I problemi di sicurezza rendono più urgente la transizione energetica

23 giugno 2022
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L’invasione russa dell’Ucraina ha causato enormi sofferenze e ha rovesciato il tradizionale consenso politico in Europa. Ha anche suscitato il timore che i paesi occidentali, presi dall’urgente necessità di sostituire il petrolio e il gas russi dopo l’embargo, perdano di vista le priorità ambientali. I dati tuttavia suggeriscono l’opposto: la transizione energetica globale sta accelerando e gli effetti diffusi del conflitto avvalorano la tesi di una crescita secolare delle rinnovabili.

Gli investimenti nelle rinnovabili sono destinati ad aumentare

Secondo il programma “Net Zero by 2050” dell’Agenzia internazionale dell’energia (IEA), prima dell’invasione le miniere di carbone e i giacimenti di petrolio e gas operativi a livello mondiale erano già sufficienti a soddisfare la domanda prevista fino al 2050. Tuttavia, gli aumenti della capacità di generazione da rinnovabili e dell’efficienza energetica sono stati inferiori agli obiettivi stabiliti, nonostante gli straordinari tassi di crescita. Come afferma l’IEA, “Il percorso verso l’azzeramento delle emissioni nette è stretto: per seguirlo è necessario l’impiego diffuso e immediato di tutte le tecnologie pulite ed efficienti disponibili in ambito energetico” (Grafico).



Ora che il mondo è alle prese con un rialzo dei prezzi degli idrocarburi e l’Europa occidentale si confronta con una carenza assoluta di gas, diventa sempre più urgente razionalizzare i consumi, eliminare gradualmente il petrolio e il gas russi e sostituire i combustibili fossili con le rinnovabili. In risposta alla minaccia esistenziale di un attacco e all’imperativo della sicurezza energetica ci aspettiamo un’impennata degli investimenti nell’energia pulita.

Intanto, all’aumentare della produzione di energia rinnovabile, l’Occidente deve trovare il modo di evitare nell’immediato un deficit energetico dovuto alla riduzione delle forniture russe di petrolio e gas. Per affrontare questo problema sarà necessario espandere temporaneamente l’esplorazione e la produzione di petrolio e gas, ma riteniamo che questo non comporterà un rallentamento della transizione dagli idrocarburi all’energia pulita.

I rincari di petrolio, gas, elettricità e carbonio rendono più appetibili le fonti rinnovabili

Per i paesi occidentali, l’invasione dell’Ucraina non può che rafforzare la necessità di espandere notevolmente la produzione di energia rinnovabile quale parte integrante di un’infrastruttura energetica più sicura e sostenibile. In effetti, la crisi ucraina rende impellente una transizione energetica globale, evidenziando un’accresciuta esigenza di sicurezza energetica.

Fino a poco tempo fa, i prezzi degli idrocarburi erano piuttosto bassi rispetto alla media storica e le rinnovabili iniziavano appena a diventare pienamente competitive sul piano dei costi. Dopo essere rimasti stabili per diversi anni, i prezzi dell’energia elettrica in Europa (e negli Stati Uniti) hanno subito di recente un’impennata a causa del rincaro del gas naturale e dell’aumento del divario tra domanda e offerta (cfr. Grafico a destra).

L’invasione russa dell’Ucraina ha cambiato profondamente le prospettive. In aggiunta alle considerazioni sulla sicurezza energetica, il rialzo dei prezzi di petrolio, gas naturale ed elettricità ha aumentato la convenienza delle rinnovabili rispetto ai combustibili fossili. L’incremento e la volatilità dei prezzi dell’energia accrescono l’attrattiva delle rinnovabili e l’accessibilità di nuove tecnologie come i veicoli elettrici. Un altro fattore che rende l’energia pulita più appetibile è l’aumento del prezzo del carbonio (cfr. Grafico a sinistra).

Le rinnovabili sono ora competitive sul piano dei prezzi…

L’IEA e altri osservatori ritengono che l’energia eolica e solare sia competitiva o addirittura più economica di quella prodotta da combustibili fossili in due terzi dei paesi del mondo. Di conseguenza, i sussidi diretti alle energie rinnovabili sono stati in gran parte eliminati.

