Le società value a bassa capitalizzazione dovrebbero beneficare anche dell’aumento dei tassi d’interesse. Mentre i tassi della Federal Reserve rimangono ai minimi storici, il rendimento dei Treasury USA a 10 anni è salito dallo 0,9% all’1,7% nel corso del primo trimestre. L’aumento dei tassi spinge al rialzo il tasso di sconto usato per misurare il valore attuale dei cash flow futuri per gli investimenti. Elevati tassi di sconto inducono i mercati ad attribuire un valore minore agli asset con cash flow futuri, in misura tanto più pronunciata quanto più questi flussi finanziari sono distanti nel tempo. In tale scenario, le società value con utili correnti e valutazioni più ridotte risultano più appetibili delle imprese in forte crescita con i loro utili futuri attesi.
Quanto è sostenibile la corsa dei titoli value?
Con la diminuzione degli effetti della pandemia sull’economia statunitense, sostenuta da un imponente stimolo fiscale, il quadro degli utili per le società value già in fase di ripresa sta migliorando. Anche il panorama del rischio per i mercati azionari inizia a schiarirsi. Man mano che la crescita degli utili e dei cash flow si irrobustisce, riteniamo che le azioni value, con le loro valutazioni più ridotte, eserciteranno una maggiore attrattiva nei confronti degli investitori.
Senz’altro, tuttavia, questo recupero delle azioni value andrà incontro a particolari sfide. I tassi d’interesse potrebbero registrare un’inversione, la pandemia potrebbe tornare a peggiorare o potrebbe accadere qualcosa di imprevisto. Nonostante le incognite, riteniamo che l’attività economica per il resto del 2021 sarà più sostenuta di quanto non fosse durante le chiusure globali dell’anno scorso. L’economia statunitense è già entrata nella fase di ripresa, il che dovrebbe migliorare il contesto di rischio per le azioni value.
Abbiamo perso l’occasione ideale?
Dopo il forte rialzo messo a segno dalle small cap value negli ultimi due trimestri, è naturale pensare che il rimbalzo potrebbe essere terminato. Tuttavia, le valutazioni relative suggeriscono che permangono ampi margini per un’ulteriore ripresa. I titoli value scambiano ancora a sconto rispetto alle azioni growth. Lo sconto valutativo mediano del Russell 2000 Value rispetto al Russell 1000 Growth si è attestato al 29% negli ultimi 22 anni, utilizzando un indicatore composito di valutazione costituito per un terzo dal rapporto prezzo/utili prospettici, per un terzo dal rapporto prezzo/fatturato e per un terzo dal rapporto prezzo/cash flow. Tuttavia, durante la pandemia, questo sconto è balzato al 65%, un livello che non si vedeva dalla bolla delle dotcom del 2000 (cfr. Grafico).