Nel 2023 gli asset dei mercati emergenti (ME) hanno dimostrato resilienza, guadagnando terreno nonostante il conflitto in Medio Oriente, i timori sul rallentamento della crescita economica in Cina e la forza del dollaro USA rispetto alle valute locali. Oggi, con il taglio dei tassi nel corso di quest’anno segnalato dalla Fed, la situazione può migliorare ulteriormente. Negli ultimi tre decenni gli asset dei ME hanno messo a segno un rally nei mesi successivi ai picchi dei tassi USA.
Gli investitori multi-asset, a nostro avviso, farebbero bene a prendere nota.
Quali sono i fattori alla base di questa forza? Storicamente la riduzione dei tassi d’interesse negli Stati Uniti ha spesso determinato un rafforzamento delle valute locali dei ME rispetto al dollaro USA. Ciò ha favorito asset rischiosi dei ME come i titoli azionari, sebbene il trend di allentamento sia in corso anche in tali mercati. A beneficiarne possono essere anche le obbligazioni dei ME denominate in dollari; queste, infatti, offrono un sovrarendimento rispetto ai Treasury USA che può crescere con il calo dei tassi negli Stati Uniti.
Questi trend possono portare anche a un miglioramento del quadro tecnico. Qualora la Fed tagliasse i tassi e il dollaro si indebolisse ci aspetteremmo un nuovo rafforzamento dei flussi di capitali verso i ME nel corso di quest’anno. Occorre inoltre tenere a mente che negli ultimi 20 anni le economie dei ME sono cresciute più di quelle dei mercati sviluppati; trend destinato a nostro avviso a proseguire.
Nonostante i buoni motivi per essere ottimisti sulle prospettive dei ME, il futuro potrebbe avere in serbo un percorso accidentato per gli investitori. Per questo riteniamo sia importante seguire un approccio attivo nell’ambito di una strategia multi-asset che incorpori una gamma diversificata di asset. Non sappiamo se la storia si ripeterà, ma con i tassi al picco o prossimi a esso potrebbe essere il momento giusto per dare una possibilità agli asset dei ME.