Mercati emergenti: meno rischi sulla via per l’azionario

22 agosto 2022
5 min read

Le azioni dei mercati emergenti (ME) sono state trascurate da molti investitori perché un’ondata di tensioni sul fronte macroeconomico e geopolitico ha attirato l’attenzione sui rischi. Queste problematiche nascondono tuttavia potenziali miglioramenti nella crescita economica e degli utili, che potrebbero fornire un buon motivo per spostare i capitali verso le azioni del mondo in via di sviluppo.

Quest’anno l’azionario dei mercati emergenti ha archiviato un andamento sorprendentemente positivo. Pur avendo perso terreno insieme all’azionario globale, nella prima metà del 2022 l’Indice MSCI Emerging Markets ha sovraperformato l’Indice MSCI World dell’azionario dei mercati sviluppati (MS). Le azioni dei ME hanno ceduto il 17,6% in dollari, mentre gli Indici S&P 500 e MSCI World hanno perso rispettivamente il 20,2% e il 20,5%.

L’incertezza e la volatilità sono destinate a persistere. Riteniamo tuttavia che i titoli dei ME siano ben posizionati per continuare a sovraperformare le controparti dei MS e porre fine a un lungo periodo di sottoperformance per tre ragioni principali:

1. Il miglioramento della crescita economica dovrebbe sostenere i fondamentali aziendali

Nei MS incombe la minaccia di una recessione, perché l’inflazione persistente ha messo sotto pressione la domanda. Ma molte economie dei ME si stanno ancora riprendendo dalla pandemia di COVID-19, soprattutto in Asia, dove l’attività interna sta migliorando. La spinta derivante dalla riapertura delle economie compenserà le difficoltà dovute all’inasprimento delle condizioni finanziarie e, l'anno prossimo, dovrebbe aiutare ad ampliare il divario di crescita tra le economie di ME e MS (Grafico).

Attenzione al divario: scarto di crescita ME/MS destinato ad ampliarsi nel 2023
Attenzione al divario: scarto di crescita ME/MS destinato ad ampliarsi nel 2023

L'analisi storica e le previsioni non sono garanzia di risultati futuri.
Le previsioni di crescita dei ME per 2022 e 2023 escludono anche la Russia
Al 30 giugno 2022
Fonte: Haver Analytics e AllianceBernstein (AB)

La Cina è un esempio perfetto. Dopo mesi di lockdown, il probabile allentamento delle restrizioni associate al COVID e i programmi di stimolo economico dovrebbero aiutare a promuovere la crescita nella seconda metà dell’anno. Questo, a sua volta, dovrebbe favorire i profitti delle aziende.

La Cina inoltre si trova su una traiettoria diversa a livello di politica monetaria e fiscale, che ne dovrebbe rafforzare il potenziale di recupero. Molti Paesi emergenti e sviluppati hanno inasprito la loro politica monetaria per contrastare l’inflazione, ma riteniamo che la Cina, con un’inflazione più ridotta, possa invece muoversi verso una politica accomodante.

A nostro avviso, i Paesi dei ME sono ben posizionati per una crescita a medio e lungo termine e molti trarranno vantaggio dall’aver evitato politiche monetarie ultra-espansive nell’ultimo decennio. I livelli di indebitamento sono in generale più ridotti, la crescita della popolazione è più solida rispetto alla maggior parte dei mercati sviluppati e la produttività continua a salire, rafforzando il contesto positivo a livello di fondamentali per le società dei ME.

2. Le forze inflazionistiche potrebbero essere meno persistenti

L’inflazione globale elevata sta avendo effetti diversi nelle varie regioni. Probabilmente, i Paesi dei ME sentono meno l’impatto degli shock delle materie prime, delle crisi delle filiere e del recupero della domanda post-COVID.

Potrebbe sembrare controintuitivo, ma nei mercati sviluppati il problema dell’inflazione appare più acuto e probabilmente durevole. Ad esempio l’inflazione core USA (esclusi alimentari ed energia) sta contribuendo tre volte in più all’inflazione primaria rispetto alla media storica, in risposta ai provvedimenti fiscali e monetari aggressivi conseguenti alla pandemia. Per contro, nei ME l’IPC core è solo 1,8 volte la media storica (Grafico). Questo perché nei Paesi dei ME gli alimentari e l’energia contribuiscono maggiormente all’inflazione, considerandone l’ampia ponderazione nel paniere IPC. Questo significa inoltre che quando i prezzi di alimentari e materie prime si stabilizzeranno e tenderanno al ribasso, il tasso d'inflazione nei ME dovrebbe scendere più velocemente rispetto ai MS.

