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Attivo o passivo? In cerca di soluzioni alla confusione sull’ESG

08 maggio 2024
5 min read
Kate Mead| Investment Strategist—Equity Business Development
Amelia Sexton, CFA| Director of ESG Strategy & Operations—Client Group

La gestione attiva può aiutare gli investitori ad affrontare alcune questioni particolarmente spinose nei portafogli azionari sostenibili.

Gli investitori attenti alle considerazioni ambientali, sociali e di governance (ESG) possono essere tentati di privilegiare i portafogli passivi, che sembrano offrire la semplicità che tanto desiderano in un contesto di mercato complesso. Tuttavia, gli approcci passivi sono gravidi di rischi, in particolare quando si tratta di strategie sostenibili.

I portafogli passivi continuano a guadagnare popolarità. Stando ai dati Morningstar, nel 2023 le masse gestite da fondi azionari passivi hanno superato per la prima volta quelle dei fondi attivi. Per i portafogli sostenibili la tendenza non è altrettanto pronunciata, eppure, secondo Morningstar, nel 2023 i fondi azionari sostenibili passivi hanno avuto 52,6 miliardi di dollari di inflows a livello globale, mentre i fondi sostenibili attivi hanno  registrato deflussi per quasi 16,7 miliardi (cfr. Grafico).

Aumentano i flussi verso i fondi passivi sostenibili
Left chart shows flows to passive and active sustainable equity funds globally from 2019 to 2023. Right chart shows passive and active assets under managed for sustainable equity funds from 2019 to 2023.

Le performance passate e l'analisi del contesto attuale non sono garanzia di risultati futuri.
L'universo globale dei fondi azionari sostenibili comprende fondi aperti ed ETF rientranti nella categoria Morningstar "Sustainable Investment–Overall". Sono esclusi i fondi feeder e i fondi di fondi. 
Al 31 dicembre 2023
Fonte: Morningstar e AllianceBernstein (AB)

Siamo all'inizio di una corsa verso i fondi sostenibili passivi? È troppo presto per dirlo. I fondi attivi rappresentano ancora la quota preponderante delle masse in gestione investite nell'azionario sostenibile. Sappiamo però che può essere difficile mettere a confronto le strategie attive a causa delle diverse definizioni di sostenibilità e dei diversi processi di investimento. L'evoluzione della normativa ESG, che avrebbe lo scopo di semplificare gli investimenti sostenibili, spesso non fa che alimentare la confusione. Nel valutare le possibili opzioni, crediamo che sia utile esaminare più attentamente i pro e i contro di ciascun approccio. 

Il richiamo degli approcci passivi: commissioni e semplicità

Le attrattive degli approcci passivi sono ben note. I portafogli passivi offrono commissioni più basse rispetto a quelli attivi e si basano in genere su una chiara metodologia di costruzione degli indici che dà facile accesso ai rendimenti di mercato. Gli investitori possono facilmente trovare un portafoglio passivo allineato alle loro specifiche preferenze, vista la proliferazione di benchmark specializzati negli ultimi anni. 

Per gli investitori interessati alla sostenibilità, la presunta semplicità delle opzioni passive può sembrare un valido antidoto alla confusione suscitata dalla regolamentazione ESG e dalla complessità delle soluzioni attive e delle diverse metodologie. Tuttavia, la semplicità dei portafogli passivi potrebbe essere sovrastimata. Siamo del parere che, in un contesto in rapida evoluzione, gli approcci attivi offrano diversi vantaggi evidenti per i portafogli azionari sostenibili. 

Valutazione dei vantaggi degli approcci attivi nell'azionario sostenibile

Ottica prospettica, non retrospettiva. I portafogli passivi, in genere, sono costruiti in modo da replicare un indice. I benchmark, tuttavia, sono intrinsecamente retrospettivi, poiché i loro componenti sono ponderati in base alla rispettiva capitalizzazione di mercato, che riflette le performance passate. Di conseguenza, i titoli dalle ponderazioni maggiori non costituiscono necessariamente le migliori opportunità. A nostro avviso, i gestori attivi sono dotati di strumenti di ricerca più efficaci con i quali individuare opportunità di crescita strutturale ed elaborare previsioni strategiche sulle singole imprese. In tal modo, possono investire in chiave selettiva in aziende sostenibili con profili ESG valutati in un'ottica prospettica e allineati a una strategia di investimento, offrendo al contempo un interessante potenziale di rendimento a lungo termine. 

L'analisi fondamentale fornisce un vantaggio sul piano ESG. Le metriche ESG di terzi sono utili, ma hanno difetti ben documentati. I fornitori possono esprimere valutazioni ESG molto diverse su una stessa azienda. Inoltre, le ponderazioni attribuite a ciascuna delle tre componenti ESG possono alterare il risultato; ad esempio, un buon punteggio di governance potrebbe compensare uno scarso punteggio ambientale e presentare un'azienda in una luce molto più favorevole di quanto non meriti (o viceversa). 

Le strategie passive ricorrono a questi tipi di rating per la costruzione dei portafogli. Noi crediamo che i rating ESG siano un utile punto di riferimento iniziale, a partire dal quale i gestori attivi possono condurre le proprie ricerche per determinare le credenziali di sostenibilità di un'impresa sulla base di una chiara filosofia di investimento, e decidere come queste si inseriscano in una prospettiva generale di rischio/rendimento.

Azione di engagement per promuovere il cambiamento. I gestori azionari attivi investono di solito in un'ottica di lungo termine e hanno un interesse a dialogare in chiave strategica con i team manageriali delle società partecipate. L'engagement mirato con i dirigenti sulle questioni ESG finanziariamente rilevanti dà ai gestori l'opportunità di influenzare il comportamento delle aziende e promuovere un cambiamento positivo che può generare valore per gli azionisti nel tempo. Crediamo che le interazioni di questo tipo, abbinate a una politica attiva di voto per delega, possano essere più fruttuose per i gestori attivi. Gli investitori passivi possono avere anche loro diritto di voto, ma di solito non hanno gli stessi incentivi a esercitare la propria influenza, data l'ampiezza delle loro esposizioni e la breve durata del periodo di detenzione. 

Maggiore diversificazione dei flussi di rendimento. Si è parlato molto del dominio delle cosiddette "Magnifiche sette" sui mercati azionari. In alcuni casi i benchmark incentrati su considerazioni ESG, che i portafogli passivi mirano a replicare, sono ancora più concentrati, soprattutto negli Stati Uniti. Ad esempio, i 10 maggiori titoli dei due principali benchmark ESG di S&P rappresentano oltre il 40% delle ponderazioni dei rispettivi indici, molto più del 31% dei primi 10 titoli dell'S&P 500. I benchmark ESG globali più diffusi sono meno concentrati, ma presentano molti degli stessi titoli tra le loro posizioni più importanti, tra cui quelli di diverse mega cap statunitensi (cfr. Grafico). 

Benchmark ESG: le maggiori posizioni sono simili a quelle degli indici di mercato generali
Table compares the names of the 10 largest holdings in the MSCI ACWI, MSCI ACWI ESG Leaders and MSCI ACWI Climate Change benchmarks.

Le performance passate e l'analisi del contesto attuale non sono garanzia di risultati futuri.
Alphabet Inc. (Google) è la somma di due classi di azioni distinte, Alphabet A e Alphabet C.
Al 31 marzo 2024
Fonte: MSCI e AB

I portafogli passivi che replicano un indice concentrato detengono analogamente ampie posizioni in un gruppo ristretto di società. A nostro avviso, un'elevata concentrazione espone gli investitori al rischio di affollamento se il sentiment verso il gruppo dominante di titoli si deteriora. La concentrazione può anche creare sovraesposizioni indesiderate verso determinati settori e stili azionari. I gestori attivi possono creare portafogli con fonti di rendimento più diversificate per ridurre queste vulnerabilità. 

Costruire un portafoglio in linea con i propri obiettivi di sostenibilità

Considerando le analogie tra i benchmark ESG e quelli tradizionali, gli investitori che optano per un fondo indicizzato potrebbero non raggiungere gli obiettivi di sostenibilità che si sono dati. Pur riconoscendo il ruolo dei portafogli passivi in una più ampia allocazione sostenibile, riteniamo che non possano essere l'unica soluzione. A nostro parere, le strategie attive possono fungere da portafoglio ESG a sé stante o da componente complementare di una costruzione core/satellite per gli investitori che preferiscono un'esposizione passiva ai rendimenti di mercato. 

Nel determinare un'allocazione, gli investitori dovrebbero innanzitutto definire chiaramente i propri obiettivi finanziari e di sostenibilità. Successivamente dovrebbero cercare gestori attivi la cui filosofia sia allineata con tali obiettivi e che offrano processi di investimento chiari, ripetibili e trasparenti.

Non tutti i gestori attivi hanno le competenze necessarie per cogliere i rendimenti offerti dall'azionario sostenibile. Crediamo che un portafoglio attivo efficace debba integrare la ricerca ESG con l'analisi fondamentale per individuare le imprese con vantaggi aziendali a lungo termine. Con un approccio ben definito, i portafogli azionari possono selezionare aziende in grado di produrre rendimenti superiori a quelli del mercato, superando attivamente gli ostacoli al successo degli investimenti sostenibili.

Le opinioni espresse nel presente documento non costituiscono ricerca, consulenza di investimento o raccomandazioni di acquisto o di vendita, e non rappresentano necessariamente le opinioni di tutti i team di gestione di AB; tali opinioni sono soggette a revisione nel corso del tempo.

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