustrativi
Fonte: Columbia University Center on Global Energy Policy

Per quanto riguarda il nostro esempio, il Center on Global Energy Policy della Columbia University ha stimato il costo dell'elettricità e i costi del capitale ipotizzando un rapporto di indebitamento dell'80% di debito/20% di capitale proprio e costi del capitale e operativi coerenti con il mercato cinese.[1] Per valutare il rischio di asset non recuperabili, il quesito fondamentale è il seguente: quanto tempo ci vuole per generare un risultato complessivamente positivo per l'azienda?

Per un impianto privato, potrebbero essere necessari più di 20 anni. Quindi, se una centrale a carbone è costretta a chiudere 12 o 15 anni dopo la sua costruzione, gli investitori si ritroverebbero con asset non recuperabili e un rendimento negativo sul loro investimento (cfr. Grafico). Questo è un rischio concreto in un contesto normativo in rapida evoluzione.

Valutazione dell'economicità di una centrale elettrica cinese
Illustrative analysis of stranded asset risk for a typical private power plant versus a Chinese state-owned power plant.

Solo per scopi illustrativi
VAN: valore attuale netto
Fonte: Clark, Benoit e Walters. ""Government shareholders, wasted resources and climate ambitions: why is China still building new coal-fired power plants?"" Climate Policy, aprile 2022.

Il contesto cinese è completamente diverso, perché l'azionista dell'azienda elettrica è il governo, che controlla anche diverse imprese collegate all'impianto e non ha costruito la centrale al solo scopo di generare profitti. L'obiettivo più ampio del governo è quello di fornire elettricità a costi contenuti a famiglie, imprese e consumatori.

In questo scenario, i pagamenti tra SOE sono essenzialmente "trasferimenti interni" tra società affiliate controllate da una sorta di holding governativa. Le imposte non sono una vera voce di costo, perché vengono versate al governo che è anche l'azionista. Le tariffe elettriche cinesi sono strettamente regolamentate e persino il costo dei finanziamenti è fissato dal governo. Le autorità di regolamentazione controllano le interazioni tra le diverse SOE, a differenza degli Stati Uniti, dove gli interventi normativi disciplinano solo le relazioni tra le aziende elettriche e gli investitori terzi. Nel caso cinese, inoltre, il valore economico fondamentale è generato sotto forma di tariffe contenute per i consumatori, non di rendimenti finanziari per l'azienda elettrica.

In quest'ottica, la centrale elettrica statale genera un rendimento molto più elevato rispetto a un impianto privato. Nell'illustrazione (semplificata) di cui sopra, la centrale genera un profitto economico per l'azionista pubblico entro l'ottavo anno. Di conseguenza, saremmo in presenza di asset non recuperabili solo se la centrale chiudesse prima dell'ottavo anno, uno scenario altamente improbabile. Si spiega così perché, contrariamente a quanto affermato da alcuni analisti occidentali, il governo cinese non  subisce perdite su queste strutture.

Sulla base di questa simulazione, in un recente articolo pubblicato da Climate Policy i ricercatori Alex Clark, Philippe Benoit e Jonathan Walters sostengono che la metrica standard usata per analizzare il costo della produzione di energia elettrica è troppo limitata per la realtà cinese. Il costo livellato dell'elettricità (LCOE) è un parametro ampiamente utilizzato per determinare la convenienza economica di investire nel carbone, nel solare o nell'eolico attraverso un'analisi comparativa standardizzata. Per la Cina, invece, lo studio di Climate Policy ha proposto il costo economico livellato dell'elettricità (LECOE) quale metodo complementare e per certi versi più appropriato per valutare la più ampia analisi costi-benefici del governo. Il LECOE incorpora nella valutazione una serie di variabili fondamentali (come i costi di finanziamento nazionali rispetto a quelli esteri, i prezzi dei carburanti importati rispetto ai costi di produzione nazionali, e le imposte) utilizzando metodologie economiche applicate a livello nazionale anziché strumenti finanziari tradizionali (cfr. Grafico). 