Un percorso diverso a livello di inflazione
Le pressioni potrebbero allentarsi prima – ed essere scontate nel mercato
Un percorso diverso a livello di inflazione

La performance passata non costituisce garanzia di risultati futuri.
*L’inflazione core viene stimata eliminando alimentari ed energia (combustibili più elettricità/gas) dall’IPC primario.
Vengono usate ponderazioni GBI costanti.
Al 30 giugno 2022
Fonte: Bloomberg, Haver Analytics e UBS

Inoltre, le banche centrali dei ME sono state più proattive nell’alzare i tassi di interesse rispetto alle controparti dei mercati sviluppati. E le banche centrali dei ME in generale non hanno attuato misure di quantitative easing durante la pandemia, il che dovrebbe evitare il radicarsi delle aspettative sull’inflazione.

Nel frattempo, mentre lo spread dell’inflazione tra i mercati emergenti e sviluppati è in linea con il livello storico, i ME offrono un differenziale di rendimento rispetto ai MS tra i più elevati dell’ultimo decennio. Questo indica che i mercati hanno già scontato (in misura maggiore rispetto ai cicli precedenti) la previsione di un’inflazione meno persistente nei Paesi dei ME.

Ovviamente vi sono dei rischi reali da considerare. Il rincaro degli alimentari minaccia di innescare tumulti sociali in alcuni dei ME più piccoli. La guerra in Ucraina continua. Le tensioni tra USA e Cina permangono, sebbene siano in atto discussioni per risolvere i problemi legati ai titoli cinesi quotati sui mercati USA. E alcuni Paesi come Turchia e Argentina stanno affrontando difficoltà significative.

Ma in definitiva, considerando gli ottimi fondamentali, la maggior parte dei grandi Paesi emergenti si trova in una posizione relativamente solida per affrontare eventuali difficoltà nei prossimi mesi. Il fabbisogno di finanziamenti esterni è minore, le riserve in valuta estera sono più solide, i tassi di cambio sono competitivi e gli aumenti dei tassi ad opera delle banche centrali dei ME hanno trainato al rialzo i differenziali dei tassi di interesse reali e nominali con gli USA. Per questo i rendimenti reali dei ME sono ora in gran parte positivi.

I tassi di interesse reali positivi (rendimenti obbligazionari meno il tasso di inflazione) in diversi Paesi emergenti, uniti a una crescita economica più rapida, dovrebbero nel tempo aiutare ad attirare flussi di investimento verso i mercati emergenti, dove negli ultimi anni gli investimenti nell’azionario sono stati scarsi.

3. Le valutazioni dei ME sono interessanti e gli utili aziendali dovrebbero migliorare

Dopo un decennio perduto, le valutazioni azionarie dei ME sono tornate interessanti rispetto ai mercati sviluppati (Grafico). Ulteriori miglioramenti nel sentiment degli investitori potrebbero aprire la strada per una ripresa, specialmente in caso di miglioramento degli utili.

Pronti per la ripresa? Le valutazioni dei ME appaiono interessanti dopo un decennio perduto
Pronti per la ripresa? Le valutazioni dei ME appaiono interessanti dopo un decennio perduto

La performance passata non costituisce garanzia di risultati futuri.
EPS: earnings per share (utile per azione)
Il grafico a sinistra si riferisce al 30 giugno 2022, mentre quello a destra è del 26 luglio 2022
Fonte: Bloomberg, FactSet, MSCI, S&P e AB

Il ciclo degli utili societari dei ME è molto diverso rispetto agli USA e ad altri Paesi sviluppati. I mercati azionari statunitensi hanno beneficiato di una maggiore crescita degli utili nell’ultimo decennio ma i profitti finiranno con tutta probabilità sotto pressione se l’economia rallenterà e l’inflazione peserà sui margini. Per contro, molte società dei ME non hanno ancora raggiunto il loro potenziale di profitto in determinati settori, tra cui i ciclici e quello bancario. Ci aspettiamo che l’accelerazione dei ricavi promuova un’espansione dei margini di profitto nei Paesi dei ME, mentre nei MS i livelli di redditività sono già elevati.

Sfruttare questo potenziale di rendimento richiede un approccio selettivo e un’attenta gestione del rischio. Individuando le società con fondamentali solidi e modelli di business resilienti, gli investitori possono trovare nei vari settori titoli ben posizionati per generare risultati a lungo termine in un contesto difficile. E con un approccio rigoroso alla selezione dei titoli, è possibile creare portafogli che consentono agli investitori di incrementare con fiducia l’esposizione all’azionario dei ME, anche in un contesto estremamente volatile.

Le opinioni espresse nel presente documento non costituiscono una ricerca, una consulenza di investimento o una raccomandazione di acquisto o di vendita e non esprimono necessariamente le opinioni di tutti i team di gestione di portafoglio di AB. Le opinioni sono soggette a modifiche nel tempo.

MSCI non rilascia alcuna garanzia o dichiarazione implicita o esplicita e non si assume alcuna responsabilità in relazione a qualsiasi dato di MSCI contenuto nel presente documento. I dati di MSCI non possono essere ridistribuiti o utilizzati come base per altri indici, o per qualsivoglia titolo o prodotto finanziario. La presente relazione non è stata approvata, rivista o prodotta da MSCI.