Liquidità inutilizzata? Ecco come reimpiegarla in mercati volatili

04 marzo 2021
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A causa dei timori per le valutazioni e la volatilità sono stati accumulati livelli record di liquidità ai margini del mercato. Ma la sicurezza a breve termine ha un prezzo. Definendo chiaramente gli obiettivi a lungo termine, gli investitori possono tranquillamente reimpiegare la liquidità inutilizzata, nonostante l’incertezza sulla traiettoria della ripresa.

All’inizio del 2020, in seguito al crollo dei mercati, molti investitori hanno liquidato le proprie posizioni. Tuttavia, durante il successivo rimbalzo, un volume relativamente esiguo di liquidità è stato reimmesso nel mercato. Secondo i dati Morningstar, nel 2020 i flussi netti verso i fondi monetari mondiali hanno superato i 978 miliardi di dollari; si tratta del livello più elevato in oltre un decennio e superiore a quello dei flussi verso i fondi azionari e obbligazionari (cfr. Grafico). Nonostante alcuni deflussi dalla liquidità nella seconda metà dell’anno, nel 2020 il totale del patrimonio investito sul mercato monetario è salito al livello record di 6.240 miliardi di dollari.



Nei periodi di incertezza la liquidità è rassicurante. Offre un margine di sicurezza contro gli inquietanti episodi di volatilità, che sono stati frequenti anche durante la ripresa dello scorso anno. Tuttavia, con i tassi d’interesse ai minimi storici e i tassi negativi prevalenti in molti mercati sviluppati, la liquidità non rende quasi nulla. Pertanto, gli investitori pagano un costo-opportunità elevato per stare fuori dal mercato. Intanto, l’irripidimento della curva dei rendimenti dei Treasury USA all’inizio di febbraio 2021 è ampiamente considerato il segnale di un futuro rafforzamento della crescita economica e degli utili aziendali.

Le valutazioni elevate non preludono sempre a un disastro

Per molti investitori, le valutazioni elevate sono oggi un ostacolo all’impiego di liquidità, in particolare nelle azioni statunitensi, che hanno segnato nuovi massimi storici. Tuttavia, la nostra ricerca suggerisce che i titoli azionari hanno fornito solidi rendimenti nel tempo, anche agli investitori che sono entrati nel mercato quando le azioni apparivano sopravvalutate.

In effetti, dal 1950, l’S&P 500 si è attestato in prossimità o sui massimi storici nel 43% dei mesi (cfr. Grafico). Chi avesse investito importi uguali in azioni statunitensi, ogni volta che è stato raggiunto un nuovo picco di mercato, avrebbe ottenuto un rendimento annuo medio del 9,6%. Si tratta dell’1,9% in meno rispetto a ciò che si sarebbe potuto ottenere investendo in corrispondenza del minimo di ogni fase ribassista, ma è comunque a nostro avviso un solido risultato nel tempo.



Le valutazioni elevate non preludono sempre a un disastro. Tuttavia, le valutazioni di oggi sono influenzate da trend di mercato inusuali, il che aggrava le apprensioni degli investitori. L’aumento dei rapporti prezzo/utile dei titoli statunitensi è stato determinato principalmente da un’impennata dei corsi azionari, non dalla crescita degli utili. In altre parole, gli investitori hanno spinto al rialzo i prezzi delle azioni nell’attesa che una ripresa della crescita globale favorisca un rimbalzo degli utili aziendali.

Si tratta di un’impresa non facile. Riteniamo improbabile che gli utili aumentino simultaneamente in tutto il mercato, viste le incertezze su come i paesi emergeranno dalla pandemia e sul ritmo della ripresa economica, nonché le difficoltà incontrate dalle imprese di molti settori. Pertanto, investire in exchange-traded fund (ETF) per assumere un’esposizione passiva e a basso costo al mercato potrebbe non essere il modo migliore per reimpiegare la liquidità allo scopo di cogliere il potenziale della ripresa.

Tre domande per trovare gli investimenti giusti

Crediamo invece che gli investitori dovrebbero considerare un’ampia gamma di soluzioni attive che siano adatte alle loro esigenze individuali, alla loro propensione al rischio e ai loro giudizi personali sui mercati. Tre domande possono aiutare a individuare le opzioni d’investimento giuste (cfr. Grafico):

  1. Il mio orizzonte d’investimento è a breve o a lungo termine?
  2. I miei investimenti devono essere liquidi e accessibili, o sono in grado di tollerare l’illiquidità?
  3. Preferisco le opportunità che riscuotono un ampio consenso, o sono pronto a investire in asset impopolari e sfavoriti che potrebbero offrire valutazioni migliori?



L’investimento in azioni growth ha riscosso grande successo e popolarità nel 2020, ma questo segmento del mercato suscita i timori più forti riguardo alle valutazioni. Le obbligazioni high yield danno accesso a un’asset class che tende a presentare una scarsa correlazione con le azioni e offre una migliore protezione dal rischio di ribasso, come pure un potenziale di rendimento totale superiore a quello del mercato obbligazionario più ampio.

Gli investitori disposti ad andare controcorrente possono considerare portafogli di natura più contrarian. Ad esempio, dopo aver sottoperformato a lungo, i titoli value hanno mostrato un ritorno alla fine del 2020 e potrebbero avviare un rimbalzo più marcato in caso di accelerazione della ripresa economica. I titoli value sono scambiati a sconto sulle azioni growth con uno scarto valutativo che non si vedeva dai tempi della bolla tecnologica di 20 anni fa. Anche le azioni non statunitensi e i titoli di small cap hanno evidenziato un buon andamento alla fine dello scorso anno, e spesso offrono valutazioni più interessanti rispetto alle omologhe a stelle e strisce.

Gli investitori con un orizzonte più lungo potrebbero voler esplorare opzioni illiquide, come ad esempio portafogli di private equity e gli hedge fund che sono diventati investimenti alternativi di consenso negli ultimi anni, o anche opzioni contrarian come gli strumenti cartolarizzati o il credito privato. Ognuna di queste soluzioni attinge ad asset distinti, immobilizzando al contempo i fondi per un periodo prolungato.

Meglio rimanere investiti

Per quanto i mercati siano probabilmente destinati a vedere nuove fasi di volatilità nel corso di quest’anno, alla luce del contesto macro e di tutta la liquidità accumulata dagli investitori riteniamo che non ci saranno correzioni particolarmente pronunciate. Nel tempo la maggior parte delle asset class è destinata a rendere di più della liquidità, specialmente ai tassi di oggi. E dal momento che è quasi impossibile prevedere le inversioni del mercato, riteniamo che sia meglio rimanere investiti piuttosto che stare fuori dal mercato, anche nelle condizioni fluide di oggi. Con approcci d’investimento attivi e consapevoli dei rischi, gli investitori possono reimpiegare la liquidità con convinzione per cogliere in modo selettivo fonti di potenziale rendimento, anche laddove le preoccupazioni sul futuro rimangono irrisolte.

Le opinioni espresse nel presente documento non costituiscono ricerca, consulenza di investimento o raccomandazioni di acquisto o di vendita, e non rappresentano necessariamente le opinioni di tutti i team di gestione di AB; tali opinioni sono soggette a revisione nel corso del tempo.