I prezzi degli impianti di generazione rinnovabile sul mercato secondario sono in forte aumento, segno che la generazione rinnovabile è ora pienamente competitiva sul piano dei costi e interessante per gli investitori, che attualmente pagano per gli impianti di energia pulita esistenti un prezzo da 1,5 a 2 volte più alto rispetto a due anni fa.

Un altro modo per quantificare il notevole interesse per le rinnovabili è quello di esaminare l’andamento dei prezzi dei contratti di acquisto di energia elettrica (PPA), accordi a lungo termine stipulati tra gli sviluppatori di rinnovabili e i consumatori. I prezzi fissati in questi contratti sono aumentati sensibilmente dalla prima metà del 2020 in tutta Europa.

Dato che i PPA prevedono un prezzo concordato per un lungo periodo, possono essere particolarmente interessanti quando i prezzi degli idrocarburi sono interessati da una fase di volatilità. L’acquisto di energia rinnovabile ha inoltre effetti positivi sulla reputazione delle imprese energivore, come le compagnie aeree, che possono così dimostrare l’ecosostenibilità delle proprie catene di fornitura.

… e presentano caratteristiche interessanti dal punto di vista degli investimenti

Grazie a questi sviluppi, gli investimenti in progetti di energia pulita offrono a nostro avviso un potenziale visibile di crescita a lungo termine con caratteristiche di rendimento difensive.

Su un orizzonte di medio termine di cinque-dieci anni, l’energia pulita presenta solide prospettive di crescita secolare. Il principale motore di questa espansione sarà il programma di transizione energetica, a cui va ad aggiungersi ora una maggiore esigenza di sicurezza energetica. La crescita delle rinnovabili potrebbe essere alimentata anche da altri due sviluppi. In primo luogo, la domanda di energia tende solitamente ad aumentare con la crescita economica, e servirebbero grandi progressi nell’efficienza energetica per indebolire questa relazione. In secondo luogo, l’adozione di fonti energetiche pulite potrebbe ricevere impulso dai prezzi ostinatamente elevati degli idrocarburi.

Tutti questi fattori dovrebbero fare dell’energia pulita uno dei principali settori in crescita difensiva nel prossimo futuro. Al pari di petrolio e gas, l’energia pulita ha l’ulteriore vantaggio di offrire una potenziale copertura contro l’inflazione. Crediamo inoltre che un segmento interessante potrebbe essere anche quello delle imprese i cui prodotti e servizi favoriscono il risparmio energetico e la riduzione delle emissioni nette di carbonio.

Gli investimenti nella transizione energetica hanno già evidenziato un’accelerazione

L’anno scorso la spesa globale per la transizione energetica è aumentata del 30%, dopo aver registrato un incremento del 19% nel 2020 e una crescita media composta del 10% dal 2014 al 2019, secondo i dati di BloombergNEF (cfr. Grafico).



Anche i consumatori, dal canto loro, si stanno adattando velocemente. Ad esempio, a dispetto della debolezza generalizzata del mercato automobilistico, nel 2022 le vendite globali di veicoli elettrici hanno continuato a crescere a un ritmo sostenuto, con due milioni di veicoli venduti nel primo trimestre, il 75% in più rispetto allo stesso periodo del 2021 (secondo il Global EV Outlook).

L’ulteriore espansione della capacità di generazione da rinnovabili potrebbe andare incontro a strozzature

I governi europei e di altri paesi si sono mossi velocemente per anticipare nel tempo i loro obiettivi di decarbonizzazione e annunciare nuovi progetti nel campo delle rinnovabili e ulteriori misure di conservazione dell’energia; un esempio rilevante, a tal riguardo, è il programma REPowerEU varato dall’Unione europea (UE). Tuttavia, questi programmi ambiziosi si scontrano con ostacoli pratici.

