Perché occorre guardare al di là delle scelte più ovvie in campo ESG

08 agosto 2023
5 min read
| Senior Research Analyst and Portfolio Manager—Value Equities

Le società che presentano criticità in via di risoluzione sul fronte ESG meritano maggiore attenzione da parte degli investitori. 

I fondi azionari sostenibili, in genere, si tengono alla larga da settori e aziende reputati controversi. Eppure, puntando su settori in difficoltà con margini di miglioramento e su aziende trascurate che rendono possibile un cambiamento positivo, a nostro avviso, gli investitori possono accedere a potenziali fonti di rendimento più diversificate nell’ambito dei portafogli incentrati sulle problematiche ambientali, sociali e di governance (environmental, social and governance, ESG).

Per molti investitori attenti alle problematiche ESG quella di acquistare azioni di società virtuose appare una scelta ovvia. Non dovremmo in fin dei conti ricompensare le aziende a basse emissioni CO2 e con prassi positive sul fronte sociale e una buona governance? In tal modo quelle meno virtuose saranno incentivate a fare meglio.

Quando ben eseguita e con l’aiuto di un programma di engagement coerente, questa strategia rappresenta uno strumento efficace per contribuire al raggiungimento di obiettivi ESG e reperire fonti di rendimenti azionari. Nel campo degli investimenti ESG c’è però una strada molto meno battuta, che offre accesso a una gamma di società totalmente diversa.

Le revisioni al rialzo dei rating ESG favoriscono la sovraperformance

Malgrado i luoghi comuni, a nostro parere, le società con minori rating ESG meritano più attenzione: questo perché molte aziende con rating elevati, realisticamente, non possono compiere molti altri progressi, mentre quelle con punteggi bassi hanno più margini di miglioramento, il che favorisce anche i rendimenti.

Dalle nostre ricerche è emerso che le azioni di società che hanno sperimentato una revisione al rialzo del proprio rating ESG nei 12 mesi successivi hanno sovraperformato l’indice MSCI All Country World (ACWI) dello 0,36%, mentre quelle che hanno subito un cambiamento negativo del proprio punteggio hanno sottoperformato dell’1,33% (cfr. grafico). In altre parole le società destinate verosimilmente a veder migliorare il proprio rating ESG possono rappresentare una potenziale fonte di rendimenti... per gli investitori capaci di scovarle. 

Il riconoscimento dei miglioramenti sul fronte ESG favorisce i rendimenti azionari
Bar chart shows performance of MSCI ACWI companies in a 12-month period after an upgrade, downgrade or no change to an ESG rating, from 2008 to 2022.

Le performance passate e l’analisi storica non sono garanzia di risultati futuri.
Rendimenti prospettici nel periodo di 12 mesi successivo a una revisione al rialzo del rating ESG. 
Analisi basata su società parte dell’indice MSCI ACWI e sui rating ESG MSCI e relativa al periodo dal 1° gennaio 2008 al 31 dicembre 2022. 
Fonte: MSCI e AllianceBernstein (AB)

A corroborare quest’approccio sono anche gli ultimi studi accademici. Kelly Shue, professoressa di finanza a Yale, ha analizzato il modo in cui le aziende “verdi”, a basse emissioni, e quelle “marroni”, ad alte emissioni, hanno modificato il proprio impatto ambientale a causa delle variazioni del proprio costo del capitale. “Quello che abbiamo scoperto è che anche quando l’accesso al capitale delle aziende ‘verdi’ diviene più semplice il loro impatto ambientale rimane praticamente invariato”, ha dichiarato Shue in un episodio del podcast Freakonomics Radio dal titolo “Are ESG Investors Actually Helping the Environment?” (ovvero: “Gli investitori ESG fanno davvero bene all’ambiente?”). “Quando invece a subire un aumento del costo del capitale sono le società ‘marroni’, queste sembrano reagire divenendo ancor meno sostenibili”.

Secondo Shue disinvestire dalle società “marroni” è controproducente, perché, a causa del maggior costo del capitale, esse finiscono per preoccuparsi più della propria sopravvivenza nel breve periodo, dedicando così verosimilmente meno attenzione a iniziative di lungo periodo finalizzate al taglio delle emissioni. Le società ‘marroni’, spesso, possiedono idee innovative su come ridurre le proprie emissioni, ma hanno bisogno di capitali per realizzarle.

Quali sono i settori che stanno riducendo di più le proprie emissioni?

Non sorprende affatto che le società con le maggiori emissioni di CO2 siano quelle di settori come energia, materiali e servizi di pubblica utilità. I fondi sostenibili si tengono generalmente alla larga da questi settori (cfr. grafico), anche se, secondo noi, le società al centro del problema sono in realtà parte della soluzione. Tra il 2016 e il 2022 l’84% del taglio delle emissioni da parte dalle società dell’indice MSCI ACWI è stato messo in atto da quelle nei settori dei materiali e dei servizi di pubblica utilità.  

I fondi ESG trascurano ampie aree del mercato
Left chart shows key sector positions of 303 ESG-focused equity funds. Right chart shows the contribution of materials and utilities to the reduction of CO2 emissions from 2016-2022.

