Nei periodi di incertezza la liquidità è rassicurante. Offre un margine di sicurezza contro gli inquietanti episodi di volatilità, che sono stati frequenti anche durante la ripresa dello scorso anno. Tuttavia, con i tassi d’interesse ai minimi storici e i tassi negativi prevalenti in molti mercati sviluppati, la liquidità non rende quasi nulla. Pertanto, gli investitori pagano un costo-opportunità elevato per stare fuori dal mercato. Intanto, l’irripidimento della curva dei rendimenti dei Treasury USA all’inizio di febbraio 2021 è ampiamente considerato il segnale di un futuro rafforzamento della crescita economica e degli utili aziendali.
Le valutazioni elevate non preludono sempre a un disastro
Per molti investitori, le valutazioni elevate sono oggi un ostacolo all’impiego di liquidità, in particolare nelle azioni statunitensi, che hanno segnato nuovi massimi storici. Tuttavia, la nostra ricerca suggerisce che i titoli azionari hanno fornito solidi rendimenti nel tempo, anche agli investitori che sono entrati nel mercato quando le azioni apparivano sopravvalutate.
In effetti, dal 1950, l’S&P 500 si è attestato in prossimità o sui massimi storici nel 43% dei mesi (cfr. Grafico). Chi avesse investito importi uguali in azioni statunitensi, ogni volta che è stato raggiunto un nuovo picco di mercato, avrebbe ottenuto un rendimento annuo medio del 9,6%. Si tratta dell’1,9% in meno rispetto a ciò che si sarebbe potuto ottenere investendo in corrispondenza del minimo di ogni fase ribassista, ma è comunque a nostro avviso un solido risultato nel tempo.