In teoria, dovrebbe essere possibile espandere la capacità di generazione da solare ed eolico onshore e assegnare un ruolo maggiore all’idrogeno in tempi relativamente brevi. In pratica, però, i problemi legati alle carenze di manodopera, alle catene di fornitura e alla pianificazione creano altrettante strozzature. Per essere veramente pulito, l’idrogeno deve essere prodotto da fonti rinnovabili. Forse bisognerà attendere il prossimo decennio per avere un surplus di energia pulita sufficiente a permettere all’idrogeno di rappresentare una quota sostanziale delle fonti rinnovabili. Inoltre, anche se i governi europei e di altri paesi potrebbero essere favorevoli all’allentamento dei controlli sulla pianificazione, è probabile che una simile decisione incontri una forte opposizione.

Un ulteriore vincolo è rappresentato dai costi, dato il rialzo dei prezzi di metalli e componenti. Ne consegue che la transizione energetica sarà un cammino complesso.

Petrolio e gas hanno ancora un posto nel mix energetico

Sostituire l’energia russa sarà un’impresa immane. Considerando gli ostacoli pratici, le sole rinnovabili non possono colmare il divario nell’arco di cinque anni.

La capacità petrolifera inutilizzata a livello mondiale (secondo Saudi Aramco) è attualmente inferiore al 2% e potrebbe essere rapidamente assorbita dalla normalizzazione della domanda nel settore aereo e/o dalla fine dei lockdown anti COVID-19 in Cina. La crisi ucraina aggrava ulteriormente una situazione di forniture già allo stremo. La riallocazione delle forniture esistenti di petrolio e gas a livello mondiale comporta diversi problemi: ad esempio, per creare l’infrastruttura necessaria a trasferire in Europa una maggiore quantità di GNL da Stati Uniti e Asia servono diversi anni.

Ne consegue che l’esplorazione e la produzione di petrolio e gas continueranno a giocare un ruolo di primo piano nell’interesse della sicurezza energetica. La necessità di soddisfare questa esigenza pone l’industria energetica davanti a un dilemma, poiché le imprese hanno bisogno che i governi nazionali sostengano gli investimenti in progetti sicuri a basse emissioni di carbonio per tutta la durata del progetto (generalmente 10 anni). Senza l’appoggio delle autorità, è improbabile che le compagnie petrolifere sviluppino le risorse necessarie. I politici sono chiamati inoltre a prendere decisioni difficili in merito alla ripartizione dei costi della transizione tra i consumatori.

Anche gli investitori giocano un ruolo importante

L’avversione degli investitori nei confronti delle compagnie petrolifere ha fiaccato la volontà di queste imprese di investire nei segmenti a monte della produzione di petrolio e gas, inducendole a dirottare i cash flow verso i riacquisti di azioni e gli investimenti nella transizione energetica. Di conseguenza, la nuova offerta di petrolio e gas sarà con ogni probabilità limitata e i prezzi resteranno elevati a lungo. I gruppi demografici a basso reddito, soprattutto nelle economie emergenti, saranno i più penalizzati da questa spesa. Vista la scarsa sicurezza, accessibilità e disponibilità delle forniture energetiche, i paesi emergenti in particolare faranno un maggior ricorso al carbone, aggravando ulteriormente i danni ambientali.

Gli investitori disposti a dialogare con le compagnie petrolifere per sollecitarle ad agire – anziché evitarle e disinvestire – possono contribuire ad assicurare che queste imprese si dotino di solidi piani di transizione energetica. Le fonti rinnovabili, benché in rapida espansione, costituiscono ancora una quota relativamente ridotta del mix energetico e le compagnie petrolifere continuano a svolgere un ruolo essenziale nell’economia odierna. Gli investitori che non tengono conto di questo aspetto rischiano di abdicare alla responsabilità di incoraggiare il progresso. Con un engagement attivo, gli investitori possono svolgere un ruolo chiave nel ridurre l’impatto dell’attuale crisi energetica e garantire una transizione ordinata verso l’energia pulita in tutto il mondo.

Le opinioni espresse nel presente documento non costituiscono ricerca, consulenza di investimento o raccomandazioni di acquisto o di vendita, e non rappresentano necessariamente le opinioni di tutti i team di gestione di AB; tali opinioni sono soggette a revisione nel corso del tempo.