L’analisi attuale non è garanzia di risultati futuri. La somma dei valori potrebbe non coincidere con il totale a causa degli arrotondamenti.
* Analisi basata sulla mediana di 303 fondi azionari ESG attivi al 31 dicembre 2022
† Al 30 giugno 2022
Fonte: eVestment, MSCI e AB

Gli investitori azionari attivi possono promuovere ulteriori miglioramenti: aprendo una posizione su una società energetica inquinante o su un’azienda chimica ad alte emissioni di CO2, ad esempio, si acquisisce anche la possibilità di influenzarne il management. Queste attività di engagement possono aiutare a indicare la direzione giusta alle società meno virtuose dal punto di vista dei fattori ESG mostrando loro i vantaggi economici e per gli azionisti derivanti dal miglioramento delle proprie prassi.

Per scovare opportunità ESG ignorate dal mercato, a nostro avviso, gli investitori dovrebbero andare alla ricerca di due tipi di aziende: quelle che hanno sperimentato una revisione al rialzo del proprio rating poco apprezzata e gli “abilitatori trascurati”.

Guardare al futuro, non al passato

I rating ESG, per loro stessa natura, si riferiscono al passato. Il quadro che dipingono delle caratteristiche ESG di una società è incompleto, non dicendo nulla sulle eventuali iniziative che sta mettendo in campo per migliorare. Avvalendosi di ricerche sui fondamentali e di approfondite competenze settoriali, gli investitori attivi possono individuare quelle società che si trovano sulla strada giusta per mettere in atto cambiamenti positivi prima che ciò si rifletta nel relativo rating.

Nel 2020, ad esempio, Graphic Packaging of Atlanta, azienda con sede in Georgia, negli Stati Uniti, possedeva un rating ESG basso, pari a BB, a causa dei timori sui suoi elevati consumi idrici e sulla sua forte intensità emissiva. Da allora MSCI ha rivisto al rialzo il suo rating tre volte portandolo ad AAA, mentre nel corso di tale periodo le sue azioni hanno sovraperformato il mercato. Chi si fosse accorto in anticipo del potenziale miglioramento delle caratteristiche ESG della società ne avrebbe tratto vantaggio.

Nel 2020 Maple Leaf Foods, azienda canadese che produce alimenti di origine animale e vegetale, aveva un rating ESG modesto, pari ad A, nonostante la sua leadership di settore nella produzione di carne secondo metodi etici. Svolgendo ricerche sull’azienda sarebbe stato possibile notare i potenziali miglioramenti sul fronte del consumo di acqua e dell’efficienza energetica. In seguito ad alcuni progressi per quanto riguarda l’utilizzo di acqua, ad agosto del 2021 MSCI ha rivisto al rialzo il rating ESG della società. Tramite attività di engagement è possibile puntare a promuovere un’ulteriore riduzione delle emissioni da parte degli impianti dell’azienda e raggiungere altri obiettivi ESG tramite incentivi per il management, il che, a nostro avviso, può portare ad altre revisioni al rialzo del rating.

Promuovere la sostenibilità dietro le quinte

Alcune società che contribuiscono alla sostenibilità, semplicemente, non compaiono sui radar ESG. Ad esempio MYR Group, con sede a Thornton, in Colorado, fornisce servizi di costruzione nel campo delle reti elettriche e i portafogli ESG che vi hanno investito sono pochi; eppure, a nostro avviso, la società è ben posizionata per trarre vantaggio dall’accelerazione dello sviluppo di parchi solari ed eolici, che richiederanno nuove connessioni con la rete elettrica in grado di spingere al rialzo la domanda dei servizi che offre. Altre aziende, allo stesso modo, producono i materiali essenziali per tecnologie verdi che vanno dalle batterie per i veicoli elettrici ai pannelli solari, la cui domanda è verosimilmente destinata ad aumentare con la transizione energetica globale.

La diversificazione delle esposizioni fattoriali nei portafogli ESG

Questi tipi di aziende possono offrire anche benefici sul fronte della diversificazione, poiché i titoli di molte società in via di miglioramento poco apprezzate e di molti “abilitatori trascurati” sono considerati di tipo value, categoria poco rappresentata nei portafogli sostenibili. Molti fondi azionari sostenibili ed ESG hanno infatti una predilezione per le azioni growth. Gli investitori in cerca di una più ampia diversificazione stilistica nell’ambito dei titoli azionari ESG, dunque, possono unire i due approcci e giungere a un’esposizione ai diversi stili più equilibrata e complementare.

Per investire in aziende in via di miglioramento sul fronte ESG e in abilitatori occorre un cambio di mentalità. Limitarsi a escludere settori e società caratterizzati da emissioni estremamente elevate o da bassi punteggi ESG, probabilmente, non contribuirà ad agevolare la transizione energetica globale o il raggiungimento di altri obiettivi di sostenibilità. Sviluppando tesi d’investimento che vedano nel miglioramento delle caratteristiche ESG un fattore fondamentale per l’acquisizione di rendimenti potenziali gli investitori possono scoprire nuove strade verso società e azioni in grado di mettere in atto i cambiamenti più difficili per un futuro più sostenibile. 

Le opinioni espresse nel presente documento non costituiscono ricerca, consulenza di investimento o raccomandazioni di acquisto o di vendita, e non rappresentano necessariamente le opinioni di tutti i team di gestione di AB; tali opinioni sono soggette a revisione nel corso del tempo.

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