Gli obiettivi del governo richiedono un quadro analitico diverso
Table lists the differences between a levelized cost of electricity (LCOE) analysis and a levelized economic cost of electricity (LECOE) analysis.

Fonte: Clark, Benoit e Walters. "Government shareholders, wasted resources and climate ambitions: why is China still building new coal-fired power plants?" Climate Policy, aprile 2022.

Integrare le questioni ESG nell'economia verticistica della Cina

Perché questa distinzione è importante per gli investitori? Perché una volta riconosciuta la differenza sistemica tra una centrale elettrica di proprietà statale e una privata, possiamo porre le domande giuste su come si inseriscono le aziende nei piani di neutralità carbonica del governo cinese. Oltre all'esempio sopra citato, l'ecosistema delle SOE è presente in molti altri settori e comparti produttivi che parteciperanno alle riforme verdi della Cina.

Gli investitori devono prendere coscienza del fatto che gran parte dell'impulso per le iniziative ambientali in Cina proviene da un sistema verticistico che parte dalla leadership politica. Di conseguenza, l'analisi delle credenziali verdi delle aziende cinesi richiede un approccio ESG diverso da quello che gli investitori applicano di solito alle omologhe occidentali.

Pensiamo, ad esempio, alla corporate governance. I rating ESG standard tendono ad attribuire alle SOE punteggi bassi in fatto di governance. Nella maggior parte dei casi i consigli di amministrazione non sono composti per il 50% da amministratori indipendenti. Le retribuzioni degli amministratori di solito non vengono rese note. Le operazioni con parti correlate, a causa dell'ecosistema delle SOE, sono frequenti.

Il controllo statale sulle aziende implica anche che i cambiamenti delle politiche ambientali decisi dall'alto possono incidere profondamente sulle decisioni delle imprese. Crediamo che la Cina sia seriamente consapevole della necessità di affrontare il cambiamento climatico sul lungo periodo, visti i benefici per l'economia e la popolazione. Prestando attenzione al dibattito sulle politiche cinesi si possono ottenere importanti indizi sul futuro comportamento delle aziende.

Gli investitori possono scoprire le ultime novità attraverso l'engagement con i team manageriali delle aziende. Il team China Equities di AB ha appurato che le SOE sono spesso disposte a parlare di obiettivi climatici più apertamente delle aziende private. Anche le imprese private cinesi sono soggette a un certo grado di influenza da parte del governo (una relazione che è mutata nel tempo), ma perseguono scopi di lucro simili a quelli delle loro omologhe occidentali. Alcune di loro non hanno ancora sposato l'idea che la transizione ecologica sia uno sviluppo positivo per gli azionisti.

Engagement con i team manageriali: le SOE prestano orecchio

In linea con il suo approccio di gestione attiva, il team China Equity di AB attua un engagement regolare con i team manageriali delle aziende. Queste iniziative ci permettono di acquisire informazioni sull'impegno, il comportamento e l'impatto dei fattori ESG sulle operazioni di un'impresa. In parte, dato il peso dell'azionista pubblico, è più difficile esercitare un'influenza sui dirigenti delle SOE cinesi che su quelli delle società occidentali quotate in borsa. Tuttavia, gli investitori privati (sia azionari che obbligazionari) hanno comunque un ruolo da svolgere.

In primo luogo, le SOE – e i loro azionisti pubblici – sono generalmente propense ad attirare investimenti dall'estero e ad aumentare le loro quotazioni azionarie; vogliono quindi sapere cosa pensano i loro azionisti. In secondo luogo, nel sistema aziendale e finanziario cinese, le SOE devono rivolgersi ove possibile ai mercati dei capitali; ciò significa anche prendere in considerazione i capitali privati internazionali come potenziale fonte di finanziamento. In terzo luogo, l'engagement con i team manageriali può aiutare gli investitori a capire quali aziende sono più attente alle questioni ESG nelle loro operazioni e a distinguere tra imprese buone e cattive sul fronte ESG.

Attraverso queste attività di engagement, AB ha scoperto che non vi è una sovrapposizione esatta tra le aziende responsabili e le categorie di SOE o non SOE, e che le SOE non rispondono necessariamente al pregiudizio che vuole le imprese di Stato in ritardo sui temi ESG. Ad esempio, di recente abbiamo condotto un engagement con una grande impresa tecnologica privata e abbiamo scoperto che era molto indietro rispetto ad altre, in quanto dedicava poche risorse alle questioni ESG.

In contrast, China Yangtze Power, a large SOE, is quite proactive on sustainability issues. The company is best-known for its Three Gorges Dam, the world’s largest hydroelectric power–generating facility. In our conversations with management, we discovered that even though the company is a hydroelectric generator, it produces CO2 emissions and is working on plans to improve transparency and disclosures on environmental issues. L'azienda ha inoltre intrapreso importanti iniziative a favore della biodiversità, tra cui la creazione di un istituto per la protezione degli storioni di fiume cinesi. Pur essendo una SOE, China Yangtze Power è sensibile alle preoccupazioni ESG degli investitori e, naturalmente, a tutto ciò che può intaccare la sua reputazione e quella del suo azionista, il governo.

Imprese come queste sono essenziali per gli sforzi di decarbonizzazione della Cina. Inoltre, offrono agli investitori un valido punto di osservazione per capire come il governo affronterà le sfide della decarbonizzazione nel tempo. Le autorità cinesi si sono senz'altro impegnate a combattere il cambiamento climatico, ma attualmente si trovano a contemperare un'agenda macroeconomica precaria con la necessità di promuovere la crescita del PIL nazionale, per cui l'attuazione delle politiche ambientali procederà in modo altalenante.

L'agenda per il clima può avere successo?

Il successo di questi programmi, in particolare nel più ampio contesto dei mercati internazionali dei capitali, dipenderà da diversi fattori. In primo luogo, gli investitori e i responsabili delle politiche energetiche devono prendere atto che la struttura dell'economia cinese richiede un approccio diverso. A nostro avviso, gli incentivi basati sul libero mercato, come i sistemi di scambio delle quote di emissione e le imposte sul carbonio, presentano una minore efficacia in termini di risultati nel contesto dell'economia cinese.

In secondo luogo, la Cina ha bisogno di strumenti di politica climatica adeguati alla sua realtà. Ad esempio, l'uso di prezzi ombra del carbonio per incorporare i costi ambientali nell'analisi dei progetti energetici e industriali è indicato per le SOE che sono chiamate a conciliare gli obiettivi economici generali dell'azionista pubblico con i propri obiettivi finanziari e potrebbe aiutare a convincere i responsabili delle decisioni a optare per progetti ecologici.

In terzo luogo, sono necessarie ulteriori ricerche in aree quali l'impatto del crescente benessere economico sul consumo di energia e sulle emissioni e, di riflesso, sulle SOE che rimangono attori strategici fondamentali nella strategia di crescita economica del governo. Questo a sua volta incide sul modo in cui le SOE possono finanziare la loro transizione verso un'economia a basse emissioni di carbonio. La valutazione dei costi effettivi dell'elettricità e del rischio di asset non recuperabili può anche favorire l'assunzione di solide decisioni in materia ambientale da parte dell'azionista pubblico.

Con il giusto indirizzo politico e i finanziamenti necessari, le SOE possono a nostro avviso aiutare la Cina ad avanzare lungo la strada della neutralità carbonica. Applicando una mentalità ESG e un processo di ricerca indipendente allo specifico contesto della Cina, gli investitori saranno in grado di identificare le aziende promotrici del cambiamento che sono destinate a beneficiare dell'accelerazione degli sforzi per combattere il cambiamento climatico.

Le opinioni espresse nel presente documento non costituiscono una ricerca, una consulenza di investimento o una raccomandazione di acquisto o di vendita e non esprimono necessariamente le opinioni di tutti i team di gestione di portafoglio di AB. Le opinioni sono soggette a modifiche nel